Non esistono persone disabili: è l'ambiente esterno a essere incapace di accogliere e includere tutti. Prende le mosse da questo punto di vista, semplice e rivoluzionario, il lavoro sul piano dell'accessibilità urbana del Comune di Lucca. Uno strumento strategico affidato all'esperienza e alla competenza di Leris Fantini, professionista che da oltre trent'anni si occupa di progetti per rendere le città a misura di ogni persona, con ogni tipo di esigenza e capacità motoria.
Il programma del piano e il metodo di schedatura e consultazione dei dati è stato presentato ieri (21 luglio) nel corso di una seduta congiunta delle commissioni consiliari urbanistica e politiche sociali. Dalla lettura dei bisogni espressi con un questionario e dall'ascolto delle associazioni impegnate a sostegno delle disabilità, il lavoro procederà per fasi. Anzitutto, saranno rilevate le criticità che ogni via o piazza del centro storico presenta. I dati, raccolti su una piattaforma informatica, saranno quindi catalogati e gestiti in forma dinamica su un data base, in modo da essere facilmente interrogabili. Il piano definirà le priorità e proporrà un abaco di soluzioni per rimuovere le barriere architettoniche mappate. Il personale tecnico del Comune riceverà infine adeguata formazione per l'utilizzo del nuovo strumento.
"Le città devono poter essere vissute da tutti, in ogni momento della vita. Questo piano – ha detto l'assessore all'urbanistica Serena Mammini – è un atto di civiltà, voluto e dovuto, che lasceremo in dote a Lucca per un tempo che andrà oltre questa amministrazione. Ecco perché vorremmo che il percorso fosse quanto più condiviso da tutto il consiglio comunale. La politica è soprattutto attenzione alla persona, è accorgersi delle difficoltà e cercare di azzerarle. Il piano dell'accessibilità urbana è lo strumento necessario ad accrescere il benessere ambientale, perché di anno in anno possa completarsi il disegno di una città più giusta".
"Una città pensata per tutti – ha commentato l'assessore alle politiche sociali, Valeria Giglioli – è un luogo capace di offrire maggiori opportunità. Oggi abbiamo la possibilità di programmare interventi concreti e utili, ordinati, in grado di rispondere ai bisogni di tutta la popolazione: disabili ma anche anziani, cardiopatici, atrosici, obesi, bambini piccoli o anche solo persone che, in seguito a un incidente, si trovano a vivere un periodo di mobilità ridotta. Un bel segnale anche per la ripartenza dopo i mesi di lockdown, particolarmente sofferti dalla popolazione più debole. Non dobbiamo dimenticare che la disattenzione nel progettare una città non inclusiva genera persone non autosufficienti e quindi importanti costi sociali".
Positivo anche il commento di Cristina Petretti, consigliera delegata alle politiche per la salute: "Se l'ambiente è ostile, le persone lo vivono con difficoltà: è così che si determina la disabilità, intesa non come attributo dell'individuo ma come handicap della città stessa. Il nostro obiettivo è il benessere di chi vive le nostre strade e le nostre piazze, e vogliamo raggiungerlo senza rinunciare alla bellezza. L'accessibilità deve essere trasparente, facilitata da interventi non pesanti, impercettibili ma determinanti, in armonia con il contesto. Una serenità, anche visiva, che incide concretamente sulla percezione e quindi sulla salute".