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Scritto da Redazione
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08 Aprile 2021

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Nel corso dell’ultimo secolo, gli addetti ai lavori che sono molto attenti al mondo delle materie prime, sanno perfettamente come si siano verificati dei super cicli. In base a quanto è stato diffuso da parte di JP Morgan, l’ultimo super ciclo di cui si sta parlando ha preso il via verso la fine degli anni Novanta, correva l’anno 1996, e ha toccato la sua parte apicale nel 2008, con una dozzina di anni di espansione.

Nel medesimo anno è insorta la crisi finanziaria che tanti danni ha fatto in tutto il mondo, portando l’intero settore ad avere un costante e graduale declino. Bisogna mettere in evidenza come la richiesta di materie prime non abbia riscontrato dei periodi di calo, spinta in modo particolare dalla progressiva espansione della domanda asiatica, ma al tempo stesso i prezzi hanno dovuto fare i conti con una contrazione di tutto rispetto. I vari grafici che si possono trovare online, mettono in evidenza, però, come negli ultimi tempi pare ci sia stata un’inversione di tendenza.

Siamo nella prima fase di un nuovo super ciclo?

Per poter comprendere meglio se tale tesi sia effettivamente reale, è necessario tenere a mente i fattori che l’hanno provocata nel 1996. Una prima ragione è da ricercare nella fase iniziale dell’espansione del continente asiatico, stimolata in modo particolare da parte della Cina. Un evento che, sotto diversi aspetti, non era assolutamente atteso e, di conseguenza, colse anche di sorpresa i vari produttori di materie prime, che arrivavano da una fase di domanda stabile particolarmente prolungata nel tempo e non avevano una preparazione tale per affrontare un aumento a tal punto veloce e importante.

Nel corso degli ultimi anni Novanta, ecco che il dollaro americano affrontò un periodo di forte incertezza: una situazione che andò chiaramente a fare il gioco delle commodities, molto più apprezzate, visto che queste ultime vengono scambiate tradizionalmente in dollari.

Questi due trend furono individuati dai gestori patrimoniali di quell’epoca, che decisero di conseguenza di far partire un importante e pesante ciclo di investimenti finanziari su questo settore. Una scelta che andò di pari passo inevitabilmente con l’incremento dei prezzi e portò a un trend al rialzo particolarmente lungo, sostenuto quindi da parte degli investitori.

La depressione dei prezzi, particolarmente lunga, venne poi inevitabilmente portata con sé da parte della recessione che colpì l’economia globale nel 2008, senza dimenticare anche i momenti di stallo nel 2011 nel Vecchio Continente e nel 2015 in Cina.

Lo scenario odierno rispetto al 1996

Sono tanti gli aspetti in comune tra la situazione attuale e quella di fine anni Novanta. Prima di tutto, c’è da registrare la forte analogia dell’espansione asiatica, che è tornata impetuosa come non mai. Infatti, i consumi in Cina stanno nuovamente raggiungendo cifre da record e nemmeno la pandemia da Coronavirus è stata in grado di scalfire questa tendenza.

Un altro punto in comune è rappresentato da un momento di debolezzache sta nuovamente colpendo il dollaro americano. Infatti, lo US Dollar Index mette in evidenza come la ben nota valuta a stelle e strisce viene scambiata sui mercati mondiali a dei prezzi decisamente favorevoli ed ecco che diverse valute internazionali permettono l’acquisto di materie prime a fronte di cifre estremamente favorevoli. Tra le altre motivazioni che stanno spingendo nella direzione di un altro superciclo, troviamo sicuramente una politica monetaria fortemente espansiva da parte delle banche centrali, che sta portando a un incremento dei flussi finanziari verso i beni reali, e la ripresa dell’economia mondiale che si staglia all’orizzonte, frutto dei numerosi passi in avanti che sono stati fatti a livello di vaccini nella lotta alla pandemia e, infine, gli incentivi a livello di politica fiscale rispetto agli investimento infrastrutturali.

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