La Cgil una ne fa e mille ne pensa, a nostro modesto avviso una peggiore dell'altra, ma tant'è, che il sindacato più a sinistra che esista in Italia abbia prodotto danni a iosa per noi è evidente da un pezzo. Ma non basta. Ora ci si mette anche il ridicolo. La Cgil, infatti, in un comunicato che pubblichiamo integralmente, attacca la decisione della giunta Pardini di conferire il cosiddetto bonus bebè ricavandolo da un avanzo di bilancio. Secondo la Cgil prima si doveva pensare alle famiglie in difficoltà:
La Cgil Lucca sente di dover esprimere la propria perplessità riguardo al bonus bebè annunciato dal sindaco Pardini per le nascite nelle famiglie residenti nel Comune di Lucca, nelle modalità con le quali è stato previsto. Bene che il bilancio positivo del Comune permetta di mettere in piedi iniziative che esulano dall'ordinaria amministrazione, ma riteniamo che l'incentivo alla natalità, così come presentato in un articolo pubblicato recentemente dalla stampa, vada necessariamente ripensato.
In primo luogo perché la possibilità di ottenere i mille euro promessi dall'amministrazione comunale, che comunque non consentono certo di far fronte ai costi comportati da un neonato, non è in alcun modo legata, come invece dovrebbe, ad una condizione di limitata capacità economica dei beneficiari attestata dall'ISEE, che giustifichi l'intervento in loro sostegno con fondi pubblici provenienti in buona parte dalle tasse pagate dai lucchesi. Al contrario si avrebbe una dispersione a pioggia di risorse, anche in favore di famiglie economicamente benestanti che appare non giustificata, in quanto esula dal ruolo di coesione sociale e di solidarietà nei confronti dei soggetti svantaggiati che dovrebbero perseguire le istituzioni con l'utilizzo, appunto, di fondi pubblici.
Conseguentemente, riteniamo che prima di un incentivo alla natalità a pioggia, ci sarebbero modi migliori per utilizzare le risorse in avanzo del bilancio comunale in favore delle famiglie in difficoltà, in questo periodo di crisi economica e inflazione galoppante che dura ormai da alcuni anni. La prima fra le tante misure possibili, a nostro avviso, avrebbe dovuto essere la reintroduzione del bando per il contributo affitti, cancellato sia dal governo statale che dall'amministrazione comunale. Non è infatti un mistero che si stia vivendo in un periodo di crisi anche dal punto di vista abitativo, con poche case in affitto a prezzi spesso non sostenibili nemmeno con uno stipendio regolare. Fenomeno aggravato dagli affitti turistici degli immobili ormai sfuggito a qualsiasi controllo. In uno scenario del genere, il contributo affitti rappresentava uno strumento fondamentale di sostegno per molte famiglie, e in particolare per i giovani che vogliono costruirsi un progetto di vita, nella fascia economica bassa e medio-bassa, trovatesi in grave difficoltà da questo anno. Prima di mettere al mondo un figlio, infatti, è necessario trovare una casa nella quale poter vivere!
Per queste ragioni, torniamo a ripetere, la Cgil Lucca ritiene che più che seguire la linea retorica del governo Meloni sul tema degli incentivi alla natalità, il Comune di Lucca dovrebbe preoccuparsi maggiormente di tutelare la qualità della vita dei suoi cittadini, con una particolare attenzione a quelli in reali situazioni di difficoltà economica.
A questo scopo, un maggior confronto anche con i soggetti sociali presenti sul territorio, ed in particolare con il sindacato, sarebbe sicuramente utile e auspicabile.