Pochi, ma sarebbero stati, sicuramente, di più, magari anche solo qualche decina, con tanto di mascherina, ma tutti, semplicemente, desiderosi di esprimere una speranza e, allo stesso tempo, un'amarezza e un dissenso per quello che sta succedendo. L'intervento della Digos ha subito fatto capire senza fraintendimenti che qualora le persone non se ne fossero andate, si sarebbe trattato di assembramento e, quindi, tutti passabili di denuncia per violazione delle norme dettate dal presidente del Consiglio, sì, proprio l'incapace per eccellenza, colui che ha messo alla fame milioni di italiani e che ha distrutto cultura ed economia di un paese senza nemmeno capire perché.
Andrea Colombini e Aldo Grandi, direttore (ir)responsabile della Gazzetta di Lucca e non solo, hanno, così, preferito evitare che altra gente si aggiungesse a quella (poca) già intervenuta e hanno sciolto, si fa per dire, le righe. Nessuna violenza, né grido di protesta, soltanto, per Colombini che ha intonato l'inno di Mameli, un paio di minuti nel corso dei quali sono state scattate alcune immagini.
Se a qualcosa è servito - a niente - questo gesto, è stato farci capire che la libertà in questo paese non esiste e pensare che al Governo ci sono i pentapallati i quali sono cresciuti all'insegna della libertà sui social e il Pd che si sciacqua la bocca un giorno sì e l'altro pure con l'antifascismo e la costituzione. In realtà, in tempi di Coronavirus, anche ritrovarsi per strada per darsi un po' di speranza e un po' di calore umano tra gente che non gode di stipendi fissi come coloro che sono alle dipendenze della greppia statale, non è possibile. Ogni dissenso è vietato, ogni circolazione repressa, ogni diritto cancellato, persino quello, il più importante e inalienabile di tutti e indipendentemente da ogni giustificazione, del procacciarsi il cibo per vivere.
Dimenticavamo: un plauso ad Andrea Colombini che, almeno, la faccia ce l'ha messa e anche a quei pochi, sulle dita di due mani, che si sono fatti immortalare. A futura memoria, ammesso che qualcuno riesca ancora a conservarla.