Uno dei pochi ciclisti ucraini a sfondare nel ciclismo internazionale con successi di rilievo è stato Yuri Metlushenko, professionista dal 2002 al 2017. Per un quadriennio, dal 2008 al 2011 fu anche il velocista principe di Amore & Vita-Mc Donald'S, grazie a patron Ivano Fanini ed al team manager Cristian, dopo un anno che sembrava avviarlo ad un lento declino. Affidandosi ai Fanini dopo aver riscosso la loro fiducia, cambiò l'inerzia della sua carriera. Da quel momento vinse 17 corse in quattro anni e le sue vittorie divennero attimi struggenti e indimenticabili anche per i tifosi sparsi in tutto il mondo, perchè la squadra dei Fanini, oltre ad essere la più longeva con i suoi 37 anni di storia, prima dell'avvento dei social era anche fra quelle che ricevevano più richieste di gadget da parte degli appassionati di ciclismo. Un sogno che divenne realtà per l'oggi quarantacinquenne ex campione di Ucraina che da ragazzo amava la bicicletta e sognava di utilizzarla per professione. Da lì impegni e sacrifici senza disdegnare la fatica, che non gli pesava perchè correlata alle forti motivazioni, studiando se stesso su vari percorsi cercando sempre nuove emozioni nel sottoporsi a duri carichi di lavoro, essenziali per conoscere le sue potenzialità.
PASSA PROFESSIONISTA GRAZIE A LOCATELLI E VINCE ALL'ESORDIO IL G.P. COSTA DEGLI ETRUSCHI
Soltanto nel 2002 "The Best", questo il soprannome affibbiato a Metlushenko, scopre le sue qualità atletiche venendo identificato dal d.s. bergamasco Olivano Locatelli come velocista puro consentendogli il passaggio al professionismo con la squadra belga Landbouwkrediet-Colnago diretta dallo stesso direttore sportivo. Non ci volle molto a Locatelli studiarne la genetica ed il fisico sciogliendone il nodo dell'ambiguità di cui era afflitto. Gli fece perdere peso portandolo a lavorare concentrato solo sullo sprint con test sulla potenza di soglia in watt. Praticamente si allenava con un misuratore di potenza lavorando su dati oggettivi, con test massimo di 1920 Watt. Locatelli era già un d.s. navigato e munito di tanta esperienza dopo che iniziò la sua carriera dirigenziale sull'ammiraglia di Remac-Fanini nel biennio 1987-88.
" In Ucraina-dice l'ex velocist- le corse erano improntate soprattutto nelle cronosquadre e crono individuali. Era molto difficile capire le caratteristiche di un corridore, anche se fin da ragazzo amavo stare in gruppo e fare le volate. Disputare lo sprint era il mio maggior divertimento, ma purtroppo da dilettante nel mio paese erano poche le corse in linea. Dal 1994 al 1999 ho fatto parte della nazionale Università dello Sport di Kiev, nazionale juniores e militare. Prima ancora da allievo a 15 anni in occasione dei campionati nazionali ucraini dimostrai di essere competitivo su tutti i tracciati. Il primo giorno vinsi la crono individuale, il secondo giorno mi imposi nella cronosquadre, il terzo giorno vinsi la gara in linea ed il quarto giorno completai il poker con il criterium. Tutti successi senza durare fatica ma che però non mi facevano capire quali fossero le mie caratteristiche. Non potrò mai dimenticare l'esordio da professionista al G.P. Costa degli Etruschi quando in volata alzai le braccia al cielo a Donoratico mettendo in fila Manzoni e Trenti. Il bis due anni dopo quando superai allo sprint nell'ordine Andrus Aug, Crescenzo D'Amore ed Elio Aggiano. Una classica che mi si addiceva ed anche di livello 1.1., quindi con partecipazioni importanti. Seguirono tanti altri successi dei 60 complessivi che ho in carriera."
LA CRISI E LA SVOLTA CON FANINI
The Best ad un certo punto della carriera attraversa un periodo difficile. Non riesce più a riscuotere fiducia nelle varie squadre di appartenenza ed arriva al punto di pensare di chiudere con il ciclismo, fino a quando nel 2008 gli si accende di nuovo la lampadina in testa, con nuove motivazioni e nuovi obiettivi. Viene ingaggiato da Amore e Vita-Mc Donald'S e torna così a vincere.
