È ufficiale: sarà Massimo Cavalletti, baritono lucchese di fama internazionale con all’attivo in 20 anni di carriera oltre 1.000 recite nei maggiori teatri del mondo, delle quali circa 400 di opere pucciniane, a interpretare a novembre al Teatro del Giglio il Barone Scarpia, ruolo che ama molto e che negli ultimi anni ha già cantato quattro volte (l’ultima, nella tournée del Teatro Comunale di Bologna in Giappone nel 2023). Una carriera internazionale di grandissimo livello quella di Cavalletti, che non nasconde la gioia di poter finalmente debuttare per la prima volta in un’opera lirica al Giglio, il teatro della sua città, in un ruolo come quello del Barone Scarpia, tra i più intensi, complessi e sfaccettati del repertorio pucciniano.
Nei giorni scorsi, Cavalletti è stato ospite al Teatro del Giglio per incontrare l’Amministratore unico Giorgio Angelo Lazzarini e il Direttore artistico Cataldo Russo, e confrontarsi con loro sulle tematiche legate a questa nuova produzione di Tosca che debutterà il 29 novembre 2024, nel giorno esatto in cui cade il centenario della morte del Maestro Puccini, e che vedrà proprio Cavalletti tra i protagonisti.
Dopo una prova costume in sartoria, Cavalletti si è intrattenuto a lungo con Lazzarini e Russo, ripercorrendo le tappe della sua carriera, iniziata ufficialmente nel 2004 con il debutto all’Accademia del Teatro alla Scala e proseguita poi negli anni portandolo ad esibirsi nei più importanti teatri del mondo, dalla Staatsoper di Vienna al Metropolitan di New York, dal Festival di Salisburgo alla Staatsoper di Berlino, solo per citarne alcuni.
«Sono veramente felice – afferma Giorgio Angelo Lazzarini, amministratore unico del Giglio - che il cast della nostra prossima produzione lirica, questa Tosca del centenario sulla quale stiamo lavorando già molto intensamente, possa annoverare tra i protagonisti Massimo Cavalletti, un artista di grande successo, nostro concittadino, che ha voluto sposare questa produzione come omaggio che Lucca e il Teatro del Giglio fanno a Giacomo Puccini nell’anno dell’anniversario della morte.»