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Scritto da Redazione
Cultura
10 Settembre 2024

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Il Mottettone per la Santa Croce 2024 è stato composto dal giovane Niccolò Bartolini, nato a Lucca nel 1996. Ha studiato pianoforte con Sandra Cecchi, violino e viola con Savino Pantone, e organo con Claudiano Pallottini. Ha conseguito la Maturità Classica, e, parallelamente agli studi economici presso l'Università di Pisa, viene ammesso alla Classe di Composizione del M° Pietro Rigacci presso il Conservatorio di Musica Luigi Boccherini di Lucca.

Dal 2018 collabora stabilmente alla direzione della Cappella Santa Cecilia della Cattedrale di Lucca, e dal 2023 alla preparazione del Coro delle Voci Bianche della Cappella S. Cecilia e del Teatro del Giglio di Lucca. Svolge regolarmente attività concertistica all'organo sia come solista sia accompagnando formazioni cameristiche come l'Orchestra del Conservatorio Luigi Boccherini di Lucca.

L'organico di questo Mottettone vede 2 Trombe in Sib (Maicol Pucci e Luca Lencioni)  2 Corni in Fa (Angiolo Bernardi e Stefano Lodo,), 2 Tromboni (Sergio Bertellotti e Mario Pilati), Timpani (Federica Martinelli), Organo (Giulia Biagetti) e un coro a 4 voci miste (la Cappella S.Cecilia della Cattedrale di Lucca, diretta dal M° Luca Bacci).

Il Mottettone di Niccolò Bartolini, che si dichiara figlio della tradizione lucchese (sono ravvisabili richiami a Marino Pratali e a Giacomo Puccini), ma aperto ad influenze europee (in particolare francesi), presenta un tessuto musicale caratterizzato da simboli e allegorie che rimandano al mistero della Croce. Come da consuetudine, l'articolazione è in tre movimenti.

Il primo movimento si apre con l'invocazione Alleluia. Ecco il legno della Croce, dal quale pendette la salvezza del mondo, resa con un tema vigoroso fra centri tonali contenenti diesis (che nelle intenzioni di Bartolini simboleggiano l'elevazione verso Dio) ed altri contenenti bemolli (maggiormente allegorici della dimensione terrena, caratterizzata dalla tentazione e dal dubbio). Dopo un invito raccolto alla preghiera suggerito dal testo venite, adoriamo, il coro proclama all'unisono le parole di San Paolo: di null'altro mai ci glorieremo se non della Croce di Gesù Cristo, nostro Signore, per poi sciogliersi nuovamente in polifonia. 

Il secondo movimento è caratterizzato da un andamento più meditativo e lirico, introdotto dalla sezione dei bassi che, rappresentando la voce del Padre, proclama: Grande mistero della Croce di Cristo! La morte fu vinta quando morì l'Autore della vita. È questa la verità di fede centrale attorno a cui tutta la composizione si muove. Il coro risponde in polifonia con un intento spontaneo di preghiera: Adoriamo la tua Croce, Signore, lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione! Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo. Dopo un crescendo strumentale, il coro interviene nuovamente rappresentando il desiderio e la difficoltà da parte di tutta l'umanità di comprendere un simile mistero, e si frammenta subito in due voci, poi in tre, ed infine in quattro, ciascuna delle quali sviluppa in modo indipendente e disunito i due testi precedenti. Si riesce a recuperare l'unisono solamente nell'invocazione accorata Signore, di noi pietà, con cui i credenti si abbandonano definitivamente a Dio richiedendo il suo aiuto e la sua presenza. Il movimento si conclude spegnendosi, stavolta, nel silenzio.

Nel pieno rispetto della forma tradizionale, l'ultimo tempo inizia riproponendo la sezione introduttiva del primo, a cui fa seguito una fuga a quattro voci in stile rigoroso sul testo Per il segno della Croce liberaci dai nostri nemici, o Dio nostro, che rappresenta, tramite un uso intenso di simboli e allegorie musicali, il luogo della glorificazione del mistero della Croce. Si assiste nel corso di tutta la fuga al complesso utilizzo e alla sovrapposizione del soggetto originale e del suo inverso. Giunge dunque il punto culminante di tutto il Mottettone, in cui ancora una volta tramite la simbologia musicale si vuole rappresentare definitivamente la grandezza del mistero della Croce: i temi del primo tempo (Alleluia), del secondo tempo (Grande mistero della Croce) ed il soggetto aggravato della fuga del terzo tempo vengono sovrapposti.

La composizione si conclude in grande crescendo appoggiata sulle note gravi dell'organo, richiamo della potenza creatrice del Padre, con l'acclamazione entusiastica del coro rivolta al Figlio che regna dal trono della Croce, mentre le trombe muovendosi sopra a tutti gli altri a ritmo di terzine rappresentano la continua effusione dello Spirito Santo.

Questo Mottettone è un lavoro solido, importante e di grande efficacia, che mette in luce il talento ed il magistero di Niccolò Bartolini. Questi lo dedica al nonno Moraldo, scomparso anni fa ma che viene ricordato per aver fra l'altro trasmesso la devozione verso il Volto Santo al nipote.

Ecco il legno della Croce mette alla prova gli esecutori: in primis, il direttore Luca Bacci, che con la sua consueta tempra e perizia riesce concertare perfettamente coro e strumenti.

 

            Questo il testo integrale del Mottettone Ecco il legno della Croce:

 

I TEMPO Alleluia.

Ecco il legno della Croce,

dal quale pendette la salvezza del Mondo.

Venite, adoriamo. (Messale Romano, Liturgia del Venerdì Santo)

Di null'altro mai ci glorieremo

se non della Croce di Gesù Cristo, nostro Signore:

egli è vita, salvezza e risurrezione nostra. (Messale Romano, Introito dell'Esaltazione

della Santa Croce; a propria volta da Gal. 6, 4)

Alleluia.

II TEMPO Grande mistero della Croce di Cristo!

La morte fu vinta quando morì l'Autore della vita. (Liturgia delle Ore, Antifona al I

Salmo dei Vespri dell'Esaltazione

della Santa Croce)

Signore, di noi pietà!

Adoriamo la tua Croce, Signore,

lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione!

Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo, (Messale Romano,

(o Volto Santo). Liturgia del Venerdì Santo)

III TEMPO Per il segno della Croce liberaci dai nostri nemici,

o Dio nostro.

Alleluia, Amen.

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