Anno XI 
Sabato 26 Aprile 2025
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Scritto da aldo grandi
L'evento
04 Luglio 2023

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Mai in 13 a tavola. Lo dice la regola, lo richiede la scaramanzia, lo impone la tradizione. Ma se ad organizzare l'evento è il vostro irresponsabile direttore delle Gazzette, beh, allora anche la consuetudine e la superstizione se ne vanno a quel paese. Complici, ovviamente, i padroni di casa, in questo caso Matteo, Chiara e Luana Del Magro che in città hanno due ristoranti, l'Oste di Lucca 1 in via Fillungo e l?oste di Lucca 2 in via Cenami. Per questa occasione, l'ennesima, è stato scelto il primo locale e la comitiva è stata ospitata in una sala interna isolata da tutti (la comitiva ndr) e da tutto. Tredici persone e una sola donna, coraggiosa, intrepida e solidale con i i restanti maschietti, ormai messi in minoranza pressoché ovunque dalle emergenti e dirompenti teorie pro-fluidi e gendermania. Dress code? Ma fateci il piacere: alle cene o anche ai pranzi indetti per celebrare il convivio e la potenzialità dello stare assieme seduti alla stessa mensa, non c'è bisogno di alcun codice di abbigliamento, tantomeno della giacca o, peggio ancora, della cravatta. E, infatti, il primo a sorprenderci piacevolmente è l'avvocato Florenzo Storelli, che siamo abituati a vedere in giacca e, talvolta, doppiopetto, ma che, al contrario, si presenta con una t-shirt di cotone a maniche lunghe e con un sorriso smagliante e scarsamente, giustamente, professionale come si addice alla serata. Storelli è un vecchio amico, al quale, non ricordiamo bene quando, siamo riusciti a strappare la promessa di assisterci, un giorno di chissà quale vita postuma o presente, gratuitamente in uno dei nostri processi quotidiani. Fino ad oggi non ce n'è stato mai bisogno grazie all'instancabile, encomiabile, irrinunciabile lavoro dell'avvocato delle Gazzette Cristiana Francesconi da Viareggio, ma, con il suo assenso, chissà che prima o poi anche Storelli diventi nostro difensore.

Ma chi sarà mai la coraggiosa donzella che si è seduta al tavolo maschilista dell'Oste di Lucca? All'anagrafe fa Francesca Bettaccini, uno splendido sorriso, artista e pittrice, amante degli animali e di quelli esotici in particolare, che proprio domenica 10 settembre alla chiesa di San Cristoforo in via Fillungo inaugurerà la sua personale dal titolo Gli animali di Francesca. Bettaccini è anche presidente della sezione di Lucca Ucai (Unione Cattolica Artisti Italiani) nonché persona vicina all'arcivescovo monsignor Paolo Giulietti che, prima o poi, inviteremo ad uno dei nostri banchetti. Francesca gestisce con il marito il negozio Animali Giusti in viale Europa 273 a Marlia dove si possono ammirare iguana, lucertole e serpenti. Donna grintosa, autonoma e di carattere, condivide con noi la scarsa simpatia per il femminismo estremo e getta una sorta di ponte tra le sacrosante esigenze del cosiddetto sesso debole e i desiderata di quello che, un tempo che fu, era il cosiddetto sesso forte. Ha un grande pregio; dice sul muso quello che pensa e, quindi, non può non star bene in mezzo alle Gazzette.

Di fronte a lei c'è seduto un gaudente nel vero senso della parola, uomo elegante, di piacevolissima compagnia e conversazione, intelligente, arguto, in grado di saper ascoltare anche l'inascoltabile e trarne giovamento e ricchezza di contenuti. E' l'avvocato Marcantonio Gambardella da Borgo Giannotti, un amico al quale ci rivolgiamo sempre, purtroppo, dopo aver commesso la cazzata di turno, ma tant'è: gli amici, in fondo, ci stanno sempre ancor più quando si sbaglia! Battute a parte, esattamente come il suo collega e amico di vecchia data Storelli, Marcantonio ama ritrovarsi tra amici o anche, a volte, semplici conoscenti o anche sconosciuti, per scoprire le carte di una serata dove l'improbabile può diventare possibile e dove, almeno per noi, averlo accanto non è soltanto una questione georgrafica e di confini, ma un privilegio al quale non rinunceremmo per niente al mondo. O quasi.

