Tenucci, a Lucca, è una istituzione. Per oltre 150 anni il negozio in via Fillungo, ancora aperto, ha portato avanti il nome e la serietà di una famiglia che ha dato a Lucca sicuramente altrettanto di quanto ha ricevuto, ma, in termini di immagine, perdonateci, qualcosa di più. Poi le cose sono andate come sono andate e oggi, nel cuore del centro storico, l'unico negozio Tenucci è quello di Carlo che si trova in via Pescheria, uno dei più prestigiosi, frequentati e apprezzati esercizi commerciali per quel che concerne l'abbigliamento.
Così, quando, l'altra mattina, è apparsa la locandina che appare nella foto, molta gente si è domandata se, per caso, Carlo Tenucci avesse deciso di cedere la sua attività. Tenuto, inoltre, conto, che per ristrutturare i locali, avrebbe chiuso alcuni giorni dopo una vendita, in corso, con sconti del 70 per cento sulla collezione autunno-inverno, è stato facile pensare che il Tenucci chiamato in causa fosse proprio quello, l'unico del resto, di via Pescheria.
Invece no. Carlo Tenucci, pare, non c'è rimasto molto bene perché, di questi tempi, si fa presto a fare danni e il difficile, poi, è rimettere a posto le cose. Il negozio di Tenucci non è assolutamente né è mai stato in vendita e l'annuncio apparso è, perdonateci la parola, una bufala.
Peraltro si fa riferimento, nella locandina, ad una azienda di Grosseto che avrebbe acquistato Tenucci. In realtà il Tenucci coinvolto è Umberto, ma egli non è assolutamente proprietario di niente e il negozio storico di via Fillungo 54, fino alla fine di febbraio, è ancora gestito da Sally Monetti e Paolo Del Debbio. Da quella data, poi, subentrerà un altro gestore, appunto Toscano Alta Sartoria Italiana che, però, non ha acquistato alcunché, né l'azienda né tantomeno e come qualcuno ha potuto pensare, l'immobile che non è di proprietà di Umberto Tenucci.
Ora, è bene dire che i Tenucci, Carlo o Umberto non importa, non hanno certo bisogno di essere difesi, ma è indubbio che, in una città dove lo sport più praticato è godere delle disgrazie altrui, si è goduto, si fa per dire, anche abbastanza. Quindi sarebbe, probabilmente e presumibilmente più sano, spostare l'attenzione verso altri lidi e, soprattutto, informarsi bene prima di arrecare problemi.
Noi, e con noi tanti commercianti oltre a Confcommercio la quale, sembra, non ha gradito la notizia fasulla, manifestiamo a Carlo Tenucci e anche ad Umberto, la più totale e incondizionata solidarietà augurandogli di resistere e restare dove sono, sia pure con ruoli e compiti diversi, dove sono adesso. Lucca, questa città che qualcuno, politicanti in primis, vorrebbero ridurre ad un suk generalizzato e privo di identità, ha ancora più bisogno di loro.