Sembra naufraghi la frenetica ricerca di accuse per trascinare in catene il generale che – a detta di una certa stampa – irrideva e provocava il mondo LGBTQ+ e quello etnicamente non fosse proponibile quale modello d’italica beltà. Ho atteso qualche giorno, ma visto che fra decesso del Papa, Trump’s Ass, 25 aprile (ormai minestrone di Pro-Pal, antisemitismo, pacifismo e fantocci a testa in giù, nella quale dei partigiani veri ‘mporta assai, alla livornese per capirci), nulla si diceva … beh … mi son detto che al dotto e inclito mio pubblico dovessi informarlo. Beh, anche l’accusa di aver attestato FALSAMENTE che la consorte fosse in Russia con lui, per “abbuscare” la relativa ulteriore indennità, è finita archiviata. In sintesi, il castello che i puntigliosi buro-accusatori dei palazzi romani di via XX settembre avevano messo su, è crollato. Ritenevano che l’ufficiale avesse rimpinguato le sue già di per sé floride casse con indennità non dovute, e s’erano affrettati ad informare i giornali. Stavolta, intendo dopo l’archiviazione, magari distratti, se ne son dimenticati, e naturalmente Repubblica, Stampa e “bianchina” Berlinguer non hanno riecheggiato l’ennesima archiviazione.
Ad ogni modo, rimane l’accusa di avere fomentato odio razziale.
A questo punto, avendo scorso un po’ delle pagine incriminate, temo anche per me.
Non si può evidentemente, per qualche Procura della Repubblica, scrivere in toni pacati, se solo è ipotizzabile che un imbecille ne tragga spunto per una strage di gente di diverso colore. Il problema non è l’imbecille, ma chi dissente dal politically correct, e dice ciò che a un sostituto procuratore semplicemente non piace.
Credevo che tale accusa potesse materializzarsi a carico di chi scriveva una sorta d’hitleriano “Mein Kampf”, magari che Meloni, Crosetto e La Russa vadano appesi a testa in giù evocando Piazzale Loreto, o “Sparate alla Meloni!”.
No. Evidentemente. Se ‘ste frasi sono sotto-sotto condivise, finisce pure che ci si faccia su una bella risata e non ci si pensi più.
Come quella sui poliziotti-figli-di-cane, per intenderci.
Ma se solo t’azzardi a dire che gl’immigrati irregolari son autori di una quota di reati violenti enormemente maggiore di quella ch’è la loro percentuale di presenza nel Bel Paese, allora puoi essere perseguito. La frase di per sé non incita a una “notte dei cristalli” contro l’immigrato, ma solo perché un imbecille potrebbe aprire la caccia a chi è diverso, allora per interpretazione estensiva, istigherebbe all’odio. E bisogna spendere soldi del contribuente per mettere in piedi un processo-farsa che giudici evidentemente di buon senso finiscono per archiviare, quando tanti cittadini attendono di ricevere giustizia. E bisogna far spendere soldi d’avvocato a chi è ritenuto reprobo, o non omologato, ancorchè criminale non sia, salvo poi non restituirglieli se assolto.
E tutto ciò è preoccupante. Chiedo a questo punto un minimo d’attenzione al mio argomentare.
Preoccupante, perché una tale interpretazione postula che siamo popolo con preponderante percentuale d’imbecilli, capaci di porre in essere esclusivamente nefandezze. Un popolo che non è capace di discernere rabbiose istigazioni da esposizione pacata o irridente del proprio pensiero.
Eppure, a sentire che c’è chi vorrebbe fare di Papa Francesco un partigiano – naturalmente delle brigate “Garibaldi” – e chi è convinto che gli Alleati siano avanzati con calma lungo la penisola per dar tempo a nazi-fascisti d’eliminare i comunisti in montagna, il dubbio viene.
In un certo senso stiamo facendo il possibile per arrivarci a questo risultato, ma lasciatemi ancora nutrire una sana speranza.