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Scritto da Renata Frediani
Passioni napoleoniche
16 Marzo 2022

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Longwood - Isola di Sant’Elena, 5 maggio 1821. Alle 17:49, dopo una giornata tempestosa, Napoleone esala il suo ultimo respiro a causa di un’ulcera allo stomaco. Sebbene avesse richiesto di essere seppellito in territorio francese sulle sponde della Senna, il governo britannico decise di tributare gli onori militari della sua spoglia a Torbett’s Spring, una piccola valle isolata non lontana da Longwood.

Qui venne realizzato un semplice monumento funebre costituito da una lapide anepigrafa. Fu proprio il governatore sir Hudson Lowe a rifiutare la possibilità che su di essa potesse essere incisa l’iscrizione “Napoleone” o “Bonaparte”. «Trasportatemi sulle rive della Senna in mezzo al popolo francese che io ho tanto amato»: questo era il desiderio espresso nel testamento del carismatico generale, che troverà pieno adempimento quasi 20 anni dopo.

Nel 1840, dopo aver ottenuto il permesso degli inglesi, il re di Francia Luigi Filippo di Borbone-Orléans permise il rimpatrio delle spoglie del defunto imperatore. L’8 ottobre la salma fu riesumata e imbarcata sulla nave Belle Poule, scortata da Francesco d’Orleans principe di Joinville, terzo figlio del re e dal generale Henry Gatien Bertrand, conte dell’Impero, raggiungendo il 2 dicembre il porto di Cherbourg dove fu accolta con numerosi colpi di cannone.

Il 15 dicembre, a Parigi, si celebrarono le solenni esequie, alla presenza della famiglia reale. Il corpo di Napoleone attraversò la città, passando sotto l’Arco di trionfo, su una carrozza trainata da sedici cavalli, adornata da cariatidi intagliate a sostegno di una teca preziosa, raggiungendo l’Hôtel des Invalides. Il principe di Joinville, posando la sua spada a terra disse al re: «Sire, vi presento il corpo dell’Imperatore Napoleone». Il re rispose: «Lo ricevo nel nome della Francia».

Seduto sul Trono, collocato nel coro a destra dell’altare sormontato da un suntuoso baldacchino di velluto violetto, e vestito con l’uniforme della guardia nazionale, S.M. si rivolse al fedele generale Bertrand, fortemente legato a Napoleone, presente in tutto il suo percorso militare, dalla campagna d’Egitto (1798-1801) sino all’esilio prima sull’Isola d’Elba e poi a Sant’Elena, con queste parole: «Generale vi incarico di posare la gloriosa spada dell’imperatore sul suo feretro». Bertrand per l’intensa emozione non vi riuscì e fu sostituito dal generale Gourgaud. Durante la cerimonia, fu eseguito il Requiem di Mozart. Al termine, i cannoni annunziarono l’uscita del re e il corpo di Napoleone fu deposto nella cappella di Saint-Jérôme agli Invalides .

Certamente colpisce il sincero sentimento del generale Bertrand. Aveva condiviso con Bonaparte vittorie e sconfitte sui campi di battaglia e lascia ancora di più il segno una così tanta commozione da parte sua: un uomo avvezzo al coraggio e alla freddezza dei vari teatri di guerra. Questo ci dà conferma che Napoleone aveva saputo costruire rapporti veri e intensi con chi si relazionava con lui, con lealtà e fedeltà, come nel caso del generale Bertand, uomo leale e disinteressato.

Nel 1842 fu commissionata dal re Luigi Filippo la costruzione di una tomba monumentale sotto la Cupola di Saint-Louis des Invalides all’architetto francese Louis Tullius Joachim Visconti, di origini italiane. Passarono 20 anni, prima che le spoglie fossero trasferitene nel maestoso sarcofago. Il monumento, lungo quasi 4 metri, largo oltre 2, realizzato in quarzite rossa, fu collocato su un plinto di granito verde, contenente sei bare, realizzate con diversi materiali: la prima in latta, la seconda in mogano e le due successive in piombo. La quinta in ebano. Sull’ultima, in quercia, è inciso il nome Napoleone, dove ancora oggi riposa l’imperatore con indosso la divisa di colonnello dei cacciatori a cavallo della Guardia, arricchita dal gran collare, il nastro e le insegne della Legion d’Onore che Napoleone aveva indossato e che furono inviati nel 1843 dal fratello Giuseppe Bonaparte.

La scena di Il ritorno delle ceneri sulla Belle Poule fu rappresentata nel dipinto a olio realizzato dal pittore francese Eugéne Isabey (Parigi1803 - Montevrain 1886) e acquistato dal re Luigi Filippo nel 1842. Parte delle collezioni private del re entrarono poi a far parte delle collezioni del museo di Chateau de Versailles.

Il dipinto di Isabey rappresenta uno dei momenti più suggestivi e maestosi dell’epopea napoleonica, momento che rimarrà per sempre nella storia dei francesi.

Il 2 aprile 1861, durante una cerimonia privata voluta dall’imperatore Napoleone III, le spoglie del carismatico generale, genio militare, imperatore, ormai asceso a mito nell’immaginario collettivo, trovarono la pace definitiva sotto la cupola d’oro al centro di una cripta circolare aperta a des Invalides.

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