È con la sua voce morbida e graffiante al tempo stesso che Mick Hucknall irrompe sul palco: pantalone chiaro, camicia floreale, una mala tibetana al polso destro, occhiali scuri, un look decisamente informale adatto a una calda sera d’estate. Sulle note di “Better with you”, con cui aprono in concerto, si rinnova quel legame ormai consolidato con il pubblico riportandolo alle atmosfere degli anni ‘80 dove il sound avvolgente lascia ampio spazio ai sintonizzatori.
La magia e la forza dei Simply Red si devono in gran parte al loro frontman che con la sua chioma rossa fiammeggiante, considerata l’età, ormai un po’ meno, e il rubino incastonato fra i denti a distanza di oltre 30 anni dall’esordio ancora fa sognare.
Reduci da un tour stellare, quello del 2022 che li ha visti esibirsi in 73 spettacoli davanti a oltre 600 mila spettatori, la band sbarca finalmente in Italia, paese a cui sono particolarmente legati, anche per promuovere il loro nuovo disco “Time” uscito un mese fa. Lucca è la terza delle cinque tappe previste: l’intera piazza Napoleone che vede il tutto esaurito per l’evento si stringe in un unico grande abbraccio, palpitando all’unisono.
Il primo singolo scivola via velocemente lasciando spazio a "Thrill me", il concerto inizia quindi a prendere forma a scaldarsi. "Questo tour è tutto incentrato sul groove", aveva dichiarato Mick prima della partenza della tournée che li vedrà sbarcare in 11 paesi.
Sembra proprio che la promessa venga mantenuta. La straordinaria versatilità della band permette di passare da un'atmosfera all'altra, fra grandi successi e nuove contaminazioni.
Hucknall cattura la scena, lasciando spazio anche a un breve scambio con i presenti dopo “Thrill me”: "Ciao a tutti buonasera. Tutto Bene? Sto benissimo oggi”. Un breve accenno alle zanzare crea ilarità in tutta la platea.
Ritmo ed emozioni si alternando in un crescendo, divenendo i fili conduttori di questo show: “Fake” grande successo degli anni 2000 cede il passo alle suggestioni di "New flame", fino alle suadenti note di "Shades", ma è attraverso brani come "Holding back the years", successo planetario del 1985, che il pubblico viene trascinato nello spirito della grande festa che si sta consumando.
Un breve intermezzo per la presentazione dei sei elementi della band e la musica riparte. Nella setlist c'è spazio per omaggiare Barry White attraverso la cover di "It's only love doing its thing" (contenuta nell'album dei Simply Red "A new flame"), e con un successivo terzetto di hit a cavallo tra gli anni '90 e gli anni 2000: "Mirror" e le celebri "Stars" e "Sunrise" il concerto si immerge sempre più attraverso la storia discografica del gruppo.
Non può, quindi, mancare un'ampia concessione al funk di "Just like you" impreziosita dagli assoli di fiati, tastiere e chitarra, "Come to my aid" e il brano "Ain't that a lot of love" scatenano il pubblico, che dalle pronunce dialettali pare provenire da ogni parte d’Italia.
È un fluire di emozioni: tutti ballano e cantano lasciandosi attraversare dalle note; con l'esecuzione impeccabile di "Thinking of you" e "Something got me started", due brani manifesto, anche chi era rimasto comodamente seduto si alza in piedi: il ritmo è incontenibile.
Con "Something got me started" si chiude il concerto. Le band si allontana, ma nonostante si abbassino le luci c’è ancora spazio per il bis e per divertirsi ancora. I magnifici sei si ripresentano sul palco per il gran finale. Partono i primi accordi di "Money's too tight (to mention)" è l’energia collettiva fa vibrare la piazza; segue "Nutbush city limits", il dovuto tributo soul a Tina Turner, icona della black music recentemente scomparsa. Il concerto si avvia verso la sua definitiva conclusione, con la splendida ballata "If you don't know me by now", attraverso abbracci, baci e qualche lacrima si libera definitivamente il sing along dei presenti, lasciando un senso di ritrovata gioventù, anche fra chi ormai ha i capelli brizzolati.
Prima di congedarsi dal suo pubblico Mick Hucknall tira fuori il telefono e sorridendo confida “Anche io sono un vostro fan” inizia quindi a filmare la piazza. Ma è intonando la famosa canzone di Mina “Sei grande, grande, grande” che lentamente scompare nell’oscurità.
Chissà se quel timido sedicenne, quasi nascosto fra i fans del concerto dei Sex Pistols a Manchester, nel lontano 1976, nove anni più tardi da questo insolito punto di partenza, avrebbe pensato mai di costituire una band e trascinarla in un successo planetario da oltre 55milioni di album venduti?
Foto di Cinzia Guidetti