Tanta grinta, determinazione, unite a una forte passione per i cavalli e a tutto quello che ruota intorno a loro: è con queste caratteristiche che la ventiduenne lucchese Albaclara Fontana ha raccontato a Le Gazzette come è riuscita a trasformare quello che poteva essere considerato un hobby in una vera e propria professione.
Quando e come hai iniziato ad appassionarti all'equitazione?
Avevo solamente cinque anni, mia madre era appassionata di questa disciplina pur non avendola mai praticata prima e così decise di farmi fare una prova e fu subito amore per questo sport; ancora oggi dopo ben 17 anni non passa un giorno senza che io mi eserciti per almeno 2 o 3 ore sul cavallo.
Come è cresciuta la passione per questo sport?
Sinceramente sin da subito ho capito che questo era quello che volevo fare da grande e ho tentato di confluire tutte le mie energie perché questo sogno potesse trasformarsi in realtà. E' bello ripensare al percorso fatto: quando ebbi il mio primo pony e in seguito un vero cavallo, alle molte gare fatte e alle varie scuderie, ai risultati ottenuti: la passione per questa disciplina è cresciuta con me giorno dopo giorno.
C'è stato qualche sacrificio che ti è pesato fare per raggiungere questo sogno?
Sinceramente no perché anche se non potevo uscire il venerdì e il sabato per fare tardi a ballare – dato che le gare iniziano il giovedì e terminano la domenica – non ho mai visto questo come un sacrificio perché prima di tutto e sopra ogni cosa il mio desiderio era diventare una brava amazzone e quindi preferivo usare il tempo a mia disposizione per allenarmi e gareggiare nel salto a ostacoli, disciplina nella quale mi sono specializzata.
Quando hai capito che il tuo sogno si stava realizzando?
Quando nel 2020 ho fatto il salto di qualità entrando in una scuderia di Firenze: lì ho capito di essere nel posto giusto al momento giusto ma anche facendo importanti gare internazionali in luoghi meravigliosi come il Circo Massimo a Roma, a Saint Tropez a 500 metri dal mare, a Parigi vicino alla Torre Eiffel e anche in Spagna.
Da nemmeno un anno hai aperto U - Farm, una nuova realtà imprenditoriale, spiegaci in cosa consiste e se per far questo hai dovuto mettere da parte il sogno di gareggiare
La mia indole imprenditoriale ha preso il sopravvento ma non ho scelto qualcosa che mi allontanasse dal mio sogno bensì che lo completasse, infatti mi occupo di scegliere, e mostrare agli altri - mediante la vetrina delle gare - cosa sanno fare i cavalli per poi rivenderli. E' chiaro che - dato che la società ha aperto da poco (a marzo di questo anno) - ho deciso di mettere un attimo da parte le gare per dedicarmi ai cavalli acquistati, montarli ogni giorno e prendermi cura di loro. Vorrei riprendere a gareggiare all'inizio del prossimo anno. Fortunatamente in questa impresa mi dà un grande aiuto il mio fidanzato Nicolò che è un cavaliere ed è lui che in questo periodo si occupa di mostrare cosa sanno fare i miei cavalli nelle gare. Devo dire che sono soddisfatta di come stanno andando le cose visto che siamo riusciti a vendere un cavallo persino in America.
Cosa ti auguri per il futuro?
Come amazzone mi piacerebbe poter gareggiare nei 4 stelle internazionali invece per quanto riguarda U – Farm mi auguro che la società continui ad andare bene come sta andando e che anzi cresca sempre di più.