Dopo il suo trionfo con Pat Metheny lo scorso 17 luglio, ancora una volta la musica nella sua purezza, indipendente dalle parole, è tornata a sfogare l'intera gamma delle sue possibilità al Lucca Summer Festival: questo grazie agli americani Snarky Puppy e all'inglese Jacob Collier, anche loro come il grande chitarrista pluripremiati ai Grammy, che in un doppio concerto, formula ormai collaudata dal festival, hanno mostrato all'intero pubblico accorso in piazza Napoleone l'orizzonte contemporaneo del jazz, e di cosa può essere capace in combinazione con altri generi e servendosi di tutti gli strumenti che la nuova età musicale mette a disposizione.
In una serata inaspettatamente fresca per le temperature cui quest'estate ci ha abituati ad aprire le danze sono gli Snarky Puppy, collettivo di Brooklyn guidato dal bassista Michael League a cui poco manca per definirsi una vera e propria orchestra: la formazione che si esibisce in quest'occasione a Lucca vanta tra gli altri due batteristi, due tastieristi, due trombettisti, e ancora un basso, una chitarra, un sassofono, un flauto traverso e persino un violino. Ciascuno di questi strumenti è in grado di esprimere le proprie più profonde potenzialità, grazie ai rispettivi musicisti che li portano ai loro estremi limiti, e al contempo le mette a disposizione degli altri, creando un'armonia perfetta e intoccabile.
Il concerto si snoda così in assoli che sfociano sempre infine nella collettività, armonie impeccabili tra gli strumenti, motivi ripresi e rielaborati a creare una perfetta coesione e ritmi profondi e frenetici che fanno ballare i presenti anche da seduti (e addirittura alcuni sono talmente presi dalla musica che si alzano dai propri posti a sedere e si lasciano andare ad una vera e propria danza gioiosa).
"Grazie mille- League ringrazia il pubblico lucchese, e ogni volta che gli si rivolge lo fa in un italiano pressappoco impeccabile- Per me è molto speciale essere qui perché il mio basso è nato qui a Lucca, da Bruno Bacci, che stasera è qui con noi". Quando annuncia che stanno per suonare l'ultima canzone, il pubblico si lamenta, è restio a lasciarsi sfuggire questi che qualcuno definisce positivamente dei "mostri", e che in effetti in poco più di un'ora di concerto sono riusciti a creare un'atmosfera al contempo rilassata e di elevatissima eleganza.
Ma la notte è ancora giovane, e non c'è motivo di intristirsi: la fine del concerto degli Snarky Puppy significa solo che è la volta di Jacob Collier, cantautore e polistrumentista nemmeno trentenne che non appena sale (anzi, corre) sul palco colpito da una pioggia d'applausi dà subito mostra di tutto quello che ha da offrire: in un'esplosione di colori, in cui partecipano tanto le luci quanto i vestiti che indossa, comincia subito a saltare da uno strumento all'altro, alternando batteria e pianoforte mentre canta con la sua voce calda e profonda.
Quella di questa sera è l'ultima data del suo tour estivo, fatto che il musicista non manca di ricordare. "Questo tour è stato una montagna russa di emozioni, ed estenuante a livello fisico, ma ne è valsa la pena grazie a voi che siete venuti in questa bellissima piazza- dice al pubblico lucchese- Questa è la nostra destinazione finale, stasera apparteniamo a Lucca".
L'armonia e la coesione di cui già gli Snarky Puppy avevano fatto mostra vengono ora portate al massimo; armonia non solo tra gli strumenti, non solo tra le voci, non solo tra i musicisti e il pubblico ma perfino tra la musica e lo stesso palco: animato da luci che pulsano al ritmo della musica e accordandosi con le melodie suonate il palco si configura come un organismo vivente il cui cuore batte assieme a quelli dei musicisti. E gli stessi musicisti sembrano quasi condividere un unico cuore: Collier e le sue coriste (che come lui non si limitano a cantare, ma allo stesso tempo suonano) intrecciano le rispettive voci in un tessuto fitto, impeccabile e di una raffinatezza innegabile.
E mentre balza da uno strumento all'altro, destreggiandosi tra le altre cose tra contrabbasso, chitarra e basso, Collier ha anche il tempo di farsi direttore di coro: guida il pubblico ad eseguire complesse armonie, riuscendo a suddividerlo in tre ideali sezioni e portandolo con il gesto di una mano a fare ogni cosa desideri. Il risultato fa venire i brividi dall'emozione, e fa sembrare quello che è in corso molto più di un concerto, una vera e propria esperienza, animata da un livello d'interattività raro in occasioni del genere.
Il pubblico diventa protagonista del concerto, corista e pure strumento: così, nel botta e risposta alla batteria tra Collier e il suo batterista, persino il pubblico finisce per giocare una parte attraverso il battito delle mani, in quello che risulta una sorta di terzetto ritmico frenetico e inarrestabile. Gli spettatori possono persino avere l'impressione di dirigere loro stessi il concerto, di avere capacità decisionale sulle canzoni che vengono suonate. "Questa canzone è un po' funky- annuncia Collier ad un tratto- Mi dispiace molto. Va bene se suoniamo una canzone funky?". Aspetta che il pubblico assentisca sonoramente prima di ringraziarlo e proseguire con la canzone.
Ma la sua abilità nel gestire il pubblico raggiunge il suo apice quando, durante la sua cover del capolavoro di Elvis Presley Can't Help Falling In Love, il pubblico esegue un'armonia senza nemmeno che lui debba guidarlo, ormai completamente stregato e integrato nella trama della musica. Questa esibizione si conquista la prima delle tre standing ovation che il pubblico lucchese gli riserva.
Forse ciò che colpisce di più è la pura umiltà che un musicista tanto talentuoso mostra di possedere in quantità. "Che ne pensate degli Snarky Puppy?- è una delle prime cose che dice durante il concerto- Assurdi, sono uno dei gruppi migliori a camminare su questo pianeta, è un onore condividere il palco con loro". E nello stesso segno termina il concerto: dopo aver eseguito il nuovo singolo WELLLL presenta al pubblico, oltre che tutti musicisti, definiti "i musicisti più talentuosi in cui mi sia imbattuto e le persone migliori", ogni singolo membro della crew, che ringrazia per "far funzionare questo spettacolo ogni giorno in qualsiasi condizione".
E così, sulle note di Somebody To Love dei Queen e all'insegna di un'ultima armonia che vede protagonista il pubblico, termina un concerto che ha rivelato cosa la musica può essere se se ne sfruttano al pieno le capacità, e cosa potrebbe diventare, in un'epoca all'insegna della semplicità e della commercialità, se la si fa ritornare pura e semplice musica, pur sfruttando tutto quanto la modernità ha da offrire.
Foto di Ciprian Gheorghita