Otto invece di sette, questa volta, i commensali della tavola... rettangolare predisposta all'Antica Locanda di Sesto da chef Aurelio Barattini. Un appuntamento giunto alla sua seconda edizione, si fa per dire, all'insegna e nello spirito del convivio platonico tenuto anche conto che, tra gli ospiti, c'era un filosofo di eccezione, Enrico Castellacci, medico e chirurgo, appassionato e anche di più di un filosofo greco antico fondatore della scuola cirenaica, Aristippo, nato a Cirene nel 435 avanti Cristo e morto a Lipari nel 366 avanti Cristo all'età di 69 anni. Enrico è, infatti, un cultore dei testi antichi e nella sua stanza potete ammirare alcuni libri scritti da Aristotele, Platone, appunto Aristippo, Benedetto Croce e altri ancora.
Mancava il sindaco Mario Pardini che non è potuto intervenire, ma si è già prenotato per il prossimo evento in onda l'11 maggio, giovedì. Seduti uno accanto all'altro, ieri sera c'erano, nel (dis)ordine, Mimmo D'Alessandro, Giorgio Del Ghingaro, Giovanni Martini, Gianni Mercatali, Alessandro Bianchi, Flavia Mercatali moglie di Gianni e, ovviamente, l'ex medico della Nazionale italiana di calcio campione del mondo nel 2006 a Berlino. In comune, tutti, come sempre, una cosa sola: l'essere amici o persone comunque simpatiche e stimate, dal direttore (ir)responsabile delle Gazzette.
Ultimo arrivato, com'era prevedibile, al locale e alla tavola, in moto nonostante un freddo cane, ma con la luna piena, il popolare Giò di Corso Garibaldi. Mamma Raffaella è, come sempre, al suo posto, lo staff anche, Aurelio Barattini pure, ma niente immagini per favore.
Si comincia con le presentazioni, c'è gente che non si vede da oltre 40 anni e, qualcuno, Mercatali-D'Alessandro, anche di più: loro, addirittura, dalla metà degli anni Settanta quando, entrambi, frequentavano la Versilia di Sergio Bernardini. King George è in splendida forma, la sua Viareggio cresce a dismisura nella considerazione della gente e dei turisti, peccato che solamente il Pd e la Sinistra viareggini, oltre all'opposizione e a qualche abitante rompicoglioni, non se ne siano ancora resi conto. Se avesse seguito la sorte sarebbe, adesso, sindaco di Lucca e il buon Mario Pardini vice sindaco. Invece è andata come è andata...
Enrico Castellacci, un fratello e non nel senso massonico del termine, medico sportivo, chirurgo di fama internazionale, è reduce da una giornata di intenso lavoro a Genova. Dopo la Cina, lo hanno fortemente voluto anche in India dove gli hanno affidato, nuovo di sana pianta, un intero dipartimento dove si studiano e si applicano le cellule staminali. Enrico è, per l'Italia, una eccellenza in tutti i sensi. Da quando era medico sociale della Lucchese di tempo - e di acqua - sotto i ponti ne sono passati parecchi.
Alessandro Bianchi, veterinario di Altopascio, ex assessore, simpatizzante per Fratelli d'Italia, elegante e performante come sempre. Lo conosciamo da una vita ed è come il vino, invecchiando migliora. Appassionato di Jaguar, ultimamente ha perso la... testa per una spider XK8 convertibile anni Novanta di colore verde con interni in pelle bianca. Stupenda. Gianni Mercatali ricorda ancora quando, nel 1996, presentò la prima versione alla stampa alla tenuta di Tignanello alla presenza di Gino Paoli, Renato Pozzetto e Mauro Forghieri, ex direttore tecnico per 25 anni della Ferrari.
Giovanni Martini detto Giò, una sorta di icona e istituzione cittadina, massacrato durante il Covid e non solo dalla polizia municipale di Lucca che, a torto o a ragione, non gliene ha fatte passare lisce nemmeno una, ma lui, come al solito, non molla e la vittoria elettorale del centrodestra gli ha regalato almeno una decina di anni di gioventù.
Flavia Fabietti, moglie di Gianni Mercatali, non è una sorpresa, è semplicemente straordinaria per come riesce a a trovarsi bene ovunque e sempre a proprio agio. Donna di grande classe e di altrettanto charme, piacevolissima nella conversazione, appartiene ad una famiglia di esuli istriani. Anni fa ci regalò un manoscritto di Gabriele D'Annunzio proveniente nientepopdimeno che da Fiume d'Italia. A lei abbiamo fatto omaggio del libro L'ultimo legionario con introduzione di Giordano Bruno Guerri. Gianni Mercatali uomo fortunato oltre ad essere un grandissimo professionista, basti pensare a come ha organizzato l'ultimo evento a Palazzo Portinari-Salviati al ristorante Chic Nonna di Vito Mollica chef stellato per presentare l'ultimo nato di Donne Fittipaldi.
