Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino ... recitava l’inno dei sommergiblisti e un Paolo Villaggio che ce lo ricordava nel suo bellissimo e melanconico spettacolo del 2000 in Versiliana! Lui, da Genova e La Spezia ne aveva visti partire tanti e cento con l’intero equipaggio non son mai tornati.
Questa è una parte della storia dell’ Alfredo Cappellini e del suo Comandante più famoso, Salvatore Todaro, Medaglia D’Oro al Valor Militare alla memoria. Livorno era nel loro destino. Cappellini infatti era un capitano di fregata della Regia Marina nato all’ombra dei Quattro Mori e morto nella battaglia di Lissa nel 1866, Todaro, nato a Messina, allievo dell’Accademia Navale di Livorno, morto in operazione a La Galite (Tunisi) il 14 dicembre 1942 e sepolto a Livorno dove aveva la moglie e figli.
Nell’Oceano Atlantico, a 700 miglia a nord nord-ovest dell’isola di Madera, 16 ottobre 1940, Todaro, dopo aver affondato a colpi di cannone il mercantile armato Kabalo, entrò nella Storia dando al mondo una lezione di civiltà anche nel mezzo di un terribile conflitto che non risparmierà nessuno. Il Comandante, noncurante del pericolo a cui sottoponeva il Cappellini e tutto il suo equipaggio dovendo navigare in emersione, prese a rimorchio una lancia di salvataggio con 26 superstiti e quando la cima di ormeggio cedette sotto la furia del mare, ne prese a bordo gli occupanti trasportandoli fino alle Azzorre, ove li sbarcò mettendoli in salvo.
Al suo rientro alla base atlantica dell’Asse Betasom, a Bordeaux in Francia, l’Ammiraglio Karl Dönitz, comandante in capo della flotta sottomarina tedesca, minacciò di farlo degradare per un gesto impensabile per un comandante tedesco (e anche per uno inglese N.d.A.): “Neppure il buon samaritano della parabola evangelica avrebbe fatto una cosa del genere”, sbottò l’ammiraglio tedesco. Todaro lapidario rispose che un tedesco non aveva il peso di duemila anni di civiltà sulle spalle.
Oggi un film, apertura dell’80^ Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Comandante, del coraggioso regista Edoardo De Angelis, in collaborazione diretta con la Marina Militare che ha permesso l’accesso ai suoi archivi e al diario di bordo del Cappellini, celebra l’episodio e il suo protagonista, mirabilmente interpretato da Pierfrancesco Favino. Il 31 ottobre 2023, a cento anni dall’ingresso all’Accademia Navale di Todaro (18 ottobre 1923), sarà distribuito in tutti i cinema d’Italia.
Se penso a quante volte al Cimitero della Purificazione all’Ardenza sono passato dinnanzi al suo sepolcro e a quante volte, sacrificando un fiore alla tomba dei miei nonni paterni, ho pregato per quello sconosciuto che tanto ammiravo nella sua foto in divisa da sommergibilista... Da un lato se ne celebrano le gesta di una contemporaneità pazzesca (salvare in mare dei naufraghi alla deriva) con un romanzo edito da Bompiani e con un film entrambi di Edoardo De Angelis in collaborazione con Sandro Veronesi e dall’altro non si fa niente per rendere il dovuto omaggio alle spoglie terrene di un Eroe militare che non si è esaltato per un gesto di guerra, ma per uno di pace di fratellanza universale.
L’Accademia Navale è a poco più di un chilometro come può non celebrarlo con un perpetuo fiore? Come può il Contrammiraglio Lorenzano Di Renzo che la comanda girarsi dall’altra parte? Lui, non è il solito ufficiale da scrivania, ma un marinaio pilota qualificato “combat ready” (abilitato al volo su elicotteri e aeromobili a decollo verticale), come lo era lo stesso Todaro qualificato navigatore su idrovolante. Come può lo stesso Sindaco Luca Salvetti, che stimo e con cui condivido la “malattia” per il Livorno Calcio, non rendersi conto che oggi Todaro rappresenta un esempio cristallino dell’accoglienza e del dovuto sacrosanto soccorso in mare a chi è in pericolo di vita?
Spesso il mondo dello spettacolo, con la forza della comunicazione dei suoi artisti, ha saputo sensibilizzare il potere politico ed economico migliorando situazioni di disagio e di degrado ambientale ed umano, contribuendo al cambiamento e al progresso. Il regista De Angelis ha dichiarato che: “Il cinema spesso fa storie denigratorie o agiografiche … noi (produzione, Rai e Marina Militare N.d.A.) abbiamo lavorato insieme con un intento pulito”. Il desiderio è quello di vederlo al Cimitero della Purificazione sul sepolcro del Comandante insieme a Pierfrancesco Favino e a chi vorrà esserci del cast e della produzione per deporre insieme alla Città e all’Accademia Navale una perpetua corona di fiori.