Marco Oliva, classe 1975, si è laureato in Giurisprudenza all'Università Bicocca di Milano. Giornalista professionista. Caporedattore e conduttore per dieci anni presso l'emittente Telereporter Odeon Tv. Dal 2010 è caporedattore di Telelombardia. Oggi alla conduzione del programma di cronaca "Iceberg Lombardia" alle 20.30 il giovedi su Telelombardia e "Lombardia Nera" tutti i giorni alle 20 su Antenna 3. Ogni giorno con Giorgia Colombo conduce l'approfondimento politico "Orario Continuato". Opinionista Mediaset di Quarto grado, Mattino Cinque e Pomeriggio Cinque.
Il caso Giulia Tramontano: una mamma incinta di sette mesi uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello. Lei ha seguito la vicenda?
Certo che ho seguito la vicenda. E' il più terribile caso di cronaca nera della Lombardia degli ultimi anni, difficile immaginare che un giovane con la faccia da bravo ragazzo, insospettabile, possa aver commesso una simile atrocità. La sera in cui ha confessato ero anch'io insieme a molti colleghi a Senago a seguire il precipitare degli eventi. La cosa che più mi ha colpito è stata la sua freddezza. Per lunghi minuti ha atteso in auto circondato dai fotografi, prima di poter entrare in casa con le forze dell'ordine per gli approfondimenti scientifici. Sono stati i minuti interminabili che a me personalmente sono sembrate ore. Era glaciale. Ha detto che era stressato e per questo ha ucciso: temo che si debba credere alla banalità del male.
Sul caso Tramontano, la gente ha avuto una reazione molto forte. Ora chiedono: ergastolo senza sconti, una pena dura e senza attenuanti. Cosa ne pensa?
Personalmente non sono mai d'accordo con la giustizia di piazza. Il ragionamento in galera e buttate via la chiave non mi appartiene. Certo la giustizia deve essere giusta: nel mondo ideale una persona sconterebbe la sua pena e prima di ottenere i benefici passerebbe il giusto tempo. Non è accettabile che molte forze politiche si riempiano la bocca e la campagna elettorale di certezza della pena e poi votino leggi che per alleggerire le carceri (sicuramente troppo affollate), elargiscono benefici forse in maniera troppo prematura.
Il caso di cronaca nera che ha colpito di più la sua sensibilità?
Di sicuro quello che mi ha colpito maggiormente è Yara Gambirasio: da quel momento le mie trasmissioni, che erano prettamente di politica, hanno virato verso la cronaca. Tutta Italia sperava di ritrovare Yara viva, mesi con il fiato sospeso. Poi il tragico epilogo e l'incredibile caccia a ignoto 1. Un caso di minor clamore che però mi ha turbato è stato l'omicidio di Marilena Re a Garbagnate Milanese. Il vicino di casa la uccise perché aveva dei debiti con lei. Seppellì il cadavere nel suo orto, decapitò la povera donna e portò la testa in giro per il paese nel cestello della bicicletta.
Il traffico e lo spaccio della droga sono una piaga sociale irreversibile. Secondo lei come si può prevenire questo fenomeno pericoloso?
Contro la droga l'unica prevenzione sono la scuola e le famiglie. Sembra un tabù parlarne sia in un ambito che nell'altro. A scuola dovrebbe essere ricorrente l'incontro con gli esperti. Fare delle domande e togliersi dei dubbi per i giovani potrebbe essere la strada per evitare di "provare". Alle grandi organizzazioni ci lavorano già con successo le forze dell'ordine.
Caritas e unità di strada lanciano un allarme disarmante: la prostituzione minorile è incontrollabile! Quali sono le strategie per contrastare le organizzazioni criminali?
La politica sul tema della prostituzione si gira dall'altra parte da anni, precisamente dalla legge Merlin. Sarebbe forse ora di prendere una seria decisione. La prostituzione oggi ha preso altre situazioni, quelle del web più difficili da scoprire, a differenza delle strade che sono controllate, bisogna aumentare gli organici delle forze dell'ordine in grande difficoltà.
Il caso Liliana Resinovich: omicidio o suicidio?
A oggi non ci sono elementi per parlare di omicidio. Se dobbiamo fidarci degli esperti l'unica cosa che la perizia dice con chiarezza è che non ci troviamo di fronte ad un omicidio. Non mi convince il fatto che non sia chiara la data della morte: forse un supplemento di indagine non sarebbe inopportuno anche se è vero che le indagini fatte sono state importanti.
Diversi sondaggi riportano un crescente interesse verso il tema della pena di morte. Un ragazzo italiano su due ne chiede la reintroduzione.
Lei cosa ne pensa?
L'Italia è la patria del diritto, la pena di morte non è civiltà. Per quanto mi riguarda non c'è nemmeno da discutere!
L'intervista che gli è rimasta di più nel cuore?
L'intervista che più mi è rimasta nel cuore: ti assicuro che avere in studio Berlusconi ospite della mia trasmissione nel giorno in cui tutte le telecamere del mondo erano puntate su di lui è stato un vero e proprio shock. Quando infatti nella vicenda rubygate venne affidato ai servizi sociali a Cesano Boscone, finito il primo giorno di servizio venne negli studi di Telelombardia. Credo di aver preso un tranquillante prima dell'intervista. Tre interviste ricordo ancora con piacere per Odeon TV: Giulio Andreotti per la politica, Cameron Diaz e Charlize Theron per il cinema. Devo recuperare il VHS non vorrei perderle.
Aboubakar Soumahoro, moglie e suocera rischiano il processo. Il magistrato ha affermato: "Fondi spesi in abiti di lusso".
Al posto di Soumahoro nel dubbio mi sarei dimesso.
L'ex eurodeputato Antonio Panzeri si è pentito e ha firmato un accordo con la procura federale belga che prevede "la reclusione, una multa e la confisca di tutti i beni finora acquisiti, stimati attualmente in un milione di euro". Lo riferisce la stessa procura sul caso Qatargate. Lei conosceva Panzeri. E' è rimasto deluso?
Panzeri lo conosco personalmente da almeno 20 anni. È stato centinaia di volte ospite nei miei programmi. Persona che ha sempre avuto la mia massima stima e rispetto. Cosa sia successo poi di quella persona che conoscevo non lo so. Posso solo immaginarlo!