Al lato opposto della tavolata sta una persona pressoché introvabile a queste latitudini, seria, affidabile, onesta, competente, mai sopra le righe e, a quanto ci risulta, nemmeno sotto in sostanza una bella presenza che ci ha onorato accettando il nostro invito. Stiamo parlando di Giuseppe Carli, titolare, con la sorella Carla, della più antica gioielleria, addirittura dal Seicento, di Lucca in via Fillungo. La sua entrée è unica e varcarne la soglia consente di entrare in un mondo al di fuori del mondo. In fondo, poi, c'è l'ufficio, minuscolo, che è anche il suo regno, dove Beppe Carli custodisce gelosamente i segreti di decenni di studio e pratica di orologi di lusso e di prestigio. E', inutile negarlo, uno dei più grandi esperti e collezionisti di Rolex e non soltanto d'Italia. Al polso, per l'occasione, porta un Rolex Day-Date in oro bianco, conosciuto come l'orologio dei presidenti, un pezzo d'eccezione e di grande classe. 

Accanto a Carli c'è una nostra vecchia conoscenza, il consulente del lavoro Leandro Guidi, un professionista come pochi che ha il suo ufficio alle ex Officine della Latta e che ci ha seguito nei primi anni della nostra esagerata esistenza con le Gazzette. Era lui a occuparsi di fare la busta paga del nostro unico articolo 1, praticante giornalista così come di altri collaboratori a libro paga. Era sempre lui a ricordarci scadenze, impegni, a darci consigli per evitare di cadere nel nostro pessimo difetto che è quello dell'esagerazione. Poi ci siamo persi di vista, ma la simpatia e la stima reciproche non sono mai venute meno. Quando ci conoscemmo eravamo entrambi diversamente accompagnati rispetto a come siamo adesso, così è la vita, se ci pare. E così l'abbiamo sempre affrontata.

Poteva mancare il sindaco ad uno dei nostri appuntamenti enogastronomici, ma non soltanto? No che non poteva. Mario Pardini è, ormai, un caro amico ancor più che il primo cittadino di questa valle di lacrime, ma ciò non toglie e, in particolare, non ci impedisce di creargli eventuali imbarazzi o problemi a seguito dei nostri articoli. Il suo è un sorriso contagioso, classico da bravo ragazzo e non abbiamo mai dubitato di queste sue caratteristiche altrimenti non ci saremmo sperticati nel tesserne gli elogi in vista della sua candidatura. Checché se ne possa pensare, è un liberale che tollera le critiche quando queste sono ispirate da buona fede e sincera passione e non da gelosie o strumentalizzazioni varie. Sarà per questo che, nonostante tutti i casini che gli abbiamo procurato a livello politico, continui a sedersi al nostro desco e a gustare e ridere della nostra compagnia. Farà strada perché una persona onesta anche se, a volte, sembra vivere sulla luna. Non beve, come sempre, nonostante fosse un produttore vinicolo in Argentina, non mangia o, almeno, si limita a un grosso piatto di verdure e alla sola bistecca cotta su pietra ollare, tralasciando antipasti e tordelli oltre alla ribollita che, forse, assaggia a malapena nonostante sia squisita. Comunque è comprensibile visto il numero elevatissimo di inviti a cena e a pranzo che riceverà giornalmente.

13 a tavola mai dice la regola, anche perché nell'ultima cena di Gesù erano proprio in 13 e il 13° era Giuda della serie facciamo gli scongiuri. E nemmeno a parlarne di apparecchiare la tavola con il 14° coperto dividendosi, poi, tra tutti le sue portate. Meglio farsene una ragione e sfidare la superstizione che non ha mai portato granché.

