Non è la prima volta che i mass media si occupano della consorte del generale Roberto Vannacci, Camelia MIhailescu, rumena, mamma delle sue due figlie, Soprattutto, perché non ha mai capito e non si capisce perché debba essere chiamata in causa, per di più negativamente, una donna soltanto perché è la moglie di un personaggio inviso ad alcune categorie tra le quali, oltre ai giornalisti, anche gli attivisti Lgbtq che, dal libro di Roberto Vannacci, si sono sempre sentiti discriminati e messi all'indice, ingiustamente a nostro avviso e non solo. Questa volta è stato un blog della galassia Lgbtqrstuvz a prendersela in maniera offensiva ancor più che ironica e ingiustificata con la signora Camelia chiamando in causa le sue origini straniere e il fatto che il generale avrebbe agito, sposandola, in maniera opposta a quando e quanto parla a proposito di immigrati. Della seria una doppia morale, razzista fuori, mentre in casa propria non lo è avendo sposato una donna appartenente al popolo rumeno contro cui, secondo il blog gay, il segretario della Lega, Salvini, partito di Vannacci, si sarebbe scagliato anni fa con parole di pessimo gusto.
Che cosa c'entri tutto ciò con la figura e il ruolo politico di Roberto Vannacci non è dato capire. La verità è che mai come nel suo caso si assiste ad un vero e proprio massacro quotidiano e mediatico per il quale nessun ordine deontologico spreca una mezza parola di condanna. Roberto Vannacci e la sua famiglia sono stati lasciati soli proprio da quei giornalisti, intellettuali, tutori della giustizia a parole che avrebbero dovuto proteggerli come si protegge chiunque vuole solo esprimere il proprio pensiero.
Ma il generale incursore non è tipo da restare con le mani in mano e come ogni volta, ribatte colpo su colpo. Ecco, infatti, il suo post pubblicato sul proprio profilo facebook in difesa della moglie:
Ecco le vomitevoli dissertazioni di una certa stampa e del mondo LGBTQ nei riguardi di mia moglie. Avendo fallito nel contestare la mia onestà, le mie amicizie, il mio passato, il mio curriculum e i mie valori ora attaccano la mia famiglia. Questi guardiani della morale discutono della nazionalità di mia moglie per parlare di...razzismo. Se