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Scritto da francesca sargenti
Cultura
10 Dicembre 2022

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Due capacità espressive a confronto, l’arte e il teatro, nel libro di Angelo Biondi, Conversazione tra arte e teatro, che aldilà di quello che potremmo immaginarsi, hanno molti punti in comune: possiamo tranquillamente affermare che sono due modi e tecniche differenti di una stessa capacità espressiva che punta a coinvolgere lo spettatore e farlo entrare nella scena.

Ne ha parlato lo stesso autore in una piacevole “conversazione” con Mariapia Frigerio, ex docente e collaboratrice con le sezioni artistiche degli Uffizi e di Palazzo Mansi nonché collaboratrice con le pagine culturali del quotidiano Avvenire, presso la libreria Ubik di Via Fillungo nei giorni scorsi alla presenza di un folto gruppo di appassionati.

Angelo Biondi, solleticato dalle domande di Mariapia Frigerio, ha coinvolto i presenti nell’illustrare le forti connessioni tra arte e teatro, grazie anche alla proiezione di capolavori dell’arte, quali L’ultima cena di Leonardo, l’Annunciazione di Giotto, La Vergine annunciata di Antonello da Messina e molti altri. In tutte queste opere pittoriche è possibile vedere le figure quasi in movimento su una scena, percepire le emozioni: un modo per attirare il pubblico e farlo entrare come parte attiva nell’opera. Come nel teatro, anche nell’arte pittorica e scultorea, il corpo è funzionale all’artista. Le opere possono così essere viste come luogo di rappresentazione teatrale grazie alla rilevanza che assumono alcuni elementi, quali la posa dei soggetti, le emozioni che trapelano dai gesti e dagli sguardi, la gestione dello spazio e della luce, elementi comuni alla performance teatrale.

Ho utilizzato spesso il teatro - ha raccontato Angelo Biondi - per spiegare le figure delle statue classiche: sia per le posizioni che assumo i corpi, ma anche per i dettagli, come ad esempio i capelli, possono essere solo un cenno, o invece diventare un elemento che caratterizza il personaggio, a seconda del messaggio che l’artista ha voluto trasmettere.

Angelo Biondi, ex docente di storia dell’arte, ha partecipato per vari anni all’attività didattica dei Musei lucchesi della Soprintendenza ai beni A.A.S. di Pisa in qualità di urbanista, e da tempo didatta, critico e regista nel campo teatrale, nel suo libro Conversazione tra arte e teatro ha preso in esame una cinquantina tra dipinti e sculture, dalle statue greche ai capolavori del Novecento, passando per Giotto, Michelangelo, Leonardo, Goya e molti altri, soffermandosi sul taglio teatrale che gli stessi artisti seppero imprimere alle loro opere. Una lettura piacevole che suggerisce interessanti collegamenti, ma anche spunti di riflessione.

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