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Scritto da aldo grandi
Summer Festival
23 Luglio 2024

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Sono passati tanti anni, e che anni, da quando, nel 1985, la giovanissima, appena sedicenne, Glizia Currado pubblicava un romanzo dal titolo che era tutto un programma, invero molto ambizioso: Sposerò Simon Le Bon: Confessioni di una sedicenne innamorata persa dei Duran Duran. Fu il caso letterario dell'anno, un po' come Il mondo al contrario di Roberto Vannacci sia pure con contenuti parecchio, ma parecchio più modesti. Simon Le Bon era il cantante britannico leader del gruppo dei Duran Duran che, all'epoca, faceva strage, simbolica, di adolescenti sparsi qua e là per il globo e di cui una buona, buonissima parte viveva a queste latitudini. Nonostante così tanto tempo sia trascorso e di adolescenti pronte a gettarsi nel fiume per gli autori di The Wild Boys - brano uscito proprio quarant'anni fa - piazza Napoleone sia questa sera sia il 21 luglio era piena come un uovo o quasi: 9 mila più 9 mila spettatori paganti che, sommati, danno la straordinaria cifra di 18 mila fans che si sono svenati e, probabilmente avrebbero preferito, spogliati visto il gran caldo, per assistere al ritorno della band in terra lucchese oltreché italiana. Della serie che a volte la seconda viene meglio o, al massimo e non è poco, uguale alla prima. 

Folla che sta per tanta gente anche all'area hospitality allestita nel Cortile degli Svizzeri da Mimmo D'Alessandro divenuta, ormai, una sorta di salotto buono o cattivo non importa, dove si trascorrono pause piacevoli in attesa di cimentarsi con il concerto di turno. 

Questa sera è tornato anche Carlo Conti, abbronzato, si fa per dire, come non mai al punto che possiamo fare il massimo, anche stare ore sotto il sole, ma neri come un tizzone non diventeremo, a differenza del popolare presentatore, mai. Mimmo ancora in buona forma e giunto in prossimità della fine della manifestazione, non si lascia andare in tentazione e la sua cena è frugale come sempre, un po' di frutta, un vago assaggio di carboidrati e poi al lavoro con la consueta tensione di ogni sera. Italo Fontana è tra i primi ad arrivare e con lui Laura Cagnoni, manager della U-Boat e sua ex consorte. E c'è anche Ubaldo Buralli, che di Italo Fontana è cognato avendone sposato la sorella. Ubaldo è anche il proprietario della omonima trattoria in via dell'Anfiteatro, un luogo iconico della gastronomia lucchese, un posto come non ce ne sono anche a volerli cercare con il lanternino. A dispetto del suo look, decisamente originale ed è un eufemismo, Ubaldo Buralli è una persona sensibile e di una bontà infinita, bella persona, semplice, generosa, un po' eccentrica questo si.

No, non è possibile: ci voleva l'area hospitality del Lucca Summer Festival per incontrare, dopo almeno dieci anni, ma anche di più l'ex capo della squadra mobile di Lucca e reduce da cinque anni in quel di Pisa in mezzo agli studenti che amano prendere la polizia a sassate e anche peggio. Si tratta di Virgilio Russo, un dirigente fedele servitore di uno Stato che, a nostro modesto avviso, simili persone non le merita proprio. Onesto, curioso di tutto ciò che lo circonda, intellettualmente preparato, umanamente straordinario al pari di un'altra bella divisa come Leonardo Leone purtroppo scomparso, abbiamo sempre pensato che ai vertici del Viminale dovrebbero starci persone di questo genere così come ai vertici dello Stato che più Stato non è e, forse, mai lo è stato. Uno Stato alla rovescia se così vogliamo definirlo, dove chi cerca di garantire l'ordine e la sicurezza il più delle volte finisce davanti a un tribunale senza nemmeno sapere perché. Un buono Virgilio Russo, ma non fatelo incazzare perché diventa una bestia. Quello che è accaduto nei mesi scorsi, a febbraio, a Pisa con il corteo di studenti e non soltanto, lo ha profondamente amareggiato e ad amareggiarlo ancora di più sono stati i nostri colleghi, quei colleghi che, per non andare contro il politicamente corretto preferiscono essere degli invertebrati della penna.

Ma come sarà la pasta preparata sul momento da Giorgio Tomei? Unica e questa volta si è cimentato, per desiderio espresso del capo al secolo il promoter napoletano del LSF, con un primo al pomodoro, semplice semplice, ma quanto gustoso annaffiato con un po' di peperoncino. Altrettanto godibile il riso alla cantonese freddo, ma appetitoso e leggero. Meglio dell'omonimo cinese. Al suo fianco la consorte Anna Incampo, infaticabile organizzatrice.

