Toccante, struggente e travolgente. Così potremmo definire il concerto per dire 'no' alla guerra tra Ucraina e Russia, presentato e diretto dal maestro Alberto Veronesi al polo bilingue del gruppo Esedra.
"Questo fattore si chiama ideologia nazionalista per dire ' io sono superiore a te' - ha commentato il direttore d'orchestra in una nota introduttiva prima dell'inizio della manifestazione -. Facciamo il concerto per ribadire che noi amiamo un mondo aperto,di dialogo e di scambi".
Veronesi ha successivamente presentato al pubblico le tre soprano ovvero Lubov Stuchevskaya, Magdalena Feiner e Zoia Rozhok, quest'ultima arrivata ieri a Lucca dopo essere fuggita dai bombardamenti di Kiev alle 5 del mattino insieme al figlio e al marito. Raccolte quelle poche cose che aveva si è spostata verso l'Ucraina orientale fino ad arrivare nella parte occidentale della Polonia. Il marito, come ha spiegato Alberto Veronesi, non lo hanno lasciato passare, solo Zoia e suo figlio. Entrambi sono giunti a Danzica e nella giornata di ieri in Itlia tra una sofferenza e l'altra come la perdita del proprio lavoro, cioè della sua carriera di cantante lirica.
Il concerto, dal titolo "Ucraina e Russia dialogano sulle arie di Verdi, Puccini e Bellini" ha visto il duetto tra la soprano ucraina e russa per sottolineare un concetto fondamentale:" c'è bisogno di dialogo da entrambi le parti".
Crisantemi di Giacomo Puccini è stata la prima aria eseguita , poi lo Stabat Mater di Prgolesi che ha messo in risalto "il grido di dolore, l'abbandono e la desolazione" di una madre che perde il proprio figlio. A seguire " A non creder mirarti" di Bellini,"Ave Maria" di Verdi e infine 2Addio del passato" che ha chiuso il concerto con una voce travolgente e potente di Zoia Rozhok che ha espresso dolore e passione al tempo stesso. Così come la bravura di Lubov Stuchevskaya e Magdalena Feiner ospitate dall'intero gruppo Esedra di San Concordio.