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"Ma chi te lo fa fare"
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Siti casino AAMS sicuri: la scelta protetta per il gioco online in Italia
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"L'ignoranza non mi fa paura, è il virtuosismo dell'ignoranza che mi terrorizza!"
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Cosa controllare prima di guidare sotto la pioggia intensa
Guidare sotto la pioggia intensa può essere impegnativo e pericoloso se il veicolo non è adeguatamente preparato. La visibilità ridotta, le superfici stradali scivolose e le frenate prolungate…

Aborto e omofobia, la corte costituzionale fa chiarezza
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lunghissima lettera aperta inviataci da un ex dipendente dell'azienda che gestisce le risorse idriche all'indomani dell'intervento dell'ex sindaco Alessandro Tambellini:
Leggo con piacere la riflessione dell’ex sindaco professore Alessandro Tambellini su GEAL perché anche a me, quale cittadino che ha la fortuna di vivere nella città toscana dove la tariffa del Servizio Idrico Integrato è la più bassa della Regione, interesserebbe conoscere quale destino ci attende.
Anche in considerazione del fatto che quando le Aziende di gestione fanno gli investimenti per migliorare le infrastrutture la tariffa aumenta. Il professore nel suo richiamo ricorda a tutti che la scadenza della Concessione tra Comune e GEAL sarà il 31/12/2025. Omette, tuttavia, di dire che i tempi decisionali sono più ridotti: un anno e mezzo prima (1/7/2024) devono iniziare le procedure di valutazione
dell’azienda per liquidare il socio privato (art. 22 della Convenzione di gestione). Ne consegue, a mio avviso, che l’ Azienda non possa fare un programma di investimenti a lunga scadenza come Tambellini auspica. Anzi, il programma è già stato prevalentemente fatto qualche anno fa, arriva fino al 31/12/2025 e il professore ….. lo sa bene.
Altre sono, invece, le mie preoccupazioni:
A) Con la scadenza della Concessione, il percorso deciso dal Consiglio di Stato per GEAL all’indomani dell’inutile Referendum sull’acqua pubblica (inutile perché non ha prodotto alcun effetto sugli auspicati obiettivi dei suoi promotori) è quello di essere assorbita nella società GAIA SpA con sede a Marina di Pietrasanta (LU), attuale gestore Unico dell’ex Ambito Territoriale n1, ossia quello che, con legge regionale toscana del 1995 ( ormai abrogata ), includeva il territorio del Comune di Lucca. Dalla Relazione Annuale del direttore dell’Autorità Idrica Toscana (relativa all’anno 2021, pubblicata il 30/9/2022) risulta che la “tariffa domestica residente” ( applicata a un nucleo familiare di 3
persone) a metro cubo di acqua consumata secondo i criteri del SII, con GEAL è di € 347, quella con GAIA è di € 507. Ipotizzando un consumo annuo familiare di 150 mc. di acqua, pagheremo (salvo futuri aumenti) ben 160 € in più ogni anno. Se poi pensiamo che GAIA è una società a capitale pubblico (partecipata dai 46 Comuni della Conferenza Territoriale n.1) mi sembra che al danno si aggiunga la beffa: si ricordi che i promotori del “Referendum sull’acqua”, auspicavano la gestione pubblica sostenendo che ciò avrebbe garantito un costo del servizio più basso.
B) Dal maggio del 2018, il professor Tambellini dirigeva politicamente gli indirizzi dell’Autorità Idrica Toscana. Recentemente (il 29 ottobre 2022), a seguito della sua decadenza da Sindaco, c’è stato il rinnovo del Consiglio e il nuovo Presidente è il sindaco di Livorno. In questa nuova assise il Comune di Lucca è rappresentato da Nessuno. Mi chiedo: come ha fatto il sindaco Pardini a perdere questa prerogativa di alta rappresentanza nell’Autorità Idrica proprio nel momento storico in cui sarebbe stata più necessaria ? Era presente alla votazione o ha mandato in sua vece l’ultimo “giannizzero” che non si è reso conto dell’ importante contesto in cui si trovava ? E chi è questo nuovo
“Machiavelli” lucchese ? In compenso il politicamente scaltro sindaco di Viareggio ( socio di maggioranza di GAIA con il 21,363%) è stato eletto nel nuovo Consiglio Direttivo: casualità o strategia per acquisire GEAL dentro GAIA ? La metafora di quel 29 ottobre 2022 è, a me pare, che abbiano messo il Comune di Lucca “nell’angolo” e lo hanno “riempito di botte”.
