L'allarme suscitato in questi ultimi giorni a seguito dei mancati rimborsi-bonifici effettuati dalla società Swag International Srl con sede a Roma ai propri investitori in criptovalute e, nella fattispecie, bitcoin, ha portato numerosi clienti, insoddisfatti, a domandarsi che cosa sta accadendo e a rivolgersi ad associazioni in grado di tutelare o, quantomeno provarci, i propri investimenti. Ecco una intervista a Domenico Bacci (nella foto) segretario nazionale del Siti, Sindacato Italiano per la Tutela dell’Investimento e del risparmio di Milano,
Dottor Bacci lei si occupa di assistere, tra gli altri, coloro che sono rimasti vittime degli investimenti effettuati in criptovalute con la Swag. Può spiegarci cosa sta succedendo?
Si. Il Siti, Sindacato Italiano per la Tutela dell’investimento e del risparmio di Milano, la associazione che rappresento, ha lanciato da diverse settimane una azione collettiva a tutela dei clienti Swag, dopo che gli stessi, da diversi mesi hanno cominciato a lamentare la difficoltà nel ritiro dei propri crediti nei confronti della società, sia in Euro che Bitcoin.
La Swag è una società estone che ha anche una controllata in Italia alla quale hanno aderito almeno 300 soci. Oggi è apparsa la notizia del fallimento di quest'ultima, iscritta nel registro delle imprese a Roma. Che cosa ne sa e cosa ne pensa?
La notizia appresa dalle fonti parla della dichiarazione di fallimento della Italiana Swag International Srl, società romana controllata dalla estone Swag OU, costituita appena lo scorso anno ed a cui farebbero capo i rapporti con i gestori dei negozi in franchising di Swag, i cosiddetti “Bitcoin Point”. Non sembra pertanto un caso che nel momento in cui esce la notizia del fallimento della società, si sia diffusa anche la notizia della chiusura del negozio di Lucca, di cui proprio la Gazzetta di Lucca ha dato notizia.
A Lucca molti investitori temono di non vedersi rimborsati i propri crediti e questo anche se, in un recente passato, qualcosa hanno guadagnato. Anche i promoter sono nella disperazione per aver investito a loro volta tutto quello che avevano nel sistema.
Il problema è il meccanismo di vendita Multi Level Marketimg, utilizzato per far crescere una rete molto rapidamente, e con grande soddisfazione, sfruttando la viralità. Se i prodotti servizi/venduti sono solidi e concreti, queste reti possono durare decenni (come molte casalinghe sanno): nel momento in cui si instilla il dubbio nella rete che sotto non vi sia il prodotto/servizio (e nel caso nostro questo dubbio sta ahimè circolando da molte settimane, da quando i ritiri dei propri crediti sono diventati pressoché impossibili) il crollo è repentino. E coinvolge in un solo momento clienti e promotori, in particolari quelli che confidando nella bontà dei servizi/prodotti offerti, hanno lasciato i propri guadagni dentro al sistema. In questi casi, il più delle volte, si è di fronte a quelli che si chiamano “schemi ponzi”, che non sono altro che le vecchie catene di Sant’Antonio. Le prossime settimane ci diranno se questa fosse la natura anche di Swag.
Qual è il suo consiglio ai clienti e quale ai promoter ossia coloro che raccoglievano gli investitori?
Il consiglio che posso dare a tutti, clienti e promotori, è quello di attivarsi prima possibile per far valere i propri diritti, siano essi in sede civile o in sede penale, non omettendo di raccogliere sin da subito tutta la documentazione comprovante non solo i propri versamenti (a mezzo banca o tramite wallet crypto) ma soprattutto i propri crediti, euro o crypto, così come risultanti sulle proprie piattaforme telematiche, prima che magari vengano chiuse e risultino quindi inaccessibili, effettuando screenshot o ricercando email ed estratti.
Lei ha già riunito alcune centinaia di aderenti alla sua azione che potrebbe avere sia un'azione civile sia penale. Qual è il suo obiettivo?
Come detto, il Siti ha già una iniziativa collettiva in corso a cui tutti i clienti ed i soci possono aderire. La nostra precipua finalità è quella di tentare il recupero dei fondi dei propri associati, sia in sede civile, che penale o fallimentare, regolando la propria iniziativa a seconda delle esigenze. Ciò che è importante, è che Siti può garantire tutela completa( Ivi inclusa la rappresentanza legale) a fronte di una quota associativa fissa una tantum molto bassa. Per consentire a tutti di fruire di tutela esperta. Una percentuale più sostanziosa, invece, sarà riconosciuta al Siti quale quota variabile, solo ed unicamente a risultato acquisito. Tutte le info per aderire al Siti sono indicate nella lettera pubblicata sul sito dell’associazione www.sindacatositi.it
Come si fa a sperare di recuperare quanto o parte di ciò che si è investito se la società è all'estero, in questo caso in Estonia e quella italiana è virtuale a tutti gli effetti?
Purtroppo non sarà per nulla facile, anche se Siti ha ampia esperienza in questo ambito: questo è il motivo per cui occorre agire, cercando di contenere al massimo gli oneri fissi di tutela, e spostare al risultato, il grosso dei costi. Esattamente quella che da 30 anni è la politica del Siti, e che gli ha consentito di arrivare a rappresentare con soddisfazione oltre 32000 associati.
Un'ultima domanda: qual è l'insegnamento di queste vicende?
Genericamente possiamo dire che quando si è di fronte a proposte di rendita o di investimento collegate a meccanismi di vendita Multi Level Marketing, nella migliore delle ipotesi i rendimenti difficilmente saranno quelli sperati, perché tutti i costi della rete vengono sostenuti dai clienti. Nella peggiore, si può arrivare alla perdita totale.