C'è anche Roberto Capobianco, fondatore di Conflavoro con il fratello Enzo, ambedue originari della Basilicata e capaci, in breve tempo, di portare la loro associazione a tutela delle piccole e medie imprese a livello nazionale. Sede a Lucca in via del Brennero, costituiscono un esempio di come la volontà e la determinazione oltre alle capacità di destreggiarsi negli ambiti politici e economici italiani, possano condurre a risultati inaspettati. Anche Capobianco è tra i supporters storici delle Gazzette, un aiuto concreto e constante sia pure, come tutti gli altri, contenuto, per lo sviluppo di una libera informazione e critica che più libere non si può. Persona tranquilla, riservata, mai una parola, almeno con noi, fuori posto o fuori luogo, un diplomatico a tutti gli effetti che sta stare bene dovunque sta.

Visto che una delle regole di queste cene è che chi partecipa non deve sapere chi sono gli altri convenuti, un'altra è che chi si conosce non può stare seduto accanto quindi ognuno sta bene se isolato da eventuali amici o conoscenti. Questo per evitare si formino congreghe più o meno numerose o anche solo tandem troppo contigui. Così Massimiliano Giusti, marito di Francesca Bettaccini, se ne sta dall'altra parte della tavola proprio davanti ad un altro vecchio adepto di queste circostanze, Piero Pacini il gelatiere di mente tedesca, cuore italiano e visione globale come è solito dire. Giusti è una persona squisita, galante, rispettosa, mai invadente e invasiva, attento a mantenere una giusta distanza dai suoi interlocutori. Anche lui, ovviamente, in società con la moglie nel negozio di animali, è un profondo conoscitore del settore e per molti anni si è anche occupato di allevamento e vendita di amici a quattro zampe siano essi stati cani o gatti. Ottimo compagno a tavola e persona che sa stare al mondo. Piero Pacini, ormai, lo conoscono tutti a Lucca e non soltanto: dopo il gusto di gelato dedicato al Summer Festival per il 25° anniversario, ha appena sfornato, si fa per dire, il gusto dedicato al principe dei principi della musica mondiale, quel Bob Dylan che proprio 25 anni fa aprì la prima edizione del Lucca Summer Festival e che il 6 luglio tornerà nuovamente sul palco di piazza Napoleone. Pacini sta lavorando duramente nel suo negozio di via Roma, ma i sacrifici e le rinunce estive vengono compensate dai viaggi e dalle vacanze d'inverno. Uno dei due, l'altro è Valter Nieri, che, a quanto ne sappiamo per non averne mai conosciuti altri, pagano sempre in anticipo quel che devono, ma non sempre vengono ripagati della medesima moneta. Anche Pacini è un grandissimo collezionista di Rolex e non solo, uno che li ha iniziati a collezionare grazie agli insegnamenti paterni quando era appena post adolescente. Piero Pacini è, comunque lo si voglia guardare e, magari anche giudicare per chi nella vita non ha altro di meglio da fare, un hombre vertical per dirla alla Luca Tronchetti carissimo collega, uno, cioè, dalla schiena dritta che quello che ha se lo è guadagnato col tempo e con decenni di proficuo lavoro.

All'appello, ormai, ne mancano tre: Marco Gonzadi, imprenditore Ho.Re.Ca. con la sua G&D a Sant'Alessio ed ex socio della Lucchese Libertas 1905 alla quale molto, anche in termini monetari, ha dato e ben poco, onestamente, a ricevuto se non, spesso, critiche e sberleffi dai soliti geni della stirpe calcistica di casa nostra. Andrea Casali, CEO di Scudo e componente della famiglia a capo del gruppo Esedra. Da poco è anche presidente di Farmacie Comunali, società partecipata del comune di Lucca nonché presidente del neonato Rotary Club di Forte dei Marmi. Infine, last but not least come direbbero gli anglosassoni, Massimo Balzi, ex consigliere comunale, provinciale e regionale, ex portaborse in Parlamento, attuale presidente del circolo Mazzei e produttore del fortunato format La Pisaniana in onda su Canale 50 Tv, pisano a tutti gli effetti, ma nessuno, si sa, può essere perfetto.