C) E il professore Tambellini, che ora chiede (nel suo articolo del 30/11/2022) un piano di investimenti per la fognatura nell’Oltreserchio ( oltre 20 km di tubi da interrare) e la rete idrica nella zona est, da presidente dell’AIT, quale strategia aveva per il destino di GEAL dopo il 2025 ? Non sarebbe stato bene iniziare a configurare un percorso virtuoso? Voleva la sua autonomia o la voleva affossare dentro quel Gestore Unico Toscano (società mista pubblico-privata a forte trazione dell’ ACEA di Roma), come auspicava il Pd regionale (secondo le notizie apparse a più riprese sulla stampa)? Poiché ricordo il professor Tambellini, quando era il consigliere comunale dell’opposizione,
come un appassionato politico che si è battuto con successo per l’autonomia di GEAL, in modo categorico non posso pensare che coltivasse un accordo con il quale si sarebbe consumato l’asservimento lucchese alla strategia politica del Pd regionale … per “un
piatto di lenticchie” (si vedano le affermazioni del prof. Piero Angelini sulla “Gazzetta di Lucca” del 10/3/2022).
D) Recentemente, la strategia politica dei grandi comuni dell’area metropolitana di Firenze, Prato, Pistoia, Empoli è cambiata ed è tutta tesa a far digerire ai propri cittadini i benefici di una Multiutility che si quoterà in Borsa; stanno rigettando il vecchio disegno del Pd o stanno ricercando la sua attuazione con un percorso diverso? E allora queste nuove strategie non potrebbero essere l’occasione per rivendicare l’autonomia territoriale di GEAL all’interno dell’Autorità Idrica Toscana? Si vuole consentire la disarticolazione di un’azienda che ha al suo interno delle eccellenze impiantistiche, personale motivato? Sigh ! Ma chi può veicolare il punto di vista della comunità lucchese? Forse il nuovo presidente e sindaco di Livorno, ossia chi esprime la maggioranza di indirizzo nell’Azienda di Servizi Ambientali che è cliente di GEAL per circa 6 milioni di mc. di acqua e che in virtù dell’esborso contribuisce al sano equilibrio finanziario nella nostra azienda lucchese?
E) Appaiono lontani anni luce quegli atti concreti dell’on. prof Piero Angelini che da sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, dopo l’approvazione della legge 183/1989 (Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo) e di quell’articolo 30 che istituiva “ il bacino regionale pilota”, ne otteneva il riconoscimento per il fiume Serchio rivendicando in questa strategia un elemento di autonomia e di salvaguardia della ricchezza idrica della nostra Piana e del nostro territorio. Sorvolo che ciò abbia anche veicolato finanziamenti per la realizzazione di alcune opere idriche e idrauliche nelle aree contermini al medesimo fiume. Mi domando: l’attuale dirigenza politica locale ha ancora voglia di salvare la fortunata prerogativa della disponibilità idrica del nostro territorio così come l’hanno tramandata i nostri padri ?
F) Se osservo i dati tariffari dei comuni vicini a Lucca vedo che …. stanno tutti peggio ! Capannori, Porcari, Montecarlo, Altopascio, Villa Basilica, sono sotto la gestione idrica di Acque SpA e la loro tariffa media annua è di € 557 ( € 210 euro in più di Lucca) , mentre per Pescaglia, Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca ( che rientrano nella gestione di GAIA ) è di € 507 ( € 160 euro in più di Lucca) o di € 417 ( € 70 euro in più di Lucca) nel caso in cui se possano fregiarsi del titolo di “Comuni del Bacino Montano” , in virtù del quale parte dei costi vengono ripartiti tra gli utenti residenti negli altri comuni “non montani” del Comprensorio gestito. E allora mi chiedo perché questi Sindaci (magari coordinati dal Presidente della Provincia) non si siedano intorno ad un tavolo e amabilmente si interroghino e dialoghino al fine di creare l’Azienda del Servizio Idrico Integrato del loro territorio di riferimento. Un territorio con delle risorse idriche importanti, un acquedotto intercomunale tra Lucca e Capannori non sviluppato, un depuratore civile ( quello di Geal a Pontetetto) riconosciuto “gioiello tecnologico” della Toscana nel quale sono state profuse risorse economiche e ingegni locali pronto per produrre biometano per auto, un
depuratore industriale ( quello di Aquapur a “Casa del Lupo”) dove sono in corso interventi di ammodernamento a lungo attesi, un territorio, inoltre, in cui ci sono zone da tutelare dalla subsidenza (Paganico), dove non mancano micro realtà con problemi igienici e di approvvigionamento che hanno bisogno di essere valutate da chi conosce il territorio (non da società di ingegneria che devono capitalizzare utili per i soci privati, con tecnici che potrebbero preferire un’avveniristica visione con “street view” a noioso sopralluogo in
loco), ci sono “Vie dell’acqua” e fonti storiche abbandonate da valorizzare e privilegiare rispetto ai dispendiosi “fontanelli” o “case dell’acqua” o “fonti del futuro”, più consoni ai territori padani o ad altre storie di approvvigionamento idrico, c’è anche l’unico ospedale
civile della Toscana a cui è stata rilasciata (per la tutela ambientale del territorio) una “autorizzazione allo scarico” con liquami da ozonizzati prima di fluire in fognatura. GEAL potrebbe costituire la solida impalcatura su cui costruire quella che potremmo scherzosamente chiamare “l’Azienda Idrica della Repubblica di Lucca”. Considerata la peculiarità del territorio, sono convinto che ciò porterebbe i costi di gestione a valori più omogenei e in linea con quelli della tariffa media annua nazionale (€ 322 a mc), come individuata dall’Autorità di Regolazione (ARERA). Ciò porterebbe, inoltre, ad una attesa vicinanza tra cittadino e operatori sostenuta in modo molto più efficace dal rapporto fisico
piuttosto che dagli anonimi “Numeri verdi”, dalle “Chat”, dalle “Call “, che tanto caratterizzano i Gestori multiterritoriali che delegano le risposte call-center collocati altrove e anche in Romania.
