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Scritto da Valter Nieri
Sport
10 Febbraio 2021

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Dopo un 2020 da dimenticare e da esorcizzare sotto tutti i punti di vista, per l'elpidiense Paolo Totò tornano quanto meno la fiducia e la voglia di correre in attesa di ritrovare con queste anche lo smalto dei tempi migliori.

È ormai ufficiale il suo passaggio ad Amore e Vita Fanini alimentato dal marchigiano Vincenzo Santoni, manager di Mario Cipollini ai tempi dell'Acqua & Sapone ed accolto con fiducia da Ivano Fanini. Il vincitore della Challenge Liguria del 2018 e che aveva ottenuto importanti piazzamenti l'anno successivo come il quarto posto nel GP Industria Artigianato a Larciano, può continuare a mantenere viva la sua passione.

"Al termine della passata stagione - dice Totò - avevo pensato di smettere, di chiudere con il ciclismo. Sia da dilettante che da quando nel 2016 passai professionista, non avevo mai avvertito fiducia nei miei confronti nelle squadre che sono stato. Ivano Fanini invece mi segue costantemente e crede molto nelle mie possibilità. Sono un atleta generoso, fin da bambino praticavo diversi sport e da ciclista mi alleno costantemente anche in condizioni climatiche avverse. Con Amore e Vita ho ritrovato anche la voglia di stare insieme ai miei compagni ed in questo sono avvantaggiato perchè già conoscevo Tizza, Apollonio e Senni. Ho superato anche lo sconforto interiore per le delusioni del passato. Dopo essermi dedicato quest'anno al ciclocross la fiducia di Fanini mi ha spinto ad allenarmi costantemente per ritrovare la condizione migliore anche per le gare in linea".

I RISULTATI DA PROFESSIONISTA

Passato professionista nel 2016 con la Norda M.G. K. Vis si mise in luce conquistando il podio nel memorial Pantani. Quindi per lui un triennio alla Sangemini-MG K Vis dove ha vinto nel 2017 la prima tappa al Giro dell'Albania prima del grande exploit l'anno successivo con il secondo posto nella 55.a edizione del Trofeo Laigueglia alle spalle di Moreno Moser in un evento Europe Tour cat. 1.HC ed il settimo posto nel Giro dell'Appennino che gli consentì di aggiudicarsi la Challenge della Liguria. Sempre nel 2018 vince la classifica a punti al Giro dell'Albania chiuso al quarto posto generale. Nel 2019 ottiene importanti piazzamenti, mentre lo scorso anno con la Work Service Group la sua peggiore stagione senza risultati di rilievo. Un atleta completo che non disdegna le volate e che si difende anche in salita, nonostante la sua resistenza sia svantaggiata dalla massa muscolare che lo danneggia nel rapporto carico peso ed i chili in più li può perdere con una attenta modifica dell'attività fisica. Considerando l'allungamento dell'età media nella carriera ciclistica, Totò con i suoi 30 anni può ancora dire molto nel ciclismo e con il suo talento, perchè il talento non gli manca, tornare ad ottimizzare le performance rimanendo con i primi nei percorsi ondulati e nei falsipiani con pendenze anche impegnative come faceva appena passato professionista. Amore e Vita con i suoi diesse è la sistemazione per lui ideale perché la società ciclistica di Fanini è abituata a rigenerare corridori avviati verso il tramonto e riportarli al successo.

I SUOI PROSSIMI OBIETTIVI INCITATI DA FANINI

Ed ora per il neo corridore di Amore e Vita si prospetta una svolta alla sua carriera. Le sue corse possono essere viste come tentativi per arrivare a nuove mete in un contesto di calma, serenità e razionalità in una famiglia dove nulla è lasciato al caso e dove la storia insegna che tanti atleti hanno ritrovato in questa squadra la voglia di vincere ed una crescita costante e di forte aiuto morale.