" Amore e Vita Fanini è stato per me l'ambiente giusto per ripartire con più fiducia. Ivano Fanini e suo figlio Cristian mi facevano sentire importante. Era quello di cui avevo bisogno: sapere che una società contava molto sulle mie prestazioni infondendomi quella fiducia che non avvertivo più da nessune parti. Era il 2008 e vinsi subito, rompendo il lungo digiuno di tre anni, la Lancaster Classic in Pennsylvania, regione dello stato di Philadelphia. Ad essere sconfitti furono corridori di World Tour. E pensare che lo sbarco dall'aereo non fu dei più rassicuranti... Non uscirono né la mia bicicletta , nè il mio vestiario. Però dentro di me c'era una voce che mi faceva stare tranquillo, io sono molto religioso e chi lo è non dispera mai. Ivano e Cristian Fanini erano disperati. Sapevano che non avrei potuto correre come avrei voluto e potuto ma dentro di me sapevo che non potevo deludere, che questa corsa sarebbe stata la svolta della mia carriera e risposi loro: non vi preoccupate, domani vinco io. Il giorno della corsa mi sentivo motivato ed anche con la bici di riserva avevo un ottimo equilibrio. Stavo bene e la mia muscolatura tornò ad essere esplosiva erogando la massima potenza nei cento metri finali. Vinsi fra l'incredulità degli stessi Fanini. Ho avuto fortuna di trovare un gruppo in cui mi sono subito sentito a mio agio. Ero veramente felice di questa opportunità concessa da patron Fanini, un uomo che rappresenta molto nel ciclismo a livello internazionale. Anche suo figlio mi fu molto di aiuto per questa che ritengo sia stata una impresa."
Sempre nel 2008 il velocista ucraino si impose in Canada nella 1.a tappa del Tour de Beauce. Nel 2009 vinse sette corse tra cui la 1.a tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali, la 1.a tappa del Tour of Qinghai Lake in Cina, gara 2. HC dell'Uci Asia Tour. Poi ancora il suo sprint continuò ad essere micidiale nella 1.a tappa di Hainan, nello Stage Univest Grand Prix (TTT) e vinse anche il prologo Szlakiem Grod ow Piatowskich.
"Eravamo un gruppo fantastico-ricorda entusiasta Yuri- diretto nel mio quadriennio con Fanini da Pierino Gavazzi, Maurizio Giorgini e Roberto Gaggioli. Nel gruppo ero aiutato negli sprint dai miei connazionali Sergio Grechyn, Volodymyr Bileka, Volodymyr Starchyk (uno dei tre D.S. attuali della squadra di Fanini), poi anche dal russo Vladimir Kogut e dal tedesco Philip Mamos. Il meccanico di nostra fiducia era Roger Pometlo. In quattro anni , dal 2008 al 2011, ho vinto 17 corse che mi resero popolare anche in Cina. Al Tour of Qinghai nel 2013, quando correvo per la squadra turca TRK su nove tappe ne vinsi cinque e nelle altre arrivai due volte secondo e due volte terzo, vincendo anche la classifica finale. Con Fanini ebbi anche tanti premi subordinati ai risultati". Grazie alla famiglia Fanini ritrovai anche la nazionale portando a termine i campionati del mondo su strada del 2010 di Melbourne e Geelony in Australia e di Copenaghen nel 2011. Alla corsa iridata mancavo dal 2002 quando a Zolder vinse Mario Cipollini. Ho vinto diversi campionati ucraini ed ho un record: al Giro del Katar in Cina ho tutt'ora il miglior tempo con la media di 47,7 km. fatta registrare nell'edizione che vinsi nel 2013. Prima di allora la media migliore apparteneva a Mark Kavendish con 47,3."
IL RIMPIANTO DI AVER CORSO SOLTANTO UNA PARIGI ROUBAIX
Quanto le manca non aver potuto partecipare alle classiche monumento?
" Ne ho disputate una soltanto. La Parigi Roubaix. Peraltro sono stato in fuga per 100 chilometri, ma l'inesperienza non mi consentì di gestirla e capitalizzarla meglio. Peccato non averla corsa più volte, d'altronde le mie squadre non erano world tour. La Roubaix sarebbe stata adatta ai miei mezzi. Il ciclismo è uno sport non soltanto fisico ma anche di testa. Certe corse si portano dietro un grande carico emotivo e bisogna tener duro per far fronte alla fatica e siccome la fatica non mi ha mai fatto paura, avrei avuto qualche sciance. Sono comunque soddisfatto della mia carriera. D'altronde sono nato in Ucraina dove il ciclismo è meno sentito rispetto all'Italia ed ai paesi del nord."
L'ASPIRAZIONE DI ALLENARE AMORE & VITA FANINI
Yuri attualmente lavora all'Italpol Vigilanza, una scuola di Security all'aeroporto di Bergamo. Gli piacerebbe trasmettere le sue esperienze ciclistiche ai giovani di oggi, magari con Amore & Vita
"Sarebbe il mio sogno-conclude l'ex campione ucraino-e sono in contatto con il team manager Cristian Fanini, il quale non ha escluso che in futuro (spera non troppo lontano ndr), ciò possa avvenire. Allenare la squadra che mi ha reso popolare in tutto il mondo è la mia massima ed unica aspirazione".