Oltre 250 studenti delle classi quarte e quinte degli Istituti superiori di Lucca hanno partecipato oggi (16 novembre) nell’auditorium di San Francesco a Lucca all’appuntamento annuale con la Giornata mondiale del diabete, due giorni dopo la ricorrenza ufficiale.
I professionisti della Diabetologia, della Medicina dello sport, della Psicologia e dell’Educazione e promozione della salute si sono messi a disposizione dei ragazzi per un’iniziativa - all’insegna della prevenzione e dell’informazione su una malattia sempre più diffusa a livello mondiale - dal titolo “Che salute vogliamo? Possiamo deciderlo anche noi!”.
La giornata è stata organizzata dalla Diabetologia di Lucca e Valle del Serchio dell’Azienda USL Toscana nord ovest e dall’Associazione Lucchese Diabetici. E’ inoltre patrocinata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, dal Comune di Lucca, dalla Provincia di Lucca, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, dall’Ordine dei Medici di Lucca, dalla Federazione Toscana Diabete ODV.
Al centro dell’evento tre importanti tematiche: sana alimentazione, attività fisica, modelli comportamentali positivi.
Ha riscosso tanti applausi e suscitato domande da parte di ragazzi e professori l’intervento di Jan Dunnewind, 26enne ciclista professionista olandese, diabetico dall'età di 4 anni, che ha raccontato la sua vita e la sua carriera. Ha spiegato come ha convissuto con il diabete e come ha cercato di “migliorare la sua glicemia” per poter correre da ciclista professionista.
La testimonianza di Jan, che da due anni vive a Lucca, era stata preceduta dal saluto delle autorità e dalle relazioni dei professionisti della sanità. Erano presenti in particolare il vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca Raffaele Domenici, l’assessora del Comune di Lucca Paola Granucci, il consigliere della Provincia (e sindaco di Borgo a Mozzano) Patrizio Andreuccetti, la direttrice della Zona distretto della Piana di Lucca dell'Asl Eluisa Lo Presti, Catia Abbracciavento per l’Ufficio Scolastico (ambito Lucca e Massa Carrara), il presidente dell’Ordine dei medici Umberto Quiriconi e Alessandro Tambellini per Federazione Toscana Diabete e Associazione Lucchese Diabetici.
Di grande rilevanza anche le successive relazioni, degli altri medici della Diabetologia di Lucca, Ilaria Casadidio, Cristina Lencioni e Ilaria Cuccuru, della dietista Marianna Scavo, dello psicologo del Consultorio Luca Galli e dell’educatrice professionale dell’Educazione e promozione della salute Roberta Della Maggiora.
Gran finale con i ragazzi e con il progetto “Benessere a scuola – Mafalda”, avviato a Lucca nel 2009 e che è oggi un percorso a sistema realizzato in collaborazione tra la struttura di Educazione e promozione della salute dell’Asl e le Scuole secondarie di secondo grado del territorio. L’iniziativa consente una formazione mirata a sviluppare le competenze relazionali, sociali ed emotive che servono a stare bene e che contribuiscono a potenziare autostima e resilienza, necessarie a fare scelte della vita responsabili e consapevoli. E’ rivolta a insegnanti e a gruppi di studenti che svolgono, all’interno della scuola, la funzione di educatori tra pari, contribuendo a trasmettere messaggi positivi e di salute tra i coetanei.
Come è stato ribadito nel corso dell’incontro, in Italia i diabetici noti sono circa 4 milioni e 1 milione quelli che non sanno di avere il diabete. Inoltre, si stima che, per una persona con diabete noto e non noto, c’è una persona ad alto rischio di svilupparlo e ciò significa che almeno 2,5 milioni di persone sono ad alto rischio di sviluppare il diabete nel corso degli anni. Nel territorio dell’Azienda USL Toscana nord ovest sono presenti oltre 90 mila diabetici, di cui 14 mila nell’ambito di Lucca e della Valle del Serchio.
L’evento di oggi (16 novembre) è stata un’ulteriore occasione per mettere in evidenza il ruolo della prevenzione, perché patologie come il diabete e l’obesità, quando non sono determinate da fattori genetici o ereditari, sono spesso causate dalle abitudini alimentari e dai comportamenti adottati. Un’educazione sanitaria che punti decisamente sugli aspetti preventivi e sul miglioramento degli stili di vita può incidere positivamente sulla vita sociale collettiva.