Abbiamo creduto alle parole che Bruno Russo, responsabile del settore giovanile della Lucchese Libertas 1905 insieme ad Augusto Rotolo, ci aveva detto oggi pomeriggio al telefono. E cioè che la situazione era sotto controllo, che i ragazzi che se ne sono andati, svincolati nella finestra di dicembre, lo avevano fatto perché, come accade spesso, se non giochi ti stanchi e preferisci mollare. Abbiamo anche creduto alle sue affermazioni quando ci ha detto che la società rossonera presieduta dal signor Andrea Bulgarella era in regola con i pagamenti delle collaborazioni allo staff che si occupa, con allenatori e preparatori atletici e dei portieri, del settore giovanile, dai bambini ai più grandi. E, invece, scopriamo che questa gente sta sputando l'anima da mesi, ossia da inizio stagione, senza aver preso se non delle briciole e vantando, addirittura, tre mesi di arretrati. Certo, non ci sono contratti come per i professionisti, a testimoniarlo, ma che importa? Al supermercato, quando vai a pagare la spesa non ti chiedono uno straccio di documento, vogliono e gli bastano i soldi.
L'articolo che abbiamo scritto e pubblicato poche ore fa sta facendo non tanto rumore quanto un vero e proprio casino. Chissà che cosa ne pensa l'assessore allo sport Fabio Barsanti, così intelligente e capace di saper distinguere la buona dalla cattiva informazione, lui che si è definito una sorta di fascista del terzo millennio quando il fascismo, ormai, dovrebbe essere stato gettato nel cesso tanti, tantissimi anni fa. Barsanti è il primo dei tifosi che frequenta lo stadio la domenica ed è amato da tutta la curva Ovest. Si occupa dello stadio prossimo venturo, partecipa a inaugurazioni e celebrazioni sportive calcistiche, ma, guarda caso, niente sapeva delle condizioni disastrose e disastrate nelle quali versava e versa il settore più importante per una squadra e una società che vogliono preparare il futuro.
Non appena sulla Gazzetta di Lucca, sì, proprio il giornale che il fratello del campione di basket si ostina a considerare autore di cattiva informazione, è apparso l'articolo sul settore giovanile rossonero https://www.lagazzettadilucca.it/a-s-lucchese/che-cosa-sta-succedendo-al-settore-giovanile-della-lucchese-atleti-che-se-ne-vanno-pulmini-che-non-viaggiano-soldi-che-non-arrivano-bruno-russo-tutto-si-risolvera-entro-natale il papà e la mamma di un ragazzino che è stato costretto ad abbandonare la squadra dove militava, la Under 13 rossonera, hanno commentato in maniera durissima il comportamento della società che, a loro dire, ha prima illuso e promesso, poi abbandonato il bambino che, tra l'altro, era il capocannoniere della squadra.
E sono state proprio le parole di Bruno Russo a far mandare in bestia il papà che quando ha letto che se ne sono andati quelli che non giocavano mai, non ci ha visto più. E con lui la mamma del giovanissimo. Ecco i loro commenti testuali:
Ho letto il tutto e la cosa che più mi ha fatto ridere alla fine, è dire che i ragazzi sono andati via perché non giocavano
Legga bene: AVETE PRESO IN GIRO I RAGAZZI E LE FAMIGLIE, SENZA CONTARE I SACRIFICI TRA CUI QUELLI ECONOMICI PER PORTARE I RAGAZZI A LUCCA ( VENIVO DA SAN GIOVANNI VALDARNO...270 KM TRA ANDATA E RITORNO ). Tra le altre cose mio figlio giocava sempre, si informi prima di scrivere fesserie...
Dovreste prendere ESEMPIO da società che non vendono fumo, ma zitte zitte fanno i FATTI...
ABBIATE RISPETTO
E vai con il secondo:
Mi perdoni ma non trovo corretto cercare capi espiatori per continuare a TENTARE di nascondere un'evidente situazione di difficoltà, ammettere i problemi sarebbe stato sicuramente una prova di coraggio ma, continuate come del resto da vari mesi, a illudere le persone ma SOPRATTUTTO I RAGAZZI e questo è a dir poco squallido!!! È inutile dirle che mio figlio era in lacrime la sua ultima partita perché avrebbe dovuto lasciare uno STAFF FANTASTICO ma purtroppo, la ns famiglia non poteva più sostenere né economicamente né per motivi professionali, DOVER CONTINUARE AD ACCOMPAGNARE mio figlio (270 km a/r) a ogni allenamento. Sarebbe stato elegante, visto la sua militanza nel mondo dello sport, CHIEDERE SCUSA A TUTTI QUEI RAGAZZI che avevano creduto nella Vs. Società e non abbandonarli ancora una volta. P.S.: mio figlio titolare e capo cannoniere della squadra!!!...si faccia 2 domande, ma le risposte le conosce molto bene.
Allora, poiché non abbiamo ancora, nonostante l'età, l'anello al naso, abbiamo voluto verificare in un modo o nell'altro e che cosa abbiamo scoperto? Semplice. Bruno Russo ha fatto un po' il Pinocchio della situazione, ma ha sbagliato Geppetto. Noi, infatti, ve la raccontiamo così la storia del gatto e della volpe:
C'era una volta, a inizio settembre e anche un po' prima, una società che aveva intenzione e, probabilmente, avrà ancora, di creare un settore giovanile con i cosiddetti. Proclami, promesse, parole. Ai ragazzini e, soprattutto, ai loro genitori, si dice che i loro figli saranno seguiti con passione e con tutti i migliori mezzi a disposizione a cominciare dai pulmini che si recheranno a prendere i giovani atleti anche nelle più sperdute lande della contea, a Livorno, ad Empoli e anche a Firenze. Ci sono tre pulmini, un po' come il gioco delle tre carte peccato, però, che quello che funziona meglio va sempre, giustamente, a Firenze a prelevare i futuri campioncini e, a dirla tutta, effettivamente il nocciolo della formazione Under 13 vede quasi tutti giovanissimi residenti in provincia di Firenze, uno migliore dell'altro.
