“Damiana, la FP Cgil di Lucca è con te, in questo che è sicuramente un momento molto triste” dichiara Lorena Maggiolo, segretaria generale FP Cgil Provincia di Lucca.
“Quanto ti è accaduto - esordisce la segretaria - è assurdo e segnale di un malessere profondo, che ormai pare aver intaccato anche i principi di convivenza e di ragionevolezza. Ma non dobbiamo farci abbattere. Adesso, più che mai, è importante stringersi. Fare degli assembramenti di buon senso! Le persone devono ben sapere come si manifesta e come si combatte questo virus, non lasciarsi trasportare da credenze irrazionali. Ci faremo i conti ancora per molto tempo e bisogna imparare a conviverci. E soprattutto valorizzare chi sta salvando il Paese, ovvero le lavoratrici come te, donne, operatrici del SSN. Avrebbero dovuto fare un striscione di ringraziamento, anziché un biglietto del genere. Ma è sicuro che questo è il frutto dell’ignoranza e della mistificazione”.
"L’attacco a Damiana - continua -, sia come donna, che come operatrice sanitaria è ingiustificabile e denota che la cattiveria e la miopia sono sempre dietro l’angolo. Purtroppo le misure di contenimento hanno amplificato il disagio psicologico delle persone che si sono trovate costrette a misurarsi con paure sconosciute, derivate dal Covid19. Quando l’angoscia prende il sopravvento emergono le fragilità delle persone, che vengono spinte da impulsi irrazionali. Come quello di pensare che il contagio si trasmetta in questo modo. Abbiamo visto persone guidare le automobili con mascherine filtranti, così come andarsene in giro con mascherine ed avere l’illusione di essere sicuri, quando invece mancavano laddove servivano".
"Come FP CGIL - sottolinea - abbiamo fatto una grande battaglia perché chi lavora in sanità, che si prende cura della salute delle persone, fosse messo in sicurezza. E in gran parte ce la stiamo facendo. Adesso però è il momento di ricostruire anche quel senso di solidarietà che in alcune situazioni è venuto meno. Quanto accaduto a Damiana, e purtroppo anche ad altri operatori sanitari, è segnale che nella Fase 2 bisogna ripartire dai nostri valori, quelli che compongono il senso dell’umanità. “Mors tua vita mea”, recitava una locuzione medievale, che stava ad intendere che il fallimento di uno costituisca requisito indispensabile per il successo di un altro. Niente di più falso, in un periodo come questo, dove solo il senso di collettività potrà aiutarci a sconfiggere per sempre lo spettro del contagio".
"Adesso è la fase del “Vita tua Vita mea” - conclude -. Il valore alla Cura si esprime attraverso la solidarietà a tutti coloro che in questa pandemia hanno tenuto in piedi il Paese, a partire da chi lavora in sanità, come Damiana, ai lavoratori e alle lavoratrici del pubblico impiego e a chi, nonostante tutto, ha garantito i servizi essenziali".