Un concerto iniziato con un tramonto e finito con un cielo stellato nel bel mezzo di un'oasi incontaminata. Era difficile chiedere di più dalla realtà: meglio di così, forse, solo nelle favole.
Campocatino, giorno di grazia: 28 luglio 2022. Qui, nel cuore della Garfagnana, ha fatto il suo fortunato esordio il festival "Mont'Alfonso sotto le stelle" con uno dei compositori e pianisti più prestigiosi del panorama mondiale: Ludovico Einaudi.
Un inizio col botto: 2 mila biglietti strappati e tutto esaurito sull'enorme prato. Da brividi. Il palco, allestito all'ombra delle imponenti Apuane, era calato in un contesto surreale, tra antiche costruzioni in pietra e onirici sentieri sterrati. L'atmosfera unica: con il sole infuocato, adagiato sulle cime, e un clima mite - anni luce lontano dall'asfissiante afa cittadina -, rinfrescato perdipiù da un provvidenziale temporale estivo nel pomeriggio.
Difficile non distrarsi circondati da tanta meraviglia. Quando il maestro si è seduto al pianoforte, c'è chi ha chiuso gli occhi, chi li ha rivolti all'orizzonte, chi alla propria amata, baciandola e stringendola tra le braccia... Le note celestiali che aleggiavano leggere nell'aria ispiravano le fantasie più remote: una rondine nel cielo, libera; un aereo che, nell'etere, lascia una scia luminosa sull'indaco firmamento; sagome di figure scure sulle colline, simili ai pastori di una volta, così inquietanti ed ancestrali...
Einaudi ha suonato il suo nuovo album, Underwater, con le spalle al pubblico. A suo modo, una forma di rispetto. Come a dire: attenzione, protagonisti sono la musica e l'ambiente, non io. Il disco, nato nell'isolamento forzato della recente pandemia, aveva bisogno di uno scenario come questo per essere suonato; ed aveva necessità, soprattutto, di un orecchio sensibile, per essere ascoltato.
Surreale il silenzio. Non una voce, un brusio. Ogni tanto il grido di qualche volatile notturno, come un richiamo a svegliarsi dal sogno. Nel frattempo l'artista chiama con sé, sul palcoscenico, i suoi compagni di viaggio: pochi e selezionati musicisti. Ed allora, lo spettacolo si fa corale. Un violino, una viola, un vibrafono. Ogni tanto una percussione a rendere catartico il momento. Il pubblico indovina i titoli dei brani, gli lp in cui sono contenuti, le pellicole a cui hanno fatto da colonna sonora. A volte, sono film mai usciti in sala: magari un amore immaginato, un ricordo vivido, un dolore mai superato...
Il concerto si può riassumere nelle facce di chi lo ha vissuto: sognanti, malinconiche, felici, euforiche. Ogni nota, un'emozione diversa. Ogni accordo, una fitta al cuore. Ogni battito, un colpo all'anima.
Serate come queste sono un toccasana per il corpo e lo spirito.
"...e quindi uscimmo a riveder le stelle"
Foto di Andrea Cosimini
Ludovico Einaudi da sogno: nell'oasi di Campocatino a riveder le stelle
Scritto da andrea cosimini
Cultura
29 Luglio 2022
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