Dopo oltre dieci anni di silenzio Sauro Donati torna alla scrittura. Ed è una bella notizia perché lo fa con la consueta maestria, sempre in bilico, nelle sue pagine, tra epoche appena sfiorate dalla documentazione storica e l’invenzione fantastica di nuovi, possibili mondi. Nelle sue due precedenti raccolte di racconti (Perché non li mangiamo?, 2003 e L’Anima della Città, 2006), l’autore toscano aveva già saputo dimostrare un’invidiabile capacità narrativa nell’intrecciare spazi siderali misurabili solo in anni luce e un passato remoto o remotissimo, mentre i protagonisti delle sue narrazioni - impensati primi attori di vicende e processi che hanno lasciato tracce, e che tracce, nella evoluzione degli uomini e dei popoli - erano usi muoversi lungo la linea di un tempo altro, diverso, eterogeneo…
Sulla linea di alcune brillanti intuizioni del celeberrimo Il mattino dei maghi di Louis Pauwels e Jacques Bergier, che, poco più di sessant’anni or sono, ha inaugurato il repertorio delle mappe feconde e ancora in gran parte inesplorate del realismo fantastico, Donati adombra l’esistenza ipotetica di una civiltà tecnica straordinariamente avanzata e proveniente dalle stelle che avrebbe, in tutto o in parte, plasmate le vicende fondative della civiltà umana: il pensiero greco, la straordinaria avventura di Alessandro Magno, l’impero di Roma… In una affascinante miscela di viaggi spaziali e storia alternativa, saghe stellari e congetture di una storia mossa da occulti registi di un progetto così vasto da risultare inconoscibile ai suoi stessi attori, lo scrittore lucchese si muove con grande disinvoltura senza mai fornire risposte definitive ai quesiti suscitati dalle sue fantasie. Piuttosto, suscitando, evocando, domande e ancora domande… Se la storia degli uomini invece di svolgersi in libertà - certo, sempre operante tra poteri contrapposti, rapporti di forza e oscure pulsioni di dominio, ma sempre in libertà - fosse scandita da un Maestoso Disegno funzionale a intenzioni Altre? E se il Grande Burattinaio (quante volte l’abbiamo evocato!) che agisce dietro le quinte del Teatro della Storia, fosse mosso da interessi non umani? Ipotesi apparentemente peregrine, ma già prese in considerazione da non pochi romanzi ucronici, distopici, fantastorici appartenenti a quella letteratura velocemente liquidata sotto l’approssimativa dizione di science fiction… Ma i vecchi lettori del genere esseffe, sanno che non c’è campo di tal genere di letteratura che non abbia chiamato in causa problematiche con le quali il mondo degli uomini non si sia poi trovato a dover fare i conti: le emergenze climatiche e le catastrofi ambientali, l’apparizione o riapparizione di virus letali e il sovrappopolamento, lo sviluppo inconsulto e non governato della tecnologia e l’Intelligenza Artificiale. Tematiche non di poca lena che tutte insieme e con urgenza di soluzioni bussano, sempre più impellenti, alle porte di un’umanità disorientata e impaurita.
Sauro Donati, nelle sue pagine, ci suggerisce ancora un altro, originale, punto di vista: quello di una civiltà aliena, madre della nostra, evoluta al punto di concepire la politica e le conseguenti scelte sociali come generate esclusivamente dalla cultura sia essa scientifica, tecnica o umanistica. Un’idea alta della conoscenza, da privilegiare sempre rispetto alla guerra, alla prepotenza, alla sopraffazione. Secondo Donati, noi e la nostra storia, con tutte le sue luci e anche le sue ombre, non poche, verremmo di lì: dall’intervento esogeno di complicati e umanissimi fratelli spaziali…
Luciano Luciani
Sauro Donati, I libri di Ssun, collana Alchimie dello spazio e del tempo, Edizioni La Grafica Pisana, Bientina (PI), 2024, pp. 310, Euro 15,00, ISBN 979-81773-00-4 Copertina e tavole a opera dell’Autore.
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