Balzi è simpatico, un po' sovrappeso, ma non sembra fregargliene, giustamente, più di tanto. E' un ospite dell'ultim'ora nel senso che, a differenza di tutti gli altri, non lo conoscevamo né di persona né, non ce ne vorrà, di nome e cognome. E' uno che deve averne viste molte, forse anche fatte e quando ci dice che è sì di destra, ma anche amico di lunga data del presidente della Regione Eugenio Giani, veniamo colti da un attacco di itterizia. Giani avrebbe bisogno di qualcuno che lo consigliasse nell'abbigliamento e, in particolare, nelle scarpe da indossare. Così come va in giro sembra molto più anziano di quello che è e se pensiamo che ha poco più di noi, altro attacco di non si sa bene cosa. Balzi obietta che uno venuto su da un partitino che aveva appena il 2 per cento delle preferenze e che raggiunge la presidenza della Regione, vuol dire che ha testa e anche qualcos'altro. Non lo mettiamo in dubbio, ma a noi i politici di professione sono sempre stati antipatici per definizione. 

Marco Gonzadi è un caro amico che conoscemmo in occasione di una partita a S. Maria del Giudice in memoria di un caro ragazzo a cui volevamo molto bene e che adesso, purtroppo, non c'è più. Ci colpì da subito il suo sorriso a cui si aggiunse anche una cordialità e una simpatia immediate. Persona molto sensibile al di là delle apparenze un po' guascone, è generoso e di compagnia. Se tornasse indietro non andrebbe alla Lucchese Libertas 1905, ma crediamo che non sarebbe l'unico. Ci ha rimesso soldi e, per fortuna, non la salute, ma in cambio non ha ricevuto onori, anzi molti, troppi oneri. Dotato di una perspicacia notevole, afferra al volo quello che altri lasciano volare qualche secondo di troppo. Iperattivo.

Andrea Casali è un carissimo amico di Marcantonio Gambardella e, a quanto pare, insieme e da giovani, ne devono aver fatte più di Carlino in Francia. Casali è ambizioso e non crediamo di andare molto lontano se, un paio di anni fa, aveva fatto qualche pensierino a candidarsi alle imminenti elezioni amministrative. Poi, non ne fece più niente, ma si impegnò a contribuire alla vittoria del centrodestra, cosa puntualmente avvenuta. Lucchese doc, lucido, anche fedele nella ricostruzione di episodi e aneddoti che abbiamo, poi, verificato, può essere un valido collaboratore di questa giunta con la sua robusta esperienza.

Quando sbarcano sul tavolo gli antipasti, si deve ammettere che Matteo e Chiara Del Magro, con lo staff della loro nuovissima cucina appena attrezzata e impiantata, hanno fatto le cose perbene ancor più che in grande: crostini di vari tipi, taglieri di affettati e formaggi, focaccine e pizze sottili, insalata, olive, stuzzichini. Il tutto preceduto e annaffiato, prima, con un'ottima bottiglia di Franciacorta Castel Faglia Saten Brut, niente da invidiare allo champagne francese, quindi con una bottiglia di vino spumante brut "V12" targato Lamborghini, proprio la casa automobilistica. Ottimo invero. Dopo, con gli assaggi di ribollita e di tordelli lucchesi, sono arrivati il Chianti di Sting tenuta Il Palagio, When We Dance, nostra vecchia passione e un Morellino di Scansano Poggioargentiera, forse, troppo strutturato per essere abbinato a questo tipo di piatti. Sarebbe andato meglio sulla bistecca giunta più tardi.

E proprio per la bistecca cotta sulla pietra ollare che al sindaco Pardini è piaciuta tanto e che aspettava solo quella per mangiare qualcosa, è stata aperta una bottiglia di Lucente, un rosso della tenuta Luce della Vite, Frescobaldi a Montalcino in località CastelGiocondo. Molto apprezzato da tutti i commensali unitamente al vino del cantante inglese. 

Chiusura con un cabaret a firma del direttore (ir)responsabile delle Gazzette su alcuni aspetti della realtà del nostro Paese e dell'Occidente ormai in crisi definitiva, seguito da un déssert costituito da fette di torte fatte in casa e cantuccini con Vin Santo.

Superstizione o meno, all'Oste di Lucca siamo stati bene e se c'è da ringraziare qualcuno, oltre alla famiglia Del Magro, è il responsabile de locale Vincenzo Botta, napoletano e sapiente padrone di sala.

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