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Scritto da fabrizio perotti
Enogastronomia
29 Aprile 2025

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Metti sua maestà la Regina Elisabetta II, Michael Kerr e la consorte Olive da Newcastle, Michele Tambellini, patron del Caffè Santa Zita, le sapienti mani dello Chef Matteo Mazzoni, ed ecco servito il “Miracolo n° 9”. È difficile spiegare “i miracoli” ma, quando si parla di pasticceria e di saprori caratteristici della tradizione lucchese questi, certe volte, si materializzano. Il “Miracolo n° 9” è una ricetta, per l’appunto, che prende ispirazione dai gusti della Regina Elisabetta II, grande amante dei biscotti, su richiesta di Michele Tambellini e rivolta a Michael Kerr, nato in Scozia 70 anni fa, cuoco della marina britannica e fedele alla corona, che ha scoperto Lucca quindici anni orsono. Provare per credere, perché la grande passione della compianta Regina Elisabetta II, ovvero un biscotto con impasto soffice, ma anche croccante da potersi “accompagnare” con il thè, aromatizzato con l’Earl Grey, limone, cannella ed una leggera spolverata di zucchero a velo, è diventato una prelibatezza, a forma di corona, che rappresenta un ideale ed affettuoso ponte tra Lucca e la Casa Reale britannica, e che unisce due culture attraverso un gesto dolce, simbolico e carico di memoria. Michael ed Olive sono due persone squisite, ironiche e dolci come i biscotti che hanno potuto realizzare, su invito di Michele Tambellini, e che hanno preso forma e gusto grazie alla bravura del pasticcere Matteo Mazzoni. “Il Caffè santa Zita è un luogo speciale – ci ha detto Michael con il suo ottimo italiano – elegante e con un’atmosfera d’altri tempi. Sembra uscito da un romanzo”. Se a firmare il Miracolo n° 8, nel 2024, era stato lo chef Cesare Casella, in questo 2025 Michele Tambellini, per omaggiare la Regina Elisabetta II e tutto il Regno Unito, ha affidato la ricetta proprio al suo carissimo ed affezionato cliente d’oltre manica. Là dove quella creazione, sin dal 2017, era stata firmata da chef stellati e pasticceri famosi, eccola assegnata, nell’anno 2025, a mister Michael Kerr, ferroviere per 27 anni e grande appassionato di cucina, fin da diciottenne, quando lavorava come cuoco nella marina britannica. “Ho tirato furi la mia anima anglosassone – aggiunge Michael – ho mescolato ricordi, affetto e devozione, ho pensato alla Regina, a mia madre ma anche a santa Zita. Perché quando ho scoperto che nel 1986 la Regina Madre è venuta a Lucca a visitare la sua salma, mi si è aperto un mondo”. Per Michael e sua moglie Olive, Lucca è stata una vera e propria rivelazione. “Il suono delle persone quando parlano – aggiunge Olive – la mura, le piazze, i palazzi e le ville, l’anfiteatro romano, i mercati e le trattorie, sono fantastici. Per non parlare dei luoghi splendidi che circondano la città e la sua centralità nel conteso sia della Toscana che dell’intero paese”. Per l’occasione, all’interno dello splendido giardino del Caffè Santa Zita, erano presenti tra gli altri, come ospiti, il sindaco di Lucca Mario Pardini, il vice sindaco Fabio Barsanti e l’assessore alle attività produttive Paola Granucci. “Sono circa 15 anni che Michael viene a Lucca, due tre volte all’anno e, cammin facendo, siamo diventati amici – ci ha raccontato Tambellini. La cosa bella è che il signor Kerr, grande appassionato di cucina, acquista i prodotti della nostra città e del nostro territorio e li porta nel suo paese. Poi, un bel giorno, gli ho chiesto di pensare alla ricetta del “Miracolo n° 9”. Michael ha accettato con entusiasmo, ci siamo confrontati con il nostro pasticcere e, a sei mani, il miracolo si è materializzato, ed oggi possiamo proporre questo biscotto ai nostri clienti”. Il Miracolo n° 1 risale all’anno 2017, anno di apertura del Caffè Santa Zita, e fu realizzato dalla maestra pasticcera Sandra Bianchi. Il secondo, il terzo, il sesto, il settimo e l’ottavo rispettivamente da Damiano Donati, Cristiano Tomei, Le Fornelle, Pierpaolo Ruta e lo scorso anno, come ricordato pocanzi, da Cesare Casella. I miracoli n° 4 e n° 5 non sono stati prodotti a causa della pandemia. “Il quarto ed il quinto miracolo li ho “congelati” – ha concluso simpaticamente il patron Tambellini – ma non è escluso che si possano materializzare “a posteriori”. Del resto c’è qualcosa di contagioso quando si parla di bontà. Quando il passato ci ispira ed immaginare il futuro ci emoziona”. Ed è con questa premessa che sono nati “I Miracoli di Santa Zita”.

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