Si dà inizio alle danze dopo una breve presentazione e sul tavolo pardon, nei bicchieri ad hoc scende uno champagne colore giallo paglierino che invita al godimento istantaneo. Si tratta di una bottiglia di Théophile, dalla maison del mitico Cristal, che riproduce lo stile di “Théo, lo champagne in voga negli anni trenta tra gli artisti di Montparnasse, il quartiere parigino all’epoca fulcro della vita culturale della città di Parigi. Fondata a Reims nel 1776 e oggi giunta alla settima generazione, la maison porta il nome di Louis Roederer ed è una delle poche famiglie ancora in possesso del proprio brand originario.
Otto persone sedute una accanto all'altra senza che la loro presenza sia stata programmata per qualche ragione che non fosse, semplicemente, la comune amicizia con chi scrive. Giò è uno spettacolo, lui alza la palla e gli altri, a turno, schiacciano. Il patron del Lucca Summer Festival è ospite fisso, ormai, ma con il fatto di essere, dice lui, vegetariano, da Aurelio casca male perché si perde un bel po' di piatti cucinati alla grande. Gianni Mercatali, ex pierre di Krug per 12 anni, è l'esperto di vini e tocca a lui commentare, a mano a mano che arrivano, le bottiglie scelte per la circostanza.
In onore di Mimmo D'Alessandro e del suo Summer, un Chianti del 2019 della famosa tenuta Il Palagio di Figline e Incisa Valdarno, di proprietà dell'ex vocalist dei Police Sting dal 1997. Il nome è When we dance proprio come la sua famosa canzone e l'etichetta è stilizzata a dovere raffigurante una sinuosa figura femminile. Dopo l'assaggio Gianni se ne esce fantastico con queste parole: Di pronta beva, ma di grande corpo... ma dove le troverà, lui cresciuto a Firenze, ma originario della Romagna e per la precisione di Modigliana.
La scelta dei piatti è fatta tramite il codice QR anche se Raffaella è molto, ma molto meglio nell'elencare le specialità della casa. Antipasti misti della casa, crostini con fegatini di pollo e basta per monsieur Mercatali, manzo di pozza con rucola e parmigiano: ecco le scelte dei nostri, si fa per dire, eroi. Ovviamente per il napoletano docg al secolo Mimmo D'Alessandro la scelta è obbligata: sformato ai carciofi con fonduta al Baggiolo.
E' sui primi e sui secondi che, però, avviene il tracollo di ogni esitazione: non c'è la zuppa alla frantoiana vista la primavera ormai arrivata e se si vuole c'è sempre la garmugia, ma troppo leggera per palati affamati come quelli di stasera. Via, quindi, con le porzioni pantagrueliche di gnocchi di patate al gorgonzola e noci, divini, per Giò e l'irresponsabile direttore a cui si aggiunge una trippa in casseruola, letteralmente, da favola. Ma nessuno vuole rinunciare ad un assaggio dei famosi spaghettoni “Senatore Cappelli” Felicetti al guanciale e pecoringrana amalgamati direttamente nella forma di grana just in front of the table dal magico cameriere Alessandro Bianchi, stesso nome e stesso cognome del nostro medico veterinario, incredibile coincidenza. Martini opta per le rovelline, poteva essere diverso? Lucchese nell'anima e nello stomaco, ma siccome non gli bastano, pancia mia fatti capanna e infilaci anche un piatto di trippa che gli faceva gola solo a vederla da noi. Improvvisamente sbuca Aurelio Barattini che sfugge alla fotocamera dell'i-Phone riuscendo, comunque, a tagliare la bistecca alla fiorentina chiesta direttamente dai Mercatali, dal sindaco di Viareggio e da Enrico Castellacci mentre un piatto di gigli “Senatore Cappelli” al ragù di salsiccia di Cinta Senese compare come per incanto davanti a Bianchi e a Gianni.
Piatto ricco mi ci ficco direbbe qualcuno. Porzioni decisamente generose grazie a mamma Raffaella. Tocca alla bottiglia Antillo 2020 che sta per luogo ricco di sole, un rosso prodotto a Bolgheri dal podere Guado al Melo, un'azienda familiare condotta da Annalisa e Michele Scienza in località Murrotto a Castagneto Carducci. Per il nostro sommelier della serata, si tratta di un vino con un carattere deciso che racconta pienamente le caratteristiche del Sangiovese anche se percepisco la presenza di qualche altro vitigno, forse un cabernet sauvignon in piccola percentuale. Centro! Gianni ha azzeccato tutto. Troppo forte.
