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Cerbone, storia di un santo e di un convento nelle pagine di Sergio Mura
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Otto autori in corsa per il Premio dei Lettori Lucca-Roma
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Una vecchia terrazza; al via Celle sotto le Stelle
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Teatro del Giglio, presentata la stagione di prosa 2025-26
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Tra paesaggi e culture: la musica risuona con abitare l'infinito
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Tre gruppi finalisti e la Gaudats Junk Band: buona musica nel ricordo di Alice Benvenuti
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The Kolors, Stefano Bollani, Fiorella Mannoia e tanti altri: parate di stelle a Mont’Alfonso
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Uno spazio circolare grigio, delimitato da archi e finestre è la scenografia allestita sul palco del Teatro del Giglio per l’opera pirandelliana “Così è (se vi pare)”, che vede tra i protagonisti Eros Pagni, quasi sempre in scena, nel ruolo dello scettico Laudisi, andata in scena questo fine settimana al Teatro del Giglio, a Lucca.
La ricerca della verità è il tema dell’opera teatrale Così è se vi pare, rivisitato da Luca De Fusco, che per questa sua sesta regia pirandelliana torna a lavorare con Eros Pagni nell’allestimento coprodotto dal Teatro Stabile di Catania, dal Teatro Biondo di Palermo, dalla Compagnia La Pirandelliana e dal Teatro Sannazaro di Napoli. Il cast parte dal gruppo già protagonista dell’edizione dei Sei personaggi diretta da De Fusco, ripresa dalla Rai e acclamata in tutto il mondo, con Eros Pagni, Anita Bartolucci, Giacinto Palmarini, Lara Sansone e Paolo Serra, gruppo che qui si integra e completa con Domenico Bravo, Roberto Burgio, Valeria Contadino, Giovanna Mangiù, Plinio Milazzo e Irene Tetto.
Eros Pagni, sulla sinistra del palco per quasi tutto lo spettacolo, è una presenza giudicante e quasi fastidiosa per gli altri personaggi, che cercano di districarsi e capire di risolvere l’enigma della signora Ponza. La sua interpretazione del signor Laudisi è quella di un personaggio ironico che si diverte a stuzzicare gli altri personaggi, insinuando dubbi, nuovi spunti di riflessione e con una naturalezza, che il pubblico ha difficoltà a scindere tra il personaggio e l’attore, tanto sembra reale la sua recitazione.
Un microfono al centro della scena raccoglie i monologhi dei due “inquisiti”, la signora Frola (Anita Bartolucci) e il signor Ponza (Giacinto Palmarini) “colpevoli”, agli occhi degli abitanti del palazzo, di non aver dato sufficienti chiarimenti in merito alle loro vite e alla natura dei loro rapporti.
Le sedie del teatro dove si accomodano gli altri personaggi, nel ruolo di giuria / accusatori / uditori che si godono lo spettacolo e manovrano e alimentano con insaziabile curiosità.
La verità viene invano cercata concitatamente da tutti i personaggi dall’inizio alla fine della commedia pirandelliana, invano affermata e contraddetta in un intrecciarsi di ipotesi senza sbocco, tanto da condurre naturalmente lo spettatore a considerarne la relatività.
La signora Ponza, assente per tutta la rappresentazione, ma di cui si parla continuamente, entra in scena solo nel finale, coperta da un velo che le nasconde il volto, per annunciare: «Io sono colei che mi si crede».
Meritatissimi gli applausi del pubblico presente per la magnifica interpretazione di Eros Pagni e dei bravissimi attori, che hanno saputo egregiamente interpretare i vari personaggi pirandelliani, catturando l’attenzione del pubblico per tutto lo spettacolo.
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