Oltre ai pulmini e agli atleti, servono, inevitabilmente, anche gli autisti che, si presume, non lo faranno certamente a titolo gratuito. C'è, poi, lo staff compresi preparatori atletici e dei portieri e anche questi almeno una fetta di pandoro e di panettone gliela vogliamo dare una volta a settimana? Nessun problema garantiscono i vertici societari, provvederemo ad ogni necessità. I genitori ci credono, i ragazzini pure, i tecnici e lo staff, almeno all'inizio, anche. Ma arriva dicembre e a quanto pare, se le parole sono veramente pietre come scriveva Carlo Levi, allora le famiglie si vedono arrivare addosso una sassaiola micidiale e inaspettata.
La società comunica, infatti, che i pulmini non faranno più, ad esempio, il percorso fino a Firenze. Quindi tutti quelli che fino al giorno prima si sono entusiasmati per giocare nelle file rossonere, sorbendosi, con le famiglie, centinaia di chilometri su e giù per allenarsi, si sentono spiegare che, perdonateci, ma era tutto uno scherzo o quasi. Non c'è più trippa per gatti è la sostanza. Altro che non giocare mai! Ma che cosa dice Bruno Russo? Il ragazzino di San Giovanni Valdarno era il capocannoniere della squadra e non aveva mai perso un match! Roba da vergognarsi se uno avesse il coraggio.
La società, però, sta zitta, non parla, i suoi dirigenti evitano di affrontare certe tematiche, i giornalisti evitano anche loro di fare domande scomode della serie sennò, poi, chi la riprende la Lucchese? Una società muta che vuole apparire senza essere e alla quale nessuno, qui a Lucca, ha insegnato quello che i contadini marliesi dicono da sempre: Pare' e un esse è come fila' e un tesse. Traducete per lor signori per favore.
La verità, però, improvvisamente esplode: altro che ragazzini che non giocano mai, sì, certo, qualcuno, soprattutto, tra i più grandicelli forse è per questo che se ne è andato, ma gli altri, i più bravi, quelli che costituivano l'ossatura della squadra e che venivano tutti da Firenze, quelli sono stati costretti ad andarsene perché non li andavano più a prendere visto che mancavano i pulmini, mancavano gli autisti, ma, in particolare, mancavano i soldi che la società non tirava e non tira fuori. Bruno Russo, però, ha promesso che entro pochissimi giorni arriverà Babbo Natale e farà regali a tutti salvo che ai ragazzini bravissimi che, ormai, se ne sono dovuti andare per colpa della società stessa che non ha fatto nulla per tenerli. Ma Russo promette un settore giovanile da sballo, roba da stropicciarsi gli occhi se prima non si sono messi a piangere non si sa bene se per ridere o per disperarsi.
Questa è la storia caro assessore Fabio Barsanti e, lo ripetiamo, prima di pronunciare il nome della Gazzetta di Lucca o anche soltanto scriverlo, si sciacqui ripetutamente la bocca.
PS. Abbiamo seguito la Lucchese con passione e amore durante tre mandati societari e tutte e tre le volte abbiamo dato fiducia ai presidenti e altrettanti sono stati i fallimenti oltre a battaglie combattute contro aspiranti mezze seghe che avrebbero voluto, ma non sono nemmeno riusciti a provarci, prenderne il posto.
Tutto ciò ci ha provocato, stress, guai professionali, amarezze e una marea di critiche da parte dei tifosi rossoneri sempre pronti, come tutti i tifosi, a sparare merda sul cavallo perdente. Così, abbiamo finito per non occuparcene più, lasciando ad altri, ai novelli giornalisti di età e di spirito, la voglia di cimentarsi con i colori rossoneri. Questa mattina, per puro caso ed è la seconda volta in 15 giorni, ci siamo imbattuti in uno tra i supporters rossoneri più intelligenti, arguti, appassionati, intellettualmente onesti il quale ci ha chiesto, a bruciapelo, quando saremmo tornati a scrivere di Lucchese che ce n'era un gran bisogno. Abbiamo declinato, gentilmente, l'invito, ma, poi, ci abbiamo ripensato come i... cornuti. Era già un po' che ci arrivavano segnalazioni su come le cose non stessero andando come si voleva far sembrare. In più, poi, ci si è messo anche lo sceriffo che vuole smantellare l'impianto di San Cassiano a Vico della Real Academy e una realtà sportiva dove Claudio Polonia ogni mese paga 20 mila euro di rimborsi spese con massima soddisfazione di tutto lo staff che allena con gioia e grande professionalità. Ma come?, ci siamo chiesti: il settore giovanile della Lucchese è in condizioni critiche per non dire peggio e invece di guardare in casa rossonera per capire cosa sta succedendo, si vanno a rompere i coglioni a Claudio Polonia e al Farneta 1983 di Federico Della Bidia? Ecco, a quel punto è scattato qualcosa.
E, cari sindaco e assessore Barsanti, siamo appena all'inizio!