Il consigliere comunale della Lega Domenico Caruso critica il mancato coinvolgimento del Consiglio Comunale di Capannori nella definizione delle linee guida del Piano Triennale di contrasto alla corruzione.
Ho espresso, esordisce Caruso, il mio apprezzamento per i contenuti tecnicamente ineccepibili del Piano Triennale di Prevenzione della corruzione congratulandomi con il suo estensore, il Segretario Generale del Comune di Capannori. Tuttavia, sussiste una significativa questione politica poiché il Piano in questione doveva essere presentato in Consiglio Comunale per la definizione degli obiettivi strategici da recepire nel provvedimento che la Giunta deve obbligatoriamente approvare entro il 31 gennaio perché così dispongono l’art. 1, comma 8 della Legge Severino e le deliberazioni ANAC la più recente delle quali è la n. 1064 del 13.11.2019.
Il Presidente del Consiglio Comunale, afferma Caruso, ha avuto la grande cortesia di partecipare alla riunione della Commissione Garanzia da me presieduta nella quale ho illustrato le ragioni di diritto e di fatto che imponevano il preventivo passaggio presso l’organo di indirizzo politico ma non ha ravvisato l’esigenza di convocare una apposita seduta al fine di far rispettare le attribuzioni che la Legge assegna al Consiglio. E questa è l’ennesima violazione delle prerogative del Consiglio Comunale che si aggiunge ad altre quali la mancata discussione del mio emendamento al bilancio preventivo, l’inserimento all’ODG di deliberazioni per le quali non sono rispettati i termini regolamentari, questioni relative all’interpretazione del regolamento a cui non viene data risposta, mozioni e interrogazioni presentate dall’opposizione non evase nei termini regolamentari. E’ evidente che il consiglio comunale non funziona e quando delibera, a chiamata poiché bisogna approvare provvedimenti proposti dalla giunta, lo fa in maniera caotica, approssimativa, incerta essendo evidente la condizione di subalternità rispetto ad altri organi confermata dalla partecipazione alle votazioni del Presidente che, seppur perfettamente legittima, non è da considerare opportuna in quanto, ben lungi dal rafforzare una maggioranza consiliare già numericamente preponderante, va a detrimento del requisito della terzietà irrinunciabile ai fini della corretta interpretazione della carica istituzionale di garanzia. Se questo è lo stato dell’arte fummo facili profeti quando, durante la seduta di insediamento, esprimemmo un giudizio prognostico infausto sull’autonomia del Consiglio e sull’effettivo coinvolgimento delle opposizioni nel processo partecipativo.
Per le suddette ragioni, conclude Caruso, nella seduta del 29 gennaio ho auspicato un deciso cambio di passo ovvero una presa di posizione netta, decisa, autorevole, definitiva a tutela delle attribuzioni del Consiglio Comunale, dei consiglieri di minoranza, del proficuo svolgimento dei lavori dell’assise che non si limiti ad un generico “andiamo oltre” poiché questo significa nascondere la polvere sotto il tappeto senza risolvere i problemi che solo uno sprovveduto può negare.