Le proteste nei campus americani a favore della Palestina ancora non si placano. Nonostante gli sgomberi, le repressioni e gli arresti di oltre 2000 studenti, le manifestazioni continuano senza sosta. Alcuni atenei per preparare adeguatamente le cerimonie di laurea hanno patteggiato delle tregue, altri come Columbia University hanno invece deciso di annullarle. A distanza di pochi mesi dalle elezioni presidenziali che si svolgeranno il 5 novembre, l’America appare oltre che nel caos, nel panico istituzionale. Il movimento trasversale e transnazionale che promuove la pace in Palestina accusato di fomentare l’antisemitismo e avere al suo interno frange violente, rischia di catalizzare l’attenzione degli elettori sempre meno interessati alla corsa elettorale. All’indomani degli sgomberi il Presidente Joe Biden in un discorso alla Casa Bianca aveva definito gli eventi accaduti nelle università del Paese come gravi e lesivi a causa delle violazioni di domicilio, dei danneggiamenti e delle interruzioni alle lezioni. Biden aveva però sostenuto che il diritto alla libertà di parola doveva essere tutelato e protetto. "Non siamo una nazione autoritaria in cui mettiamo a tacere le persone e schiacciamo il dissenso, aveva sottolineato, ma nemmeno siamo un paese senza legge”. Se la primavera appare convulsa, l’estate ormai alle porte si sta surriscaldando. Sono 65 le organizzazioni che a Chicago hanno formato una coalizione per "marciare” alla Convention nazionale democratica, che si aprirà il 19 agosto. Gli attivisti hanno citato in giudizio il tribunale federale per le presunte interferenze sul Primo Emendamento, ovvero quello che sancisce la libertà di espressione e parola, e nonostante le restrizioni hanno già confermato la loro presenza. Assicurano di essere pronti se necessario, a scontrarsi con la polizia come avvenuto nel 1968, quando circa 10000 oppositori si recarono nella città dell’Illinois per fermare la guerra in Vietnam.Il Congresso ha stanziato velocemente oltre 75 milioni di dollari per coprire sia i costi di sicurezza di Chicago che di Milwaukee, che ospiterà la Convention nazionale repubblicana. Negli anni infatti le proteste che hanno coinvolto entrambi gli schieramenti politici sono state costanti. Donald Trump ricandidato alla presidenza repubblicana, ancora impegnato a New York “nel processo del silenzio” distratto dalle sue vicende giudiziarie preferisce non replicare. Tuttavia il tycoon ha incentrato la sua campagna elettorale sulla questione dell’immigrazione illegale e l’ha usata ripetutamente per accusare Biden, reo di consentire l’"invasione" del paese. Il suo messaggio cela un evidente richiamo al discorso pronunciato da Nixon nel 1968 quando promise di ripristinare "la legge e l'ordine". Queste sono le premesse con cui l’America si presenta alle urne e come sottolineato dal gruppo attivista Our Revolution il malcontento diffuso tra gli elettori progressisti, i giovani, le persone di colore è in aumento.
Photo by Dania Ceragioli