"Le proposte avanzate dal Governo per modificare il codice degli appalti che sono in discussione in questi giorni in Parlamento, ridurranno trasparenza e legalità, ma soprattutto tutele e diritti di migliaia e migliaia di lavoratori in tutto il Paese, anche sul nostro territorio, nei tanti cantieri, scuole, uffici, ospedali della nostra regione".
Lo afferma Fabrizio Simonetti, Segretario Generale della Cgil di Lucca, in relazione alle proposte di modifica avanzate dal Governo al D. Lgs. 36/2023, più noto come Codice degli Appalti pubblici, che in queste settimane stanno passando al vaglio delle commissioni parlamentari, della Conferenza Stato-Regioni e del Consiglio di Stato. Va infatti ricordato che, nella sola regione Toscana nel 2023, sono stati spesi quattro miliardi e mezzo di euro in forniture, tre miliardi e mezzo di euro in appalti di servizi, tre miliardi e mezzo di euro in appalti di lavori.
"In particolare – prosegue Simonetti - oltre a favorire ulteriormente affidamenti diretti e senza gara, ad ampliare il ricorso ai subappalti e ad abrogare il rating di legalità, cioè l'indicatore sulla reputazione delle imprese, con le nuove norme verrà meno la corretta applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro firmati dalle organizzazioni realmente rappresentative. Così si favorisce il dumping contrattuale, la concorrenza sleale, la riduzione dei salari e delle tutele in materia di salute e sicurezza".
"Il Governo propone infatti di modificare le attuali norme che obbligano all'applicazione dello specifico Contratto Nazionale e territoriale firmato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative in base all'attività svolta oggetto dell'appalto. Se passasse la nuova norma, si potrebbero invece applicare Ccnl con meno tutele e salari più bassi, in base alla dimensione o alla natura giuridica dell'impresa. O ancora, si potranno applicare CCNL diversi da quelli indicati dalla Stazione appaltante anche se su molti istituti normativi, dall'orario di lavoro alle ferie, dagli straordinari alla formazione, questi presentino degli aspetti peggiorativi, violando anche il principio della legge delega che stabilisce la parità di tutele economiche e normative".
"Le nuove norme proposte inseriscono poi così tanti e contradditori indicatori per definire quale CCNL sia legittimo in base alla rappresentatività dei firmatari che, anche molti contratti oggi firmati da sindacati gialli o da associazioni di imprese con pochissimi aderenti e non riconosciuti come "comparativamente più rappresentativi", da domani saranno ritenuti validi, a danno dei lavoratori, ma anche delle imprese serie".
"Infine – continua Simonetti - si propone di modificare la stessa norma a tutela dei lavoratori in subappalto per cui, a fronte dello stesso lavoro, oggi ai lavoratori è riconosciuto il diritto ad avere lo stesso CCNL dell'impresa appaltante. Da domani non sarebbe più così".
"Tutto questo non solo colpirà i diritti e le condizioni di vita dei lavoratori e lavoratrici, ma produrrà ancora più incertezze normative, rendendo più difficile da parte delle pubbliche amministrazioni, dei Sindaci, dei Direttori delle Aziende locali, ecc. gestire l'affidamento di appalti per servizi e opere. Così contenziosi legali e vertenze aumenteranno in modo significativo".
"Per tutte queste ragioni - conclude la Cgil di Lucca - chiediamo a tutte le forze politiche, a tutte le associazioni datoriali, alle istituzioni locali, ai deputati e senatori eletti nei nostri territori, di far sentire la propria voce, affinché il Governo ritiri le proposte di modifica del Codice Appalti. Il Governo si fermi, come sostanzialmente chiesto già oggi da tutte le organizzazioni sindacali ascoltate in Parlamento e da molte delle grandi associazioni di impresa, e apra un tavolo di confronto serio con le organizzazioni realmente rappresentative, per tutelare la qualità e la difesa dei salari, dei diritti dei lavoratori, della salute e sicurezza come stella polare, soprattutto quando si parla di risorse pubbliche".