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Scritto da Redazione
Cronaca
03 Gennaio 2020

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La generosità di alcune famiglie lucchesi ed un grande lavoro di squadra hanno permesso che in una notte tre accertamenti di morte cerebrale proseguissero poi in tre donazioni di organi con relativi prelievi e trapianti.

Questo fatto unico si è verificato domenica 29 dicembre nella Rianimazione del San Luca di Lucca ed ha visto il coinvolgimento dell’equipe di Coordinamento della Donazione, insieme al personale della Terapia Intensiva.

Tutta la giornata di domenica 29 è stata preparatoria a quanto poi avvenuto nella notte e poi nella mattinata di lunedì 30 dicembre.

Hanno lavorato in sinergia  i componenti del Coordinamento,  il medico legale e il neurologo, il tecnico di neurofisiopatologia, tutti gli infermieri e medici della Terapia intensiva, gli specialisti intervenuti per le singole consulenze e non ultimi gli infermieri del blocco operatorio.

Da evidenziare anche il ruolo del personale del servizio trasporti, sia per la consegna  celere di materiale ematico ai laboratori centralizzati di Pisa, sia per l’accompagnamento delle equipe mediche di prelievo, nel blocco operatorio di Lucca e viceversa verso i Centri trapianto.

Fondamentale è stata anche la collaborazione con il Centro di riferimento per le donazioni ed i trapianti di Firenze, il CRAOT, che ha coordinato l’organizzazione fra il Centro di prelievo lucchese ed i Centri trapianto.

Un ringraziamento speciale va sicuramente alla straordinaria disponibilità dei familiari, che hanno permesso, dimostrando una grande sensibilità, di procedere verso la donazione. Come sempre, la generosità verso gli altri ha quindi prevalso sul dolore che hanno dovuto sopportare per la perdita dei propri cari.

“Una persona fra queste - sottolinea l’equipe di Coordinamento donazioni di Lucca -  aveva espresso in vita la sua volontà di donare dopo la morte e dunque ancora di più siamo stati lieti di aver potuto rispettare ciò che era stato anticipatamente deciso. Ricordiamo che da tempo è possibile, sia tramite la carta di identità, che tramite la dichiarazione di volontà alla propria Asl, decidere liberamente e anticipatamente riguardo la donazione post mortem. La morte è un evento difficile da accettare, sia per i familiari, per l’ovvio dolore, sia per gli operatori, perché non ci abitua mai alla fine di una vita. Proprio per questo motivo, l’andare oltre, ossia il  tramutare la conclusione di una vita in un’occasione per un'altra persona, è la motivazione che ci spinge a lavorare per ore ed ore ed a credere che ne valga sempre la pena”.

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