G) In questa ritrovata progettualità politica si potrebbe pensare anche ad una nuova forma di Gestione locale del SII, visto che i Consigli Comunali dei Comune di Capannori e di Lucca hanno rispettivamente votato delle risoluzioni di indirizzo per addivenire al tipo di gestione pubblica, ma ai quali non sono seguiti atti concreti. Io non sono propriamente convinto che sia una buona scelta avere la gestione pubblica del SII; si tratta di un’attività con dei rischi, costi di produzione ( pensiamo all’energia elettrica per sollevare le acque dai pozzi), costi del personale, costi per la sicurezza, gestione del laboratorio per il controllo della qualità delle acque potabili o di scarico, canoni concessori di varia natura, rinnovo delle infrastrutture, ecc. Gli stolti che prefiguarano questa modalità di gestione non si illudano di avere “l’acqua gratis per tutti”. Un nuovo patto di gestione mista pubblico/privata, con una concessione non scritta dal socio privato ma “pensata e razionalizzata” dai Soci Pubblici oppure il ricorso ad altre forme paritarie sarebbero degli ottimi strumento di lavoro.
H) Può avere senso richiedere all’Autorità di prorogare la Concessione a GEAL per qualche anno al fine di consentirle di fare nuovi investimenti a vantaggio del socio privato (l’ACEA di Roma) e dilatare il momento della decisione finale ? L’AIT ha già prorogato le
concessioni di Publiacqua a Firenze, di Nuove Acque ad Arezzo, di Acque a Pisa: ci sono “autorevoli” precedenti. Ci converrebbe per mantenere le nostre tariffe nei limiti di accettabilità o ci condannerebbe ulteriormente?
I) La già citata relazione annuale del direttore dell’Autorità Idrica Toscana stabilisce (ora) il “valore residuo al termine della concessione di affidamento ” e per GEAL è sancito in poco meno di € 18.000.000. Lo si descrive, anche, questo valore, come “l’importo che effettivamente il gestore subentrante dovrà liquidare al gestore uscente, al termine della concessione, dipenderà dalla scelta del modello gestionale (società in-house, mista, privata) e, in tutti i casi, l’importo corrisposto verrà recuperato dal gestore subentrante attraverso le tariffe degli anni successivi”; sono quindi i soldi da versare al socio privato (l’ACEA di Roma). Questi soldi il Comune di Lucca, che si legge disponga di un “tesoretto” lasciato dalla precedente Amministrazione, intende pagarli direttamente per rilevare le sue quote al fine di poter prendere per il futuro delle decisioni assennate o saranno “spalmati” sulle future bollette dei poveri e inermi cittadini? In GEAL c’è un eccellente responsabile finanziario e amministrativo: sarebbe bene fargli studiare in autonomia i vari scenari per queste importanti scelte politiche prima che siano compiuti errori irreversibili e informare la comunità con qualche assemblea pubblica (come fece il sindaco Giulio Lazzarini quando decise di privatizzare i Servizi del Gas e quello Idrico; lo ricorda il dott. Italo Buono nel suo libro “La responsabilità del governare”).
