Un appello ai parlamentari del territorio, affinché vengano ripensate con maggiore realismo le misure e le tempistiche della cosiddetta fase 2, prevedendo anche velocità diverse per le regioni in cui i numeri del contagio lo consentono. È questa la reazione espressa dall'assessore alla Protezione civile e vicesindaco del Comune di Porcari, Franco Fanucchi, al contenuto dell'ultimo decreto e alle dichiarazioni del presidente del consiglio Giuseppe Conte. In particolare, l'assessore si fa portavoce e interprete delle esigenze della comunità economica e civile di Porcari, che rischia di pagare a caro prezzo la prolungata serrata.
"Da due mesi, insieme all'ufficio di Protezione civile, affrontiamo problematiche così grandi che mai avremmo immaginato. E lo stesso stanno facendo tutti i cittadini. In due mesi – ricorda Fanucchi – tutti abbiamo imparato i primi a rimetterci, se non si rispettano le regole, siamo noi. Ho notato nei porcaresi un'attenzione e un attaccamento alla causa encomiabili, ma Porcari ha voglia di ripartire, ha bisogno di ripartire".
"Certo tutti lo dovremo fare nel rispetto delle norme che ormai abbiamo imparato a mettere in pratica, mascherine e distanziamento sociale in primis. Dell'ultimo decreto mi ha lasciato invece molto perplesso e deluso la non differenziazione tra regione e regione perché non ritengo efficace che regioni come la Toscana e la Lombardia, per esempio, abbiano lo stesso trattamento".
Una posizione, questa, in linea con quella comunicata dal primo cittadino di Porcari, Leonardo Fornaciari.
"Mi sarei aspettato dal presidente più coraggio – prosegue Franco Fanucchi – dopo due mesi di serrata pressoché totale di tutte le attività. Il nostro tessuto economico è fatto di micro imprese, di piccoli imprenditori e attività familiari che si stanno riorganizzando e sarebbero già pronte per ricominciare, anche con tutte le limitazioni, il 4 maggio. E invece no, per alcune è previsto l'11 maggio, per altre il 18 maggio e per altre addirittura i primi di giugno".
"Dovremo convivere con il virus e con le norme di distanziamento sociale per mesi. Ormai lo sappiamo, ma sappiamo anche che la maggior parte delle nostre piccole imprese è in ginocchio, i commercianti sono in ginocchio e molti non si risolleveranno. Faccio appello ai nostri rappresentanti in parlamento – conclude Fanucchi – affinché facciano sentire la propria voce, la voce del tessuto economico che regge il nostro Paese e che si trova allo stremo. Manteniamo le distanze, è vero, ma restiamo anche vicini alla realtà".