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Scritto da Valter Nieri
Sport
03 Ottobre 2020

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Il richiamo di Imola è stato troppo forte per Ivano Fanini che non si è trattenuto dal tornare in quell'autodromo Dino e Enzo Ferrari che ricorda i grandi campioni della Formula Uno ma anche momenti storici ed esaltanti del ciclismo professionistico internazionale. Il francese Julian Alaphilippe si è laureato campione del mondo domenica 27 settembre, nello stesso circuito che vide conquistare la maglia tricolore Pierino Gavazzi il 26-6-1988, un successo che fa parte e farà sempre parte della storia di Amore & Vita, ottenuto da un atleta che ha impersonificato i più puri valori del ciclismo ispirati da una rigida condotta morale che gli ha consentito di correre da professionista per quasi un ventennio.

Quel successo il Patron di Amore & Vita l'ha ancora scolpito nella sua memoria, uno fra i più importanti nella sua carriera dirigenziale a livello professionistico. Quel memorabile giorno sui 275,2 km. del tracciato, su quel circuito legato ai più grandi nomi della Formula Uno, un suo corridore conquistò due trofei: la 38.a edizione della Coppa Placci, ma ancor più importante il titolo di campione d'Italia, precedendo nell'ordine due campioni del mondo come Giuseppe Saronni e Maurizio Fondriest.

Trentadue anni fa la premiazione veniva fatta nella stessa zona, l'inno italiano suggellò il terzo tricolore dell'atleta bresciano che salì sul gradino più alto del podio e si mostrò festante al pubblico da un modesto palco rispetto all'impalcatura ed agli impianti tecnologicamente più avanzati di oggi, che garantiscono obiettivi di alti standard qualitativi, ma per Fanini quel ricordo e quel momento supera anche le più alte tecnologie perché legato a lui ed alla storia delle sue squadre.

AD IMOLA ASSIEME AL D.S. ZAMPARELLA PER SOSTENERE IL SUO ATLETA VIESTURS LUKSEVICS

Sull'ammiraglia del D.S. Zamparella, la domenica mattina del mondiale salì così anche Fanini che voleva rivivere sul posto quei ricordi per lui indelebili e sostenere il suo corridore Viesturs Luksevics, con il quale aveva vinto in estate il campionato lettone. Sapeva che in questo caso non aveva nessuna speranza di salire sul podio di un mondiale, ma già far parte della corsa più prestigiosa dell'anno era per lui un titolo di merito.

"Di primo mattino - dice il D.S. - Ivano Fanini ha voluto salire sul palco dell'arrivo per fotografarsi nello stesso punto dove 32 anni prima Gavazzi conquistò il titolo italiano. Un momento emozionante per me ed i pochi presenti veder quanta passione ha il nostro presidente e quanto ama il ciclismo. Fanini riesce a trasmettere emozioni trasportandole in tutti coloro che gravitano intorno a lui. Mentre stavo filmando la zona dell'arrivo, le tribune ed il palco chiedo ad Ivano perchè ha voluto farsi quelle foto. Lui con voce forte ed emozionata mi rispose: 32 anni fa quando vinse il mio Gavazzi non c'era un podio così. Fu preso in braccio e portato sul palco a fare le interviste".

Poi D.S. cos'altro l'ha colpita?

"Con voce commossa il nostro presidente - prosegue Zamparella - ha detto: A distanza di così tanto tempo sono ancora qua con la stessa squadra senza mai aver cambiato nome. Questo record per me è già una vittoria".

IL RAPPORTO ODIO-AMORE FRA FANINI E ZAMPARELLA

Sappiamo che fra Fanini e Zamparella non sempre i rapporti sono stati sereni, vero D.S.?

" E' vero - conclude il vincitore del Memorial Pantani del 2017 - conosciamo tutti il carattere incisivo e vulcanico del nostro patron e anche io riconosco di avere diversi difetti, spesso ce le diciamo di tutti i colori. Il nostro è un rapporto di odio e amore (sorride ndr). Per me, però, Ivano resta un grande e gli auguro con tutto il cuore di non perdere mai quella grinta e quella determinazione che lo ha contraddistinto negli anni, sperando che le due parole Amore e Vita durino all'infinito nell'animo della gente".

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