C’è ancora tempo se vogliamo che il cittadino riacquisti fiducia nelle Istituzioni politiche. E mi aspetto che la decisione finale sia condivisa
unanimemente da tutte le forze politiche del Consiglio Comunale mettendo fine ad antagonismi di fazione: l’economicità del servizio, la sua funzionalità e l’interazione con il cittadino sono un bene comune. Lucca è un bene comune: salviamola ! Auguro buon lavoro al sindaco Pardini e al nuovo presidente della GEAL Mancini al quale giro la domanda di un amico: ma in quelle costose televisioni che sono sopra le “Fonti del Futuro” (che lei ha ereditato) invece della monocorde pubblicità della GEAL, è possibile vedere gratis le partite dei Mondiali di calcio o eventi simili ? Durante l’attesa sembra che la gente si annoi.
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Scommettere ai giochi di casinò online è divertente, vero? La spensieratezza di questo passatempo, però, pare essere spesso minacciata dalla preoccupazione dei rischi che comporta giocare online. Scommettere in sicurezza è, infatti, fondamentale per godersi l'esperienza di gioco. Un buon punto di partenza sono le recensioni. Le recensioni sono davvero importantissime per capire se un sito gode di una buona reputazione, quindi concediti il tempo necessario per leggerle prima di iscriverti soprattutto se si tratta di casino non aams, la tua carta di credito ti ringrazierà vedrai. Tuttavia, con più di 4000 casinò online, può diventare difficile capire a cosa dare importanza sui siti web per capire quali precauzioni prendere quando si gioca e non mettere al rischio il proprio bankroll. In questo articolo ci occuperemo di darti qualche consiglio per schivare le potenziali truffe, spiegandoti tutto quello che devi sapere prima di depositare fondi per iniziare a giocare.
Giocare in sicurezza si può, bastano pochi accorgimenti
Il primo passo da compiere per giocare in sicurezza è sicuramente quello di trovare un casinò online affidabile Non sai da dove incominciare a cercarlo? Innanzitutto dovrai assicurarti di evitare i siti poco conosciuti. Sebbene sia allettante provare siti nuovi, soprattutto quando propongono giochi all’avanguardia, se il loro nome non compare tra quelli più recensiti, allora meglio starne alla larga, perché c’è un’altissima probabilità che possa trattarsi di siti di truffa. Una volta compiuto questo passo importante e aver scelto il sito che gode di una buona credibilità sul web dovrai anche ispezionare per bene la sezione del portale relativa ai termini e alle condizioni dove troverai tutti i regolamenti del sito. Informarti sulle regole di scommessa ti aiuterà a rendere il tuo gioco più consapevole. Infine ricordati che al momento dell’iscrizione dovrai inserire i tuoi dati e un metodo di pagamento valido, quindi non avere fretta e temporeggia se non sei sicuro al 100% del sito che stai visitando. La protezione delle tue informazioni personali deve venire prima di tutto.
Imparare a gestire il bankroll: il metodo più sicuro quando si gioca online
Di fronte all’imprevedibilità del gioco, il controllo del proprio budget scommesse, a pensarci bene, è l’unica cosa di cui si ha veramente e pienamente il controllo quando si scommette online. Per riuscire a gestirlo al meglio è necessario mettere in campo tutte le proprie risorse ingegnandosi su strategie e tattiche che non ti facciano perdere più di quanto guadagni mentre giochi. La lungimiranza nei pronostici deve quindi essere accompagnata dalla lungimiranza nella gestione delle somme che investi nel betting. Per non rischiare di andare in rosso converrebbe dunque:
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Creare un foglio Excel: questo ti consentirà di tenere traccia di tutte le vincite e perdite che potrai ripartire per settimana, mese e anno. Documentare questi bilanci ti aiuterà a capire quando è il caso di fermarsi e cambiare strategia.
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Fissa una percentuale giornaliera oltre cui non scommettere il totale del tuo bankroll. Generalmente questo è fissato intorno al 10% per gli scommettitori esperti e si abbassa al 5- 3% per i principianti. Se la fortuna non è dalla tua parte o non stai piazzando delle scommesse con lucidità inutile continuare a tentare la sorte. Riprova il giorno dopo.
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Punta partendo da quote basse. Se inizi a piazzare scommesse su quote molto alte, infatti, aumenti le probabilità di perdita.
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Utilizza i bonus offerti dai bookmaker responsabilmente. Se ci sono promozioni vale la pena sfruttarle, ma accertarti di esserti informato sulla scadenza della loro validità e valuta se ti conviene utilizzarle, quando per sbloccarle i bookmaker fissano delle soglie di puntata minime.
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Diversifica le scommesse ripartendo il budget. Per fare questo sarà necessario fare un po’ di scouting, ma ne vale la pena se non volete rischiare tutto su una singola puntata.