Le migliaia di fans accorsi in Piazza Napoleone per assistere al grande ritorno della rock band inglese dei Placebo non sono rimaste deluse. Una lunga carriera di venticinque anni, con 19 album all’attivo di cui nove in studio, racchiusi in quasi due ore di show. Migliaia, come detto, i fans accorsi, molti dei quali già presenti pochi giorni fa nella prima uscita italiana a Torino: la scaletta è praticamente la stessa ma non importa, tutti a Lucca per non perdere l’esibizione dei carismatici Brian Molko e Stefan Olsdal.
Una giornata calda che non ha risparmiato nessuno, tanta gente proveniente da tutta Italia ma anche i tanti stranieri che in questi periodi si trovano in zona o che, magari, ne hanno approfittato per unire un viaggio alla passione per la band britannica. Serata aperta dall’esibizione della giovane band rock Peaks che “scalda” l’ambiente con la loro energia: non è la prima volta che aprono i concerti dei Placebo o di altri eventi rock nazionali, e si sente.
Alle 21.30 in punto eccoli sulla scena: i Placebo, accompagnati da altri tre musicisti salgono sul palco: pochi fronzoli, solo musica, voce e giochi di luce. Ed una raccomandazione, prima di iniziare a cantare ma poi ripetuta dallo stesso front man durante il concerto: non utilizzare gli smartphone, tenerli spenti per non disturbare l’esibizione e per rispetto degli altri spettatori che vogliono godersi la musica. In effetti l’appello viene raccolto.
La musica vola via con il mix di rock alternativo, tra rock classico, indie, potente e carico di energia, il pubblico non si risparmia e partecipa a tutti i brani. Sono soprattutto le canzoni più recenti, quelle degli ultimi due album, a tenere la scena ma non mancano i grandi successi che li hanno fatti conoscere anche ai meno esperti del settore, come “Bitter End” e “Slave to the wage”. Una breve sosta nel finale e poi gli ultimi tre brani, tra cui le famose cover di “Shout” e “Running up that hill”. I Placebo salutano il loro pubblico che, ne siamo certi, ritroveranno nelle prossime tappe italiane di Imola, Matera, Padova e Sassari.
Foto di Cinzia Guidetti