"Ormai non c'è più da stupirsi, perché la quantità di indizi disseminati nel tempo hanno già fatto molte prove. Eppure, anche se siamo preparati, ogni volta non riusciamo ad attutire lo sconcerto. La svendita dell'acqua lucchese da parte del Pd, per mere logiche di potere interno, manifesta un opportunismo disarmante". Lo dicono, all'unisono, i capigruppo di maggioranza in Consiglio comunale, commentando il ribaltone sulla proroga Geal, avvenuto in Consiglio regionale."Come sia possibile che i consiglieri regionali Pd, gli stessi che avevano votato all'unanimità per la proroga di due anni della concessione Geal, abbiano cambiato di colpo idea, è tutt'altro che un enigma. Richiamati da un ordine superiore di scuderia, hanno dovuto ritrarsi. La contraddizione è lampante, almeno quanto il tradimento degli interessi del territorio. L'imbarazzo, pachidermico"."Una dinamica – spiegano i capigruppo – facilmente riscontrabile anche nell'ambito delle riunioni di Commissione locali, dove i membri del Pd esprimono di frequente il loro apprezzamento per le iniziative che proponiamo e la volontà di sostenerle, salvo poi essere richiamati in Consiglio comunale a votare contro il loro stesso pensiero"."Adesso l'ingresso in Gaia diventa un percorso obbligato, voluto dalla Regione e non dal Sindaco Pardini, che con il ricorso al Tar ha dato prova del suo impegno fino all' ultimo per salvare Geal. Quello che adesso si prospetta è che, con Gaia, le bollette aumenteranno a spese dei cittadini e delle aziende. Ed ogni rimostranza dovrà essere presentata bussando in Regione". Questa manovra, non la prima e nemmeno l'ultima, certifica tuttavia un elemento di assoluta coerenza da parte del Partito democratico: dobbiamo dargli atto che, quando si tratta di scegliere tra il bene dei cittadini e il bene proprio, optano sempre senza dubbio per il secondo"."Di certo – concludono i capigruppo – avremmo volentieri evitato di evidenziare per l'ennesima volta questo aberrante scenario. Il problema, infatti, resta. Ci batteremo, come maggioranza, per cercare di risolverlo, pur nella consapevolezza che il modus operandi di quella parte politica mira alla conservazione di privilegi sedimentati, difficili da sradicare".