Elvio Cecchini di Lista Civile fa il punto sul Mercato del Carmine dopo la firma del contratto tra il Comune e la compagnia "4223", formata da sette giovani lucchese pronti a investire nel mercato tradizionale lucchese. L'accordo ha però escluso le imprese storiche del Mercato del Carmine, rimaste dal 2012 in un limbo giuridico e diventando di fatto "abusive", il cui futuro rimane ancora incerto.
"Il finanziamento di 4 milioni di euro, ottenuto dai fondi del PNRR, è la condizione basilare per il recupero del Mercato del Carmine. Non possiamo perderlo! Ma la struttura deve essere liberata per poter fare i lavori strutturali previsti" sottolinea il leader di Lista Civile in una nota.
"La situazione è molto complicata - spiega l'architetto Cecchini - perché è stato fatto un bando che ha favorito implicitamente una proposta, senza pensare minimamente a tutelare gli esercenti storici, che comunque hanno presidiato e tenuto in vita la memoria del mercato in tutti questi anni, anche se hanno usufruito di condizioni economiche estremamente favorevoli".
"In questo momento c’è il rischio che si diffonda una percezione falsata della reale situazione, che non corrisponde esattamente a quanto sembra a prima vista, perché le attività rimaste di fatto erano abusive, in quanto la concessione era scaduta dal 2012 e non era stata più rinnovata - fanno notare da Lista Civile -. In tutti questi anni l’amministrazione Tambellini non ha mai messo in mora gli 'abusivi del Carmine', un po’ perché faceva comodo il presidio, ma era anche più semplice non fare per evitare problemi".
"Di fatto in 10 anni non è stato fatto mai nulla! La prima raccomandata di puntualizzazione di occupazione illegale e di messa in mora è stata inviata nello scorso febbraio dalla giunta Pardini. Abbiamo usato la parola abusivo perché è il termine legale appropriato, visto che non si può parlare di sfratto, non essendo in atto un contratto di locazione. Ma deve essere riconosciuta la funzione sociale di presidio e identità del luogo che è stata svolta con professionalità e dedizione dagli esercenti del Carmine in tutti questi anni".
"Infatti a nostro avviso è corretto che i costi di sistemazione temporanea delle attività storiche esistenti rientrino nell’importo complessivo dell’operazione di recupero e siano assunti dagli imprenditori che promuovono l’operazione, a maggior ragione se hanno vinto la gara a condizioni estremamente favorevoli, com’è avvenuto" dichiara Cecchini.
"Purtroppo, è stato confezionato un bando opaco e raffazzonato, che ha favorito la proposta finanziariamente più debole e meno strutturata! Ora è difficile capire come poter risolvere la vicenda, ma occorre serenità ed equilibrio per individuare la soluzione più idonea - conclude -. Per questo ho avanzato la proposta di organizzare un consiglio comunale aperto sul tema".