Accanto c'è lo stand di Bufalang, azienda con sede in via dell'Isola a Capannori che da anni seleziona e distribuisce in Toscana i migliori latticini e prodotti caseari campani. Mentre ascoltiamo il racconto del fondatore, Fulvio Falanga e da qui la parola Bufalang invece della più facilmente orecchiabile e comprensibile Bufaland, l'assaggio della mozzarella si scioglie in bocca causando un improvviso orgasmo gastronomico che a malapena riusciamo a mascherare. Assolutamente da visitare e ci prenotiamo infatti. 

L'area hospitality è diventato, per alcuni, una sorta di villaggio permanente capace di accogliere e regalare a chi lo frequenta un ottimo aperitivo di sensazioni ed emozioni tutt'altro che scontate: bel posto, bella location, belli gli stand e le persone che li gestiscono, belle le ragazze che si occupano del servizio, bello tutto, un'appendice essenziale per ogni evento sul palco di piazza Napoleone.

E che dire di Galliano e Francesco Vannozzi? Con loro, uno dei migliori acquisti di sempre e, soprattutto, da questa stagione, con il loro secolare gelato che quest'anno è stato intitolato con un gusto speciale, a Giacomo Puccini in occasione del suo 100 anniversario dalla scomparsa. C'è un gelato chiamato Sinfonia alla porta che Francesco e Galliano hanno preparato con degli ingredienti che sono i medesimi assaporati da Puccini quando, negli anni Venti, si recava al Caffè Galliano di Viareggio: latte alla portoghese, variegato di mandarino e una gelatina di prosecco come guarnizione finale: un gusto, semplicemente, straordinario. Il bisnonno di Francesco e nonno di Galliano, infatti, era solito recarsi a casa Puccini a Viareggio a portargli i sigari che ordinava presso il caffè che era anche rivendita di tabacchi. E ogni volta o quasi che Galliano glieli portava a casa, si soffermava fuori dall'uscio per non disturbare il Maestro che stava suonando. Erano le notte della Turandot. Ma Galliano non è solamente il budino ormai famoso in tutta Italia, ma anche, ad esempio, la granita di caffè con panna dove la granita è composta solamente da caffè espresso e zucchero congelati come avveniva negli anni Trenta del secolo scorso con la bisnonna Amalia che, poi, lo estrapolava e lo frantumava a mano né più né meno di come avviene ancora oggi e il sapore è di un caffè espresso vero e proprio.  

Ancora all'area hospitality il primario di cardiologia al San Luca Francesco Bovenzi così come il collega di chirurgia Andrea Carobbi. Per la prima volta scorgiamo anche Samuele Cosentino, titolare del ristorante Gli Orti di via Elisa, altra istituzione cittadina, con il più piccolo dei tre figli. Poco più in là Manuela Giuliani, psicologa e sessuologa al vertice del Das, centro clinico con sede a Lucca e a Gallicano e che vanta una delle équipe professionalmente più valide e preparate del settore e sua figlia Beatrice. C'è il sindaco e c'è anche il suo portavoce così come un paio di assessori, ma il grosso, questa sera, è assente forse perché era già venuto l'altro ieri.

Reparti frutta fresca da urlo, con il cocomero più dolce che c'è, un melone che non lo invidia, delle ciliege stupende e altra frutta a go-go. Vino? Assolutamente si, a cominciare dalla Fattoria Buonamico di Eugenio Fontana. Acqua di un altro sponsor della rassegna, Acqua Silva della famiglia Puccetti. Una menzione speciale la meritano anche coloro i quali e non sappiamo chi sono, tengono in maniera impeccabile i bagni a disposizione degli ospiti. Grazie davvero.

Il concerto è appena cominciato e basta uscire nella piazza per accorgersi che, realmente, tra la prima e la seconda - scegliete voi di che cosa - non c'è alcuna differenza, anzi. Lucca senza il Summer Festival non sarebbe più la stessa e a giugno-luglio, dopo 26 anni, si avvertirebbe, inevitabilmente, una enorme mancanza. Ci sono ancora, purtroppo, i nostalgici delle mummie anche in questa città. Eppure invece di protestare o gufare, farebbero molto meglio a congratularsi con chi, sia pure non certo per sport, regala emozioni a non finire tutti gli anni sistematicamente. Che dio ce lo conservi in salute a lungo, perché un altro Mimmo D'Alessandro (e Galli) col c...o che lo troveremmo.

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