«Le parole sono vive, entrano nel corpo, bucano la pancia: possono essere pietre o bolle di sapone, foglie miracolose. Possono fare innamorare o ferire. Le parole non sono solo mezzi per comunicare, le parole non sono solo il veicolo dell’informazione (…) ma sono corpo, carne, vita, desiderio. Noi non usiamo semplicemente le parole, ma siamo fatti di parole, viviamo e respiriamo nelle parole.» Massimo Recalcati
La scuola si fa comunità intorno alla parola e apre le porte a scrittori, cantautori, artisti per accendere quella passione che accompagnerà i nostri ragazzi nel loro percorso di crescita
Alla primaria di Ponte a Moriano abbiamo ospitato venerdì 17 l’autore del libro Lupinella che ha accompagnato tutte le classi della scuola nel progetto di lettura di quest’anno. Il libro è perfettamente integrato nel tema scelto quest’anno come filo conduttore, ovvero l’ambiente e l’agenda 2030 di sviluppo sostenibile. L’autore, Giuseppe Festa, è un personaggio eclettico, completo, cantautore ed educatore ambientale. Ha affascinato i bambini per oltre due ore con racconti e canzoni, li ha portati a riflettere, immaginare, incuriosirsi, emozionarsi al mondo animale e al nostro territorio. Al termine dell’incontro abbiamo fatto fatica a rispettare i tempi in quanto i bambini si erano preparati varie domande le quali attendevano risposte!
Alla secondaria di primo grado, la classe 2B sta lavorando ad un progetto sulla lingua e la tradizione, proprio venerdì 17 gennaio abbiamo festeggiato la giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali che ben si addice al progetto sul vernacolo, che i nostri studenti stanno sperimentando, con le poesie ed i racconti dell’autore lucchese Idelfonso Nieri. Ad aprile la classe si recherà all’Accademia della Crusca, punto di riferimento per lo studio e le ricerche sulla lingua italiana. Le classi prime, inoltre, ospiteranno il gruppo “Joe Natta e le leggende lucchesi” il 4 febbraio nel teatro della scuola. Questo spettacolo si inserisce nel percorso di studio e approfondimento legato alle leggende e tradizioni. Scrive Joe Natta: “Queste leggende non sono semplici storie ma testimonianze di un contesto ben preciso nella società dell’epoca: la fatica del lavoro, le difficoltà della vita, l’eterna la lotta tra il bene e il male, le paure, i sogni e il tentativo di giustificare fatti misteriosi e inspiegabili. Questo immenso tesoro che abbiamo sta purtroppo lentamente scomparendo ed ecco perché è importante fare un viaggio all’indietro del tempo per recuperare e far conoscere leggende, fole, proverbi, modi di dire, tradizioni e ricordi di un tempo che fu. Un modo bellissimo per riscoprire il nostro passato e apprezzare di più il nostro presente. Ecco come è nato il progetto musicale “Leggende Lucchesi” che sto portando in concertoe che presenterò anche alla Scuola Media di Ponte a Moriano, in occasione dell’anniversario dei 100 anni dalla morte del grande letterato e filologo lucchese Idelfonso Nieri, anch’egli molto attento al folclore e alle tradizioni delle nostre zone, stiamo preparando un omaggio musicale a lui dedicato.
Mettere queste leggende in musica è la mia speranza di riuscire a incuriosire chi le ascolterà e magari trasmettergli un pò della passione che provo io stesso ogni volta che rileggo tutte quelle meravigliose storie che ci hanno lasciato i nonni dei nostri nonni durante le suggestive veglie serali nei metati o davanti al fuoco del caminetto. “
Partendo dai risultati nazionali, poco brillanti, nelle prove INVALSI la ricerca scientifica mette in luce lo stretto rapporto esistente tra povertà linguistica e povertà educativa. Così i nostri ragazzi rischiano non solo di non comprendere un semplice testo, ma non ce la fanno nemmeno a dare un nome alle proprie emozioni, né ad appassionarsi all'esplorazione del mondo. E tuttavia non è attraverso esercizi ripetitivi e meccanici di grammatica che possiamo immaginare di accendere nei bambini e nei ragazzi la passione per la Parola, una passione che non può essere inglobata in una disciplina o demandata ad un solo docente. La Parola coinvolge la comunità professionale nel suo complesso. E la Parola non è solo linguaggio alfabetico.
A diverse scuole della rete Senza Zaino nel nostro Paese, Marco Orsi ha proposto di guardare meno all'apprendimento della lingua e più all'appassionamento per il Libro come oggetto dove la Parola si esprime in modo compiuto e significativo. Il libro diventa ponte tra la dimensione interiore e quella esteriore, un’ancora di salvataggio che ci umanizza e, nello stesso tempo, un ponte tra le discipline di studio.
Per questo ha chiesto alle scuole di adottare un libro legato ad un personaggio e a un tema significativo. Tutti impegnati a leggere. Un libro che accomuna è qualcosa di straordinario, non un mero strumento per i test di valutazione. Esso si fa identità riconosciuta, un’occasione per approfondimenti multidisciplinari, favorendo anche la fattiva collaborazione tra gli insegnanti.