Lo scorso 12 ottobre la galleria Arthteka 32 di Roma ha ospitato la tappa italiana della mostra itinerante Seasoned or Not Seasoned, un’esposizione che ha messo al centro il talento di artisti non più giovanissimi, ma carichi di vitalità e creatività. Dopo il debutto a Madrid, l’esposizione si è spostata anche a Torino, continuando a celebrare una varietà di stili, tecniche e visioni, con l'obiettivo di aprire un dialogo sul valore dell’arte oltre le convenzioni del mercato.
Abbiamo avuto l'opportunità di intervistare Claudio Fiorentini, curatore della mostra e fondatore dello spazio espositivo Captaloona Art di Madrid. Con un passato trentennale nell’industria delle telecomunicazioni, Fiorentini ha scelto di dedicarsi alla promozione artistica, spinto da una passione mai abbandonata: "L’arte è inutile, ma rende l’uomo migliore," afferma, spiegando come la sua decisione sia stata il frutto di una trasformazione personale, alimentata da anni di attività nel mondo culturale.
L’inizio di questa avventura è nato in parte grazie alla sua esperienza con il Polmone Pulsante, storico centro culturale di Roma, dove ha cominciato a partecipare a eventi e incontri promossi dall’artista Saverio Ungheri. Da lì, quasi senza accorgersene, Fiorentini è diventato un attivo promotore culturale. Ma la vera svolta è arrivata dopo la chiusura dell'azienda per cui lavorava e il suo trasferimento in Spagna. Con il sostegno della famiglia, ha colto l'occasione per fare della sua passione una professione: "Il caso, ammesso che esista, ci ha messo lo zampino, ma sono stati i sogni che mi tiravano le lenzuola di notte a spingermi oltre."
Il progetto Seasoned or Not Seasoned riflette questa filosofia di vita, ponendosi come una provocazione al mercato dell’arte, spesso incline a premiare artisti già noti o emergenti giovani. Fiorentini sottolinea come il mercato premi soprattutto il profitto, ma raramente rischi di investire su artisti che si discostano dalle tendenze consolidate. "L’arte ‘pre-corre’, non ‘rin-corre’," afferma, evidenziando il contrasto tra l’esplorazione creativa e le dinamiche commerciali. In questo contesto, molti artisti scoprono o valorizzano il proprio talento solo in età avanzata, diventando ciò che Fiorentini definisce "stagionati".
Proprio a questi artisti è stata dedicata la mostra: artisti che, liberi dalla necessità di dimostrare qualcosa o di temere la critica, godono di una maggiore libertà creativa. Fiorentini racconta come l’età spesso porti con sé una virtù preziosa: "Non si deve dimostrare nulla a nessuno e non si teme la critica, anzi, la si apprezza". Questo dà vita a opere che, pur non sostenute da un curriculum impressionante, sono valide per la loro qualità intrinseca.
L’esposizione a Roma ha visto la partecipazione di artisti di diversa provenienza, tra cui Miguel Ángel Craviotto, Edda Clasen ed Eliseo Vicentti, ognuno con una visione e una tecnica uniche. L’evento ha offerto al pubblico un viaggio artistico che ha superato i confini anagrafici, puntando tutto sulla qualità e l’autenticità delle opere esposte.
Dopo Roma e Torino, Fiorentini ha già in programma una mostra in un museo a Lecce il prossimo anno e sta lavorando a collaborazioni con altre gallerie italiane. Le porte restano aperte per esplorare nuove possibilità in città come Pisa e Lucca, centri storici che, secondo lui, potrebbero offrire spazi ideali per promuovere questi artisti "senza tempo". "Non ci sono limiti," conclude, "l’importante è che l’arte continui ad essere proposta, senza tradire il sogno che spinge a realizzarla."