Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di Paolo Pescucci che, in occasione dell'anniversario della liberazione di Lucca, lancia un appello per il recupero del ponte ai Frati:
"Rivolgiamo un appello alle autorità, alle associazioni, ai partiti che il 5 settembre celebreranno la ricorrenza della liberazione di Lucca. Sono passati 77 anni da quel settembre del 1944, in questi lunghi anni il ponte “ai Frati” che ne fu protagonista ha vissuto abbandono e degrado.
Sappiamo che a suo tempo anche il Dott. Nerli si è fatto promotore di una richiesta in tal senso, noi stessi già lo scorso anno pubblicammo un video visibile sul canale You Tube di “Lucca Curiosa” al link: https://youtu.be/6gpzF9tUJPk che ne auspicava il recupero e tracciava i percorsi ciclopedonali utilizzabili.
Eppure, ogni anno le autorità vanno al cippo li vicino che ricorda come da quel ponte, secondo la storiografia corrente, passò in armi una staffetta partigiana che avvertì gli americani che la città di Lucca era stata abbandonata dai tedeschi e quindi non era necessario il pesante bombardamento che si apprestavano a fare.
Ogni anno parole, ma nessun impegno concreto, soldi e non promesse, a restaurare il ponte e riportarlo all’originaria utilità.
Adesso forse con l’avvicinarsi delle elezioni comunali, qualche candidato riprenderà il tema, ma sarà bene vigilare.
Il ponte “ai Frati” ha anche una sua caratteristica architettonica, tipica di manufatti del primo Ottocento, con quell’arcata in ferro che collega i contrafforti in muratura, quindi anche la sovrintendenza dovrebbe interessarsene. Il restauro dovrà essere conservativo nel rispetto delle peculiarità architettoniche e strutturali dell'opera, sicuramente di rilievo.
Dopo gli anni dell’ubriacatura automobilistica, il ponte ciclopedonale “ai Frati” avrebbe anche una forte giustificazione di “mobilità dolce” per essere ripristinato. Rappresenterebbe il punto nodale di collegamento di varie piste ciclopedonali che possono collegare Lucca e la sua periferia alla zona industriale e commerciale di Guamo, nell’immagine allegata si vedono chiaramente i tracciati ciclopedonali in parte già esistenti che potrebbero trarre vantaggio dal ripristino del ponte.
Ma come si vede dall’immagine allegata la zona del ponte “ai Frati” rappresenta anche un interessante polmone verde con ancora una delle poche zone boscose di quella zona, ed un ambiente particolare di confluenza di fossi e canali, un’oasi naturale da rispettare e valorizzare.
Per questo auspichiamo un impegno serio delle autorità verso un suo restauro e il rafforzarsi di un comitato che possa seguire e stimolare l’iter della sua valorizzazione. Posso anticipare che c’è già la disponibilità di tecnici per una progettazione di massima del restauro del ponte nel quadro di un processo partecipato dalla cittadinanza, per evitare quello che è accaduto ed accade a San Concordio".