Nel 2019 sono stati 1460 i pazienti transitati e dimessi, sette giorni su sette, dal reparto di Cardiologia di Lucca, con una degenza media ospedaliera molto contenuta, pari a 6,7 giorni, per complessivi 9.700 giorni di degenza. Ben 360 gli infarti trattati con angioplastica coronarica, di cui 180 nelle primissime ore dall'insorgenza dei sintomi, una parte di essi provenienti grazie all'efficiente sistema 118 dalla Valle del Serchio. Circa 530, inoltre, tra i ricoverati, quelli che hanno manifestato segni di scompenso cardiaco, anche avanzato o refrattario, molti di essi per cardiopatia ischemica, per problemi valvolari o infettivi con miocarditi e varie forme di cardiomiopatie. Poco più di 300, infine, i ricoverati per problemi aritmici sottoposti a procedure di impianto di pacemaker o di defibrillatori, secondo le più sofisticate e moderne tecniche di impianto, come per i defibrillatori sottocutanei dei quali Lucca è stata tra le prime in Italia nel 2014 ad introdurre l'utilizzo.
Ecco i numeri della Cardiologia di Lucca che in questi anni è diventata un modello organizzativo apprezzato in termini di risultati clinici, economici e gestionali in rapporto alle risorse impiegate e che si appresta a vivere, tra il 20 e il 22 febbraio il 14° Meeting CardioLucca, dal titolo "Hearts Secrets" organizzato dal professor Francesco Bovenzi e che vedrà centinaia di specialisti di ogni parte d'Italia ritrovarsi nell'auditorium San Francesco per conoscere le più attuali evidenze scientifiche in tema di malattie cardiovascolari. I numeri della Cardiologia lucchese evidenziano anche come oltre il 60 per cento dei pazienti ricoverati all'ospedale San Luca riceva un trattamento interventistico cardiovascolare salvavita. "L'innovazione e il progresso non avvengono mai per caso, cerchiamo di offrire un modello di assistenza moderno, sicuro ed efficace – dichiara Bovenzi – lavorando insieme in squadra con straordinari colleghi di reparto competenti e responsabili, come dimostrano i nostri preziosi dati di attività e di esito. La prevalenza delle malattie cardiovascolari in Lucchesia è ben controllata grazie alle misure di prevenzione primaria garantite da un'efficiente rete aziendale territoriale che ruota sul pilastro fondante e insostituibile dei medici di medicina generale, ma resta alto il rischio di eventi acuti cardiovascolari che merita tutta la nostra più grande attenzione".
Sempre lo scorso anno, sono stati registrati oltre 40 casi di ricovero in Cardiologia per forme di embolia polmonare ad alto rischio di mortalità, molte di queste complicate da shock, ma subito diagnosticate ed efficacemente curate e salvate, così come sono state 24 le forme di cardiomiopatia da stress, sindrome che si manifesta in modo insidioso e sfidante. Si tratta spesso di forme gravi di scompenso acuto, tipicamente insorgenti in donne in menopausa. Lucca è riferimento in questi pazienti per l'apprezzata attività di studio e di ricerca clinica avviata nell'ultimo decennio. Inoltre, nella Cardiologia del San Luca i casi di endocardite infettiva, infezione delle strutture del cuore non contagiosa, ma gravata da altissima mortalità ospedaliera, sono stati 12, in linea con la letteratura che riporta dai 3 ai 10 casi per 100.000 abitanti, tutti precocemente diagnosticati. Infine, 300 i pazienti ospedalizzati con angina, il 70 per cento dei quali con forme instabili per cui molto spesso opportunamente rivascolarizzati con angioplastica o chirurgia, l'altro 30 per cento, che presentava forme stabili, ha seguito percorsi integrati di studio con imaging ecocardiografico da stress, diagnostica non invasiva di eccellenza nella ricerca clinica internazionale.
"La crescente gratitudine di tanta gente verso la spinta umanizzante, scientifica e organizzativa del nostro lavoro in ospedale è la forza – conclude Bovenzi – che ci induce a credere e proseguire con entusiasmo su questa difficile strada".
Cardiologia a Lucca: nel 2019, oltre 1400 ricoverati e 360 gli infarti trattati con angioplastica
Scritto da Redazione
Cronaca
12 Febbraio 2020
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