"Anche se è ancora troppo presto per fissare degli obiettivi - dice Totò - mi viene in mente una classica Uci Europe Tour classe 1.1., il Trofeo Matteotti che si corre sempre in piena estate. Una classica che mi si addice per le caratteristiche ondulate del circuito con tre strappi ravvicinati nella parte centrale. Un percorso a 100 km. da casa mia che conosco bene, dove vorrei poter vincere per ricambiare la fiducia di Ivano Fanini"
Una classica che Fanini ha già vinto due volte: nel 1986 con la Pepsi-Fanini quando ad imporsi fu il danese Jorgen Marcussen, mentre tre anni dopo il bis con Roberto Pelliconi. Da allora però sono passati 32 anni, troppi per non rivincerla e tanti per stare a indicare che Fanini aveva le squadre professionistiche allora come oggi, non per niente quest'anno è il trentasettesimo anno consecutivo che naviga nel ciclismo professionistico con lo stesso nome.

PER AMORE E VITA OBIETTIVO IL TRICOLORE

Vincere fa sempre bene ed ogni successo merita di essere accolto con soddisfazione, ma Ivano Fanini ed il team manager Cristian hanno un chiodo fisso nella mente: il tricolore. Marco Tizza nel 2019 era nella fuga giusta assieme a Davide Formolo, poi vincitore, quando rimase staccato in discesa tagliando il traguardo in decima posizione. Il patron lucchese, quando viene interrogato sugli obiettivi stagionali pensa sempre a questa corsa che per lui vale moltissimo per farlo tornare a rivivere le emozioni del primo ciclo di grandi vittorie, quando nella prova unica tricolore la sua squadra era sempre stata fra le protagoniste vincendola con Pierino Gavazzi nel 1988, quando superò allo sprint Giuseppe Saronni e Maurizio Fondriest e quando arrivò altre due volte nel secondo gradino del podio nel 1987 con Alberto Elli dietro Bruno Leali e nel 1990 con Roberto Pelliconi dietro Giorgio Furlan.

"E noi ci impegneremo al massimo per accontentarlo - risponde prontamente Polo Totò - perché quest'uomo merita di essere ricambiato di tutti i suoi sacrifici e poi ripeto: io gli devo molto perché senza di lui non sarei più qui a parlare di corse".

Veramente un Totò rigenerato quanto meno per il momento nel morale e la sua nuova visione positiva gli sarà utile per avere il giusto approccio mentale alle prime corse che si avvicinano. Il campionato italiano è in programma nella seconda metà di giugno ed avrà luogo nel circuito dell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari ad Imola, città che ripropone un grande appuntamento dopo il mondiale dello scorso anno. L'organizzazione è affidata alla società Extragiro. Chi conosce bene Totò è l'ex team manager di Acqua e Sapone Vincenzo Santoni, suo compaesano di S.Elpidio, colui che rigenerò Mario Cipollini prendendolo nella sua squadra prima del mondiale vinto a Zolder nel 2002.

"Conosco molto bene Paolo Totò, un corridore molto forte. Aveva soltanto bisogno di fiducia e di sentirsi fortemente gradito dalla squadra. Riuscirà a sfondare con Ivano Fanini, perchè ha trovato la persona giusta per relazionarsi. Il grande Ivano ci comunica con Whats App. Ivano ha messo anima e cuore nel ciclismo e gestisce la squadra più storica del mondo. Rappresenta meglio il ciclismo lui con una Continental che i grandi squadroni delle World Tour. Sono felice di avergli proposto Totò e convinto che non rimarrà deluso."

Vincenzo Santoni si può ormai definire un ex Team Manager?

"Ho smesso di occuparmi della gestione tecnica delle squadre. Sono rimasto nel ciclismo ma soltanto per organizzare eventi. Dal 9 all'11 aprile ripropongo la kermesse della tre giorni ciclistica "El Diablo Cycling Festival" in collaborazione con lo stesso Claudio Chiappucci. A S. Elpidio c'è molta passione per il ciclismo. Città un tempo capitale del settore calzaturiero ora trasformata in località turistica balneare grazie ai 10 Km. di spiagge, dove in un'oasi di pace e tranquillità sono state realizzate delle magnifiche piste ciclabili. Un incarico che mi consente di non allontanarmi da mia figlia, una bambina di 11 anni che adoro. Il ciclismo fa parte della mia vita, ma preferisco rendermi utile nel soddisfare i numerosi appassionati che vanta questo territorio".


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