Sabato 10 settembre è stato inaugurato l’organo della chiesa di Carignano, restaurato dal competentissimo organaro lucchese Glauco Ghilardi, che tanto ha recuperato in Lucchesia, ma che molto ha costruito ex novo nelle regioni del Nord Est italiano di lingua tedesca.
L'autore dell’organo non è certo, alcuni ritengono lo strumento attribuibile all’importante organaro viareggino Odoardo Landucci, di cui non si conosce l’anno di nascita ma quello di morte (1869). Caratteristico il fatto che quasi tutti i registri siano interi, il che inserisce questo organo più nel filone della tradizione italiana antica che in quello degli strumenti bandistici coevi.
Il prospetto comprende un'ampia piramide maschile del ripieno (con Principale, Ottava e file tutte separate fino alla XXIX), quella femminile (Flauto in ottava, cornetto), ance (Tromba, Clarone), oscillanti (Voce umana, battente su Principale), accessori percussivi (campanelli al manuale, rullante al pedale). La pedaliera infine dispone di un proprio registro di Contrabasso 16' tappato con rinforzi armonici di 8', tutto in legno.
Il suono è complessivamente cristallino, chiaro ed equilibrato nell'amalgama. Particolarmente notevole l'intonazione pastosa del Principale, la delicatezza del Flauto e l'incisività delle ance, soprattutto il Clarone Bassi.
Il concerto di inaugurazione ha visto su quest’organo il giovane Niccolò Bartolini (Lucca, 1996), avviato alla musica in tenera età. Dopo i primi fondamenti di solfeggio appresi dal M° Massimo Papini, ha studiato Pianoforte con la M° Sandra Cecchi, Violino e Viola con il M° Savino Pantone e Organo con il M° Claudiano Pallottini.
Dal 2011 è organista titolare presso la parrocchia di Veneri (PT), e maestro di Cappella della Corale polifonica SS. Quirico e Giulitta che ha sede presso la stessa Chiesa. Diviene successivamente organista anche presso le Chiese Pievanili di Collodi.
Svolge regolarmente attività concertistica all'organo tenendo diversi recitals. Inoltre, ha debuttato in veste di solista con l'orchestra all'età di soli 24 anni, ed ha già al suo attivo l'esecuzione, assieme all'Orchestra del Conservatorio L. Boccherini di Lucca e ad altre formazioni cameristiche, di molte importanti pagine come i Concerti di Vivaldi ed Hændel, le Sonate da chiesa di Mozart, la Suite per organo e orchestra d'archi di Respighi, il Concerto di Poulenc.
In seguito al conseguimento della Maturità Classica, e parallelamente agli studî economici presso l'Università di Pisa, viene ammesso alla Classe di Composizione del M° Pietro Rigacci all’ l'Istituto Superiore di Studî Musicali L. Boccherini di Lucca.
Dal 2018 collabora stabilmente alla direzione della Cappella S. Cecilia della Cattedrale di Lucca come vice-direttore ed aiuto del M° Luca Bacci.
Il programma eseguito da Niccolò Bartolini all’organo di Carignano prevedeva:
Andrea Gabrieli (1533 - 1585)
- Canzon francese detta Je prens en gre
Girolamo Frescobaldi (1583 - 1643)
- Capriccio V sopra la Bassa Fiamenga, F 4.05
Tarquinio Merula (1595 - 1665)
- Capriccio cromatico, ITM 14
Johann Jakob Froberger (1616 - 1667)
- Capriccio in Sol maggiore, FbWV 507
Domenico Zipoli (1688 - 1726)
- Canzona XII in Sol minore
Anonimo Lucchese del XVIII Secolo (Archivio Arcivescovile di Lucca)
- Brano senza titolo in Sol maggiore
- Brano senza titolo in Sol minore
Marco Santucci (1762 - 1843)
- Dalle 12 Sonate di stile fugato:
n. 3 in Re minore. Allegro assai
Il programma scelto è appositamente pensato per le possibilità foniche dello strumento di Carignano. Si tratta di un percorso storico alla scoperta dell'origine e dello sviluppo dello stile contrappuntistico, ed in particolar modo fugato, nella musica d'organo. Uno degli spunti fondamentali è l'osservazione di come diversi autori, dal 1500 in avanti, avessero l'abitudine di prendere a spunto delle arie appartenenti a canzoni o danze celebri del loro tempo per crearne dei soggetti da rielaborare in stile polifonico nelle proprie composizioni. È il caso delle raffinate diminuzioni applicate con gusto da Andrea Gabrieli ad una canzon francese scritta da Clemens Non Papa, oppure della sofisticatissima elaborazione imitativa creata da Frescobaldi sul famoso tema della Bassa Fiamenga. In particolare con questo autore conosce affermazione il genere del Capriccio, che rappresenterà, a cavallo di '5 e '600 - e similmente a quello della Canzona, l'anticamera della Fuga. Si può osservare come gradualmente anche la creazione degli stessi soggetti divenga opera esclusiva e personale dei Compositori, che possono così consegnare ai loro lavori caratteri diversi: ecco l'esempio di Merula che si cimenta con l'ardua sfida di addomesticare ed ingentilire un tema che altro non è che una lunga ed aspra scala cromatica, oppure quello di Froberger che si propone di realizzare con questo bel Capriccio un momento musicale estremamente scintillante e variegato, che può ben dare risalto alle diversissime risorse timbriche di questo organo recentemente restaurato.
Non mancano nella selezione dei brani delle attenzioni al territorio lucchese: il percorso temporale del programma entra nel secolo XVIII attraverso la proposta di due pagine di autore ignoto riscoperte presso l'Archivio Arcivescovile della Diocesi di Lucca. È l'occasione per far luce sulle prime avvisaglie di crisi dello stile fugato nella musica europea: la forma contrappuntistica sopravvive come involucro di un contenuto musicale decisamente più galante e meno rigoroso. Interessante punto di approdo è infine lo sguardo gettato sulla produzione dell'eminente compositore camaiorese Marco Santucci, che agli albori dell' '800 avvertì il bisogno di creare e dare alle stampe un intero ciclo di 12 Sonate dedicate agli studenti di organo e pianoforte: in un'epoca in cui ormai la musica operistica iniziava a dilagare ovunque, addirittura nelle chiese, e a monopolizzare fortemente i linguaggi espressivi in ogni campo della produzione musicale, questo autore, ben conscio della portata intellettuale e didattica del repertorio contrappuntistico, tenta di presentare alla gioventù dei lavori costruiti sugli stilemi rigorosi tradizionali, ma riletti in una chiave più moderna ed interessante.
Al termine è stato eseguito un fuori programma del compositore francese Marcel Dupré, celebre virtuoso ed esponente di spicco della grande scuola sinfonica francese. Si tratta dell'ultima pagina da lui composta, prima della morte avvenuta nel 1971. Si è così inteso sperimentare un qualcosa di alquanto insolito, proponendo su un antico organo italiano, caratterizzato da limitate risorse e ridotta estensione, un qualcosa di proveniente da un mondo organistico completamente differente per scala dimensionale e linguaggio. Il risultato, anche se sicuramente atipico, è stato accolto con grande favore dal pubblico.