L'ex ministro ha voluto intervenire sulle pagine della Gazzetta a seguito di un articolo che abbiamo pubblicato sulla trasmissione dedicata alla strage di Ustica e andata in onda sul piccolo schermo condotta da Massimo Giletti. Giovanardi ribadisce la teoria della bomba a bordo come unica ipotesi, ipotesi che ci trova, è bene dirlo, completamente in disaccordo;
Il 27 giugno del 1980 è esploso in volo nei cieli di Ustica il DC 9 Itavia Bologna Palermo provocando 81 vittime e il 2 agosto dello stesso anno una bomba ha fatto saltare in aria la stazione ferroviaria di Bologna con 85 vittime. Come ho avuto modo di riferire più volte al Parlamento, come Ministro e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, per quanto riguarda Ustica una sentenza passata in giudicato della Cassazione penale ha assolto perché il fatto non sussiste i generali dell'Aeronautica accusati di alto tradimento, una perizia tecnica firmata nel processo dagli undici più importanti esperti aeronautici a livello mondiale ha accertato che l'esplosione di una bomba nella toilette di bordo ha provocato l'abbattimento dell'aereo mentre nelle motivazioni i giudici hanno negato nella maniera più assoluta che ci sia mai stata battaglia aerea o lancio di missili.
La sentenza civile viceversa, che ha ritenuto "più probabile che non "la teoria del missile, e ha valore soltanto tra le parti,è' stata obbligata a decidere così perché l'Avvocatura di Stato, che sosteneva la bomba, era stata estromessa dal processo per essersi costituita fuori termine. Ricordo che della fantomatica battaglia aerea circolano più di trenta versioni, attribuendo la colpa agli americani, o ai francesi, o ai libici, o agli italiani, o agli UFO e ultimamente, è di moda, agli Israeliani.
Per questi motivi l'associazione per la Verità su Ustica, presieduta dalle signore Giuliana Cavazza e Flavia Bartolucci, rispettivamente figlie di una delle vittime dell'esplosione e del generale Lamberto Bartolucci, ex capo di Stato Maggiore della Difesa, hanno fatto opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero Erminio Amelio, che non ha tenuto conto dei documenti recentemente desecretati dal Governo che raccontano della drammatica escalation di minacce da parte palestinese dopo il sequestro dei missili terra aria ad Ortona nell' autunno del 1979 e l'arresto Abu Salek, referente dell'OLp a Bologna, culminata il mattino del 27 giugno del 1980 con l' allarme lanciato dal Colonnello Giovannone da Beirut che si era nella imminenza di un attentato.
Mentre su Ustica la sentenza è consolidata a Bologna è finito il processo di appello contro Guido Bellini, condannato per essere stato ritenuto complice per la bomba che ha fatto esplodere la Stazione ferroviaria di quella città. In attesa della pronuncia definitiva della Cassazione su Bellini abbiamo però le sentenze definitive su chi è già stato condannato per aver collocato la bomba, ma anche una serie di interrogativi a cui non è mai stata data risposta
E' stato giudizialmente accertato infatti che la notte del primo agosto 1980 il terrorista tedesco Thomas Kram, collaboratore del famigerato Carlos, terrorista venezuelano marxista leninista e filo islamico, ha pernottato a Bologna, nel corso di un misterioso viaggio in Italia, mentendo poi ai magistrati su quanto fatto il 2 agosto, quando non si recò a Firenze, come dichiarato, ma si affrettò a raggiungere Carlos a Budapest. Lo stesso Kram all'inizio del 1980 si era incontrato con Bellini a Bologna.
Ora è davvero curioso che la magistratura di Bologna abbia archiviato nel 2015 l'indagine su Kram annotando che non esiste nessuna prova certa dell'esistenza del cosiddetto Lodo Moro, e cioè dell'accordo tra Italia e palestinesi sulla possibilità per questi di far passare liberamente armi ed esplosivi attraverso l'Italia (per attaccare Israele ) in cambio della garanzia di non commettere attentati sul nostri territori.
Accordo che mi venne confermato a Palazzo Chigi quando venni formalmente convocato dal Governo Conte per un incontro con il capo di gabinetto Alessandro Goracci e il capo del dipartimento sicurezza Gennaro Vecchione, che mi intimarono per l'ennesima volta di non rivelare i nostri rapporti con i palestinesi per non ledere l'interesse nazionale, risposta che venne fornita per iscritto anche alla Signora Giuliana Cavazza.
La successiva pubblicazione voluta dai Governi Draghi e Meloni del carteggio Giovannone - Governo italiano del 1979/80 accerta, al di là di ogni ragionevole dubbio, il fondamento storico di tale accordo.
Non è il momento allora di chiudere le indagini, ma di andare a fondo per scoprire le resposabilità, dolose o colpose, dell' esplosione di quelle bombe, in un contesto nel quale terroristi europei e anche frange neofasciste evidentemente si incrociavano e si mischiavano con le componenti più estremiste dei palestinesi sostenute e finanziate dalla Libia.