Nel nostro viaggio di oggi, alla ricerca dei sapori, c'è un'ospite speciale.
Vi è mai capitato di andare ad una mostra, soffermarvi su un dipinto e cercare di entrare in contatto con l'artista? Oppure solamente immaginare di prenderci un caffè? Beh, faremo di meglio, la inviteremo a cena, così avremo l'occasione per capire cosa c'è dietro la sua genialità.
L'ospite d'onore viene da Coyoacán (un villaggio oltre la periferia di Città del Messico) ed è diventato un'icona di stile, oggi più che mai. La sua arte istintiva, intensa e vibrante di colori la rispecchia perfettamente: stiamo parlando di Frida Kahlo.
Conosciamo tutti il personaggio di Frida, come quello che ha goduto dell'influenza e del potere - in quanto era la moglie di uno dei più grandi muralisti del Messico, Diego Rivera - che le ha dato una posizione privilegiata. Tuttavia, ha saputo sfruttare bene la sua posizione e la sua personalità, nonostante tutti i drammi che ha subito.
L'artista dall'aria incompresa, la donna che sapeva sopportare il dolore (o meglio, che sapeva 'trasformare' il dolore), diceva: "L'angoscia e il dolore. Il piacere e la morte non sono nient'altro che un processo per esistere". E parlando di piaceri, Frida Kahlo non sapeva cucinare, ma amava il cibo: trattava ogni pasto come fosse un banchetto. Prima di sposarsi, decise di imparare a stare tra i fornelli e, così, cominciò a scrivere le ricette su un taccuino, regalatole dalla sua amica fotografa, Tina Modotti.
Nel taccuino, ribattezzato "il libro dell'erba santa", la pittrice annotava tutte le ricette della tradizione messicana, associate agli eventi vissuti e alle persone che prediligevano questi piatti. Perché - come le diceva sempre Lupe, l'ex moglie di suo marito -, il modo migliore di stupire e accattivarsi le persone è il cibo.
Nel ricettario ci sono sia le pietanze preferite di Frida, incluse la mole ploblano (una salsa con la combinazione di cioccolato-peperoncino) e le ricette per le offerte del giorno dei morti; perché, secondo la tradizione, i defunti tornano sulla terra e vanno accolti con benevolenza.
La gastronomia messicana deriva da una complessa stratificazione culturale, iniziata con le antiche civiltà indios, continuata con la conquista spagnola e le altre denominazioni europee. Antiche radici azteche, tolteche, zapoteche e maya. I colori sono senza dubbio tra le caratteristiche principali della cucina. Colori e, naturalmente, sapori forti, spesso piccanti; una cucina ricca di ingredienti. Tra i cibi 'simbolo' di questa nazione troviamo senz'altro i peperoni, con le loro infinite gradazioni di sapore, dai più dolci ai più piccanti (il chili) e i fagioli, onnipresenti in abbinamento agli ortaggi, così come la carne e il mais. Da non dimenticare, poi, il cacao e il cioccolato, che entrano anche nella composizione di piatti salati.
Il cibo è un linguaggio universale, è l' affermazione dell'identità di un popolo; è seduzione, è un modo per raccontare dolori e piaceri; ma, soprattutto, è amore.
Dopo questa infarinatura, la ricetta che vi lascerò, l'ho ottenuta grazie a "Let's Bake Art", libro scritto dalla giornalista Mariapia Bruno, che racchiude ricette d'artista.
iVamonos!
Frida Kahlo - Enchiladas Tapatias
Ingredienti ( per 8 persone): 24 tortillas, 1 petto di tacchino cotto, 240 ml di panna liquida, 250 gr di parmigiano, olio.
Per la salsa: 8-10 ancho chiles (peperoncini); 500 ml di acqua; mezza cipolla affettata; 2 piccoli spicchi d'aglio; 2 cucchiai d'olio; sale.
Procedimento
Preparate la salsa: cuocete i peperoncini in acqua calda per 10 minuti, e poi riduceteli a purè. Fate rosolare cipolla e aglio e aggiungeteli al composto.
Cuocete per 10 minuti e speziate a piacere. A parte friggete le tortillas in olio caldo. Bagnatele con la salsa e, riempitele con il tacchino. Arrotolate il tutto, posizionatele, copritele con la salsa e la panna e infine spolveratele con una manciata di formaggio.
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