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Scritto da dario morotti
Economia e lavoro
08 Gennaio 2023

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Tutto è iniziato con l’agevolazione fiscale disciplinata dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio), che consisteva in una detrazione del 110 per cento delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi edilizi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico e alla riduzione del rischio sismico degli edifici.

La norma, che si sommava a molti altri bonus già esistenti, in alcuni casi da molti anni, dava ai cittadini una opportunità più unica che rara. Lo Stato erogava grazie al meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito (vero motore del provvedimento) fondi molto consistenti tali da poter eseguire le opere praticamente gratis. La misura inizialmente era volta praticamente a tutti. A chi aveva un vecchio rudere da mettere a nuovo ma anche a chi aveva una casa recente. A chi aveva una prima casa ma anche a chi aveva la villa al mare come seconda. Nessun problema…. Si anticipava il costo e poi si chiedeva il rimborso in banca ma molto spesso non era necessario alcun esborso. Ci pensava il mitico “General Contractor“ a scontare direttamente lui la tua fattura per cui il committente non doveva nemmeno aprire il portafoglio per trovarsi la casa messa a nuovo. Certo..c’erano alcune regole da rispettare come la conformità edilizia o la preesistenza di un vecchio impianto di riscaldamento e altre regole ma alla fine si portava tutto in banca e “taac….….arrivava il grano sul conto“. Casa ristrutturata gratis o quasi e tutti contenti. Dal committente, ai tecnici, alle imprese, ai fornitori etc…

Ma questo sogno come accade spesso si è trasformato nel corso del tempo in un vero e proprio incubo. Rispetto alla sua prima versione originaria, entrata in vigore il 19 maggio 2020, l’articolo 119 del DL 34/2020 è stato modificato moltissime volte!!!!. Un po’ come giocare una partita di calcio e trovarsi ogni 10 minuti ad un cambio di regola. Modifiche sempre più restrittive che hanno portato oggi a mettere in gravissime difficoltà imprese e cittadini. Tanto per cominciare quello che in teoria era gratis non si è dimostrato affatto tale in quanto l’inevitabile esplosione dei prezzi ha portato i costi di molte voci oltre i limiti massimi imposti dai prezzari per cui la differenza doveva essere versata dal committente e poi quasi tutte le banche che prima acquistavano crediti come non ci fosse un domani per riempire la propria capienza fiscale oggi non ne vogliono nemmeno sentir parlare portando moltissime imprese anche solide che hanno applicato lo sconto in fattura a suo tempo ad avere il cassetto fiscale pieno con importi anche per milioni e cittadini che hanno iniziato i lavori uno o due anni fa a non saper a chi cedere il proprio credito non avendo la possibilità di terminare le opere. Certo...esiste la possibilità della detrazione dalle somme in quattro/cinque annualità dal proprio irpef ma trattandosi in genere di importi molto importanti (spesso oltre i 200 mila per unità immobiliare) capiamo che non sono molti coloro che hanno una capienza così elevata da poter detrarre 40/50 mila euro l’anno dalle tasse.

Fu il governo Draghi per primo a dichiarare chiaramente che questa opportunità non era sostenibile per le casse dello Stato e che aveva inoltre causato frodi per svariati miliardi (anche se la gran parte sono riferibili ad altri bonus come quello per le “facciate“ o bonus ristrutturazione). Sono molti gli operatori e cittadini anche della nostra provincia che si trovano in una situazione davvero pessima. Imprese con moltissimi soldi sul cassetto che non possono monetizzare e che non hanno i soldi per pagare tasse, personale e fornitori e privati con la casa sventrata che non abitano e che non possono nemmeno terminare. L’attuale governo è intervenuto su questo provvedimento ma senza apportare al momento soluzioni davvero efficaci in quanto la linea del ministro Giorgetti segue quella del suo predecessore. Questo articolo non vuole tanto porre l’accento sulla correttezza di quella Legge né innescare discussioni sul fatto che debba essere abolita (cosa che peraltro è molto vicina alla realtà odierna) o renderla addirittura strutturale come continuano ad invocare coloro che a suo tempo più l’hanno voluta. Serve solo a fotografare una situazione che è oggettivamente disastrosa e a raccogliere testimonianze dai lettori. Sia di chi per fortuna è riuscito a completare il tutto senza troppi intoppi (e sono per fortuna molti) e sia di coloro che invece non si trovano in questa fortunata condizione.

Quale è la situazione in questo momento? Per chi deve cominciare sulle unifamiliari il bonus è sceso al 90 per cento ma con molti altri paletti che lo rendono quasi impraticabile. Stessa percentuale per i condomini salvo coloro che hanno già iniziato i lavori che ancora godono della percentuale precedente ma come dicevo all’inizio il vero motore del provvedimento è di fatto bloccato. Per tutta una serie di ragioni le banche non acquistano più i crediti fiscali e questo non è un problema solo per chi deve ancora cominciare ma soprattutto per chi è rimasto in mezzo al guado. Per le imprese che hanno anticipato per i loro committenti centinaia di migliaia di euro e per cittadini che lo hanno fatto per le proprie abitazioni dando per scontato che poi sarebbero rientrati di quelle somme, che prima venivano liquidate in tre stati di avanzamento lavori. Somme che molto spesso sono state reperite utilizzando i risparmi di una vita o addirittura prestiti e mutui.

Ho parlato pochi giorni fa con una giovane coppia che dopo aver comprato un’abitazione con un mutuo si è poi affidata ad una società che prometteva loro sia la ristrutturazione edilizia che l’efficientamento energetico grazie allo sconto in fattura. Questi ragazzi oggi si trovano con i lavori fatti a metà con la ditta che non può finire per mancanza di liquidità (le banche hanno chiuso i rubinetti praticamente dall’oggi al domani) e casa ovviamente inabitabile. Si trovano a dover pagare sia il mutuo di questa casa che l’affitto della abitazione in cui sono costretti a vivere adesso e non vedono alcuna luce in fondo al tunnel. Temo che di casi come questo ce ne siano molti, moltissimi e mi auguro davvero che qualcosa di concreto possa dare più serenità in futuro a cittadini ed imprese.

D. Moro

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