No alla vendita dell’immobile Asl di Carraia e dei padiglioni del Campo di Marte e si alla loro esclusiva destinazione a servizi sociosanitari. Erano questi gli argomenti sui quali doveva pronunciarsi il Consiglio Comunale aperto dello scorso 4 ottobre richiesto come primo firmatario dal Capogruppo della Lega Domenico Caruso e dai gruppi di Fratelli d’Italia e Forza Italia che ha visto la nutrita partecipazione di esponenti di comitati della sanità, sindacalisti e dirigenti ASL.
E’ spiacevole constatare, afferma il consigliere comunale della Lega Domenico Caruso, che i gruppi di sinistra abbiano votato contro la mia proposta di dire no alla vendita dell’immobile dell’ex Dipartimento di Prevenzione di Carraia e dei tre padiglioni del Campo di Marte al fine di destinarli unicamente a servizi sanitari per approvare una loro mozione che non si è affatto pronunciata contro il piano delle alienazioni degli immobili ASL di Capannori e Lucca sicchè, nel dibattito, ho definito extra petita partium il loro documento assolutamente inconferente con il tema principale del Consiglio Comunale.
Ai consiglieri di maggioranza, sostiene Caruso, sfugge la circostanza che l’ASL non ha affatto vincolato la vendita a favore di enti pubblici sicché gli immobili di Carraia e Lucca potrebbero essere venduti anche a privati e questa ipotesi è da scongiurare poiché vi è l’esigenza di allocare in essi i servizi sanitari di cui vi è grave carenza nel nostro territorio ovvero centri polidiagnostici, RSA, ambulatori specialistici, centri riabilitativi e posti letto per cure intermedie.
Sappiamo benissimo, spiega Caruso, che ASL e Regione devono recuperare i soldi spesi per la costruzione del nuovo ospedale per cui il messaggio forte e chiaro che doveva emergere dal Consiglio Comunale era che le finanze dell’ASL e i buchi del bilancio sanitario regionale non devono essere affatto sanati con la cessione degli immobili di Capannori e Lucca che dovrebbero essere invece utilizzati per fornire i servizi sanitari di cui i cittadini hanno bisogno.
Bisogna prendere atto, prosegue Caruso, del fallimento della riforma sanitaria Rossi basata sul modello dell’intensità di cure che ha trascurato la sanità territoriale sulla quale bisogna tornare ad investire ed è questa la ragione per la quale è fondamentale mantenere la proprietà degli immobili presenti nel nostro territorio.
A Carraia, ad esempio, potrebbe sorgere una nuova RSA per ampliare l’offerta di servizi a favore degli anziani e smaltire la lista di attesa della struttura di Marlia nella quale sono presenti solo 80 posti letto e questa soluzione sarebbe stata resa agevole dall’approvazione delle mie richieste maldestramente ignorate dai consiglieri di maggioranza.
La sanità non si salva vendendo gli immobili ma si salva avvicinandola ai bisogni delle persone; si salva allontanandola da Firenze e avvicinandola ai territori; si salva riconoscendo incentivi economici al personale sanitario e riducendo le retribuzioni dei dirigenti da parametrare ai risultati conseguiti; si salva assumendo medici infermieri e tagliando le inutili poltrone di area vasta.
Purtroppo, conclude Caruso, questi semplici concetti sono totalmente sfuggiti ai gruppi di maggioranza che hanno preferito divagare con semplici e fumose intenzioni che mai saranno prese in considerazione e applicate.