Ci sono settori che, oltre a portare gratificazioni a livello professionale, ricompensano anche dal punto di vista umano e personale. Stiamo parlando della scelta di lavorare con le Onlus: queste Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale, operando in cause sociali, ambientali, umanitarie e culturali, consentono a chi collabora con loro di fare la differenza nella vita di milioni di persone e di contribuire attivamente a promuovere e lottare per un futuro migliore. Ad esempio, lavorare con le Onlus come Medici senza frontiere significa supportare concretamente e in prima persona questa Organizzazione che interviene in tutte le emergenze umanitarie con rapidità ed efficacia, dove svolge numerose attività mediche per le vittime di traumi e guerre. In Italia il concetto di lavorare con le Onlus viene spesso confuso con il fare volontariato senza guadagno economico, ma non è affatto così: professionisti e collaboratori qualificati e con specifiche competenze sono infatti stipendiati. In questo articolo vogliamo approfondire questo tema e fornire qualche consiglio utile a chi desidera coniugare etica, professionalità e carriera con il proprio lavoro.
Lavorare con le Onlus: quali sono i ruoli principali
Come abbiamo spiegato sopra, lavorare nelle Onlus non significa spendere il proprio tempo e le proprie competenze in maniera gratuita. Quella del volontario non pagato è una figura esistente che chiunque può andare ad occupare, ma spesso rappresenta il punto di partenza per chi desidera iniziare la propria carriera nel no-profit così da acquisire esperienza, familiarizzare con le attività dell’organizzazione e costruire una rete di contatti. Ci sono poi tutta una serie di competenze professionali che le Onlus ricercano, simili a quelle necessarie in Aziende tradizionali e normalmente retribuite. Tra i ruoli di maggiore spicco c’è quello di Project Manager per il no-profit, che si occupa di pianificare, gestire e monitorare i progetti sociali portati avanti dall’Organizzazione. Fondamentale anche tutto il personale amministrativo/gestione delle risorse umane, capace non solo di prendere in mano la segreteria, la contabilità e l’amministrazione finanziaria, ma anche di dirigere dipendenti e volontari a 360 gradi. Altre due figure essenziali sono il fundraiser (gestione della raccolta fondi) e il people raiser (gestione dei volontari). Ci sono poi tutta una serie di professionisti che rappresentano una risorsa vitale per le Onlus e che ricoprono ruoli tecnici e operativi: medici, educatori, operatori sociali e umanitari, psicologi e formatori sono figure ampiamente richieste, tanto quanto quelle dei mediatori culturali, che hanno il compito di rendere più agevole l'inserimento delle persone che si ritrovano emarginate dalla società. Infine, c’è la possibilità di lavorare per le Onlus anche come dialogatori: il loro obiettivo è quello di coinvolgere e motivare nuove persone a sostenere con una donazione regolare i progetti sociali e benefici scendendo nelle vie, piazze, centri commerciali e in eventi mirati.
Lavorare con le Onlus: competenze e skills necessarie
Lavorare con le Onlus, quindi nel settore del no-profit, non è sicuramente un lavoro come tutti gli altri. Richiede prima di tutto grande sensibilità, forte motivazione e convinzione, una mentalità aperta e una passione autentica per la missione dell’organizzazione e per i suoi valori e principi. Il profitto non è quasi mai l’obiettivo principale, ma viene superato dalla voglia di fare del bene al prossimo, di aiutare e di rendersi utili per le comunità meno fortunate. Oltre a questo, risultano estremamente importanti l’empatia, la capacità di comunicare in modo chiaro ed efficace e l’ascolto attivo, utile per comprendere i bisogni altrui e creare relazioni di fiducia. Infine, operando spesso a livello internazionale e in ambiti multiculturali, la conoscenza di una o più lingue straniere può essere un vantaggio, così come una buona comprensione delle differenze culturali.