Il vino comincia a scendere e la mente si apre, i sensi si allentano e la favella comincia laddove, a cose normali, spesso non arriva nemmeno. Tutti o quasi a rimproverare anzi, a svelare che Giorgio Del Ghingaro era stato ad un tiro di schioppo dal candidarsi sindaco a Lucca dove avrebbe stravinto salvo ripensarci chissà come chissà perché: Ve lo dirò alla prossima cena. Intanto, però, gli sfugge che la Simona Bonafè, segretario regionale del Pd, avendo appreso della sua ipotetica intenzione di scendere in pista, lo andò a trovare direttamente in studio a Lucca, ma si vide - udite udite, grandissimo Giorgione - accompagnare alla porta: Non ho mai accompagnato alla porta nessuno in vita mia, quella è stata la prima volta. Chissà cosa gli deve aver detto o intimato la Bonafè a nome di tutto il vertice piddino toscano per spingerlo ad un gesto del genere nei confronti, poi, di una gentildonna lui sempre così galante. Possiamo immaginare, tuttavia, il tenore della conversazione.
Alla terza bottiglia, un Grattamacco 2021 sempre da Bolgheri, Mercatali racconta la storia di Podere Grattamacco, seconda azienda per storicità della DOC Bolgheri, fondata nel 1977 dal bergamasco Piermario Meletti Cavallari che, successivamente, l'ha venduta ricavando una fortuna e investendo, quindi, all'isola d'Elba nella tenuta delle Ripalte a Capoliveri, un paradiso della natura. Con lui, il figlio Giorgio, cresciuto nel Podere Grattamacco e tra le sue vigne, attualmente a capo di una ottima azienda vinicola che porta il suo nome, nata nel 2002 e che si trova, anche lei, all’interno di una delle più famose aree vinicole italiane, la DOC Bolgheri. I suoi vini Borgeri, dal nome originario e antico di Bolgheri, sono straordinari.
Il momento più alto e anche commovente della serata è quando Mimmo D'Alessandro, in genere un diesel anche a tavola, che parte piano, ma si esalta con il trascorrere dei minuti, conquista la scena e il centro del convivio riuscendo, perfino, a sorprendere un ammirato Gianni Mercatali che non crede ai propri occhi e si entusiasma nell'ascoltare gli aneddoti di un uomo che ha conosciuto i più grandi artisti del panorama musicale internazionale. Nessuno degli astanti poteva immaginare quando il patron del Summer Festival fosse legato da antica e sincera amicizia con il giornalista Gianni Minà scomparso appena una settimana fa. La commozione coglie D'Alessandro nel ricordare momenti vissuti insieme già a partire dalla fine degli anni Settanta primi anni Ottanta, quando a Viareggio, in darsena, con Minà aveva organizzato dieci trasmissioni di straordinario successo andate in onda sulla televisione pubblica, la Rai. In dieci puntate - racconta - presentammo cento artisti. Gianni era straordinario anche se, devo dirlo, un po' confusionario nel suo lavorare, una volta, alla prima puntata e avevamo Ray Charles, arrivò con due ore di ritardo perché, avendo saputo che a Milano era sbarcato dall'aereo Mohamed Alì, al secolo Cassius Clay, il pugile più famoso del mondo - lui quando sentiva parlare di Fidel castro e Cassius Clay non capiva più nulla - era partito dicendo che sarebbe tornato in tempo. Invece noi ad aspettarlo e se la prima ora di attesa riuscimmo a fargliela digerire, la seconda fu impossibile e rammento ancora un adirato Ray Charles sbattere il pugno sul tavolo gridando: Now I want just here ten thousand fucking dollars every ten minutes late. La trasmissione fu un successo e Minà, quando arrivò, fu come se non fosse successo niente, ma ci costò uno straforo di 70 mila dollari. E così fu anche in un'altra circostanza, ma la trasmissione ebbe così tanto successo che, alla fine, erano gli stessi artisti che si dicevano disposti a pagare pur di essere invitati. Gianni era un amico straordinario. Mi viene in mente un altro aneddoto. Era morto da poco John Lennon e a Londra Paul Mc Cartney era tornato sulle scene con un disco che venne presentato in anteprima assoluta durante una serata alla quale era vietato l'ingresso a tutti i giornalisti di tutto il mondo, solo per addetti ai lavori e familiari di chi aveva preso parte al progetto. Gianni mi stressò non so quanto chiedendomi di poter venire con me e non voleva sentire ragioni. Dormì tutta la notte precedente in camera mia sul pavimento, poi, incredibilmente e non so come fece, me lo ritrovai, unico giornalista presente, dentro il teatro. Era incredibile.
Momenti toccanti. Mimmo D'Alessandro è una miniera di aneddoti. Lui sì che starebbe bene in Tv a raccontare cose intelligenti che hanno fatto la storia della musica.
Belle anche le sue parole per Andrea Tagliasacchi, un personaggio politico che non solo, a suo avviso, molto ha fatto per Lucca inventandosi anche il Summer Festival che senza di lui non sarebbe nato, ma che sta facendo molto bene anche a Castelnuovo e non soltanto.
Improvvisamente Del Ghingaro nella veste di sindaco di Viareggio e lo stesso D'Alessandro si appartano per un brindisi. Pare che, avendo Viareggio, quest'anno, portato i carri a Lucca sulle Mura per il carnevale, l'organizzatore del Summer Festival stia seriamente pensando di accogliere la proposta di fare uno dei concerti della sua manifestazione, l'anno venturo, proprio a Viareggio per ricambiare il... regalo. Sarebbe straordinario. Ma King George sbotta ricordand un episodio che gli brucia ancora, proprio poco prima del voto a Lucca, quando l'allora sindaco Alessandro Tambellini, in fondo del suo stesso partito, il Pd, se ne uscì come i dolori e anche peggio dicendo che chi proveniva dal contado e il riferimento era chiaro a Del Ghingaro che vive nel Compitese, non aveva le phisique du role per fare il primo cittadino a Lucca. Ce la ricordiamo tutti la pessima sortita di mister Tambellini Man che, a dire la verità, ha qualche colpa nella sconfitta della sinistra lucchese. Quando lessi le sue dichiarazioni - commenta Giorgione - pensai che gliel'avrei fatta vedere io e così cominciai seriamente a pensare di candidarmi... Infatti, con noi era arrivato al 95 per cento salvo, poi, ripensarci all'ultimo minuto facendoci fare una grande figura di merda a noi che ci avevamo scommesso, razionalmente, sopra.
Il tempo passa e Berta non si marita recita un vecchio detto labronico che sta a significare che uno perde troppo tempo invece di fare quello che dovrebbe fare senza attendere troppo.
Potevano mancare i dolci in chiusura? Ovvio che no e, allora, via alle danze con noi e Gianni unici a non degenerare. Il solito Martini non disdegna una meravigliosa crema catalana. E pensare che, dopo, se ne tornerà all'ovile in moto con un freddo bestia, ma, come ha fatto notare compiaciuto Castellacci, con una meravigliosa luna piena che più piena non si può. Grande serata.
Gianni Mercatali ci aveva annunciato, prima di arrivare, che sarebbe dovuto andar via alle 23 dovendo rientrare a Firenze per impellenti impegni di lavoro già contratti per l'indomani. Ma l'entusiasmo e la curiosità sono stati così forti che il tempo è passato, appunto, e Berta questa volta felice, è rimasta ancora single.
Si arriva ai saluti. Penultimo tavolo ad abbandonare la scena, ma se fosse stato per la voglia di continuare a stare insieme, saremmo andati avanti ad oltranza. Un abbraccio forte al professor Castellacci: grazie ai suoi biglietti ci fu possibile, nel 2006, assistere con nostro figlio alla finale dei campionati mondiali vinti contro la Francia. Un ricordo indelebile in tutti i sensi. Grazie Enrico e la bella canzone di Antonello Venditti scritta per Enrico Berlinguer, potrebbe essere intonata anche per lui che, per fortuna, è qui con noi e rappresenta, realmente, una eccellenza di Lucca e per Lucca, ma non solo, ovunque mette piede.
Dimenticavamo di annotare un brindisi alla salute di un vecchio amico che avrà anche sbagliato quando era presidente della Lucchese Libertas 1905, ma che i soldi, lui, ce li aveva messi e ce li avrebbe rimessi veramente. Adesso Fouzi Hadj, il business armeno, è a Kiev con la famiglia e la situazione non deve essere delle più semplici. Da Lucca, da Enrico Castellacci che lo presentò tanti anni fa al Rotary Club, dall'autore di queste righe che lo ha sempre considerato un amico, da Giovanni Martini e King George tifosi rossoneri da una vita, gli auguri di poterlo rivedere a queste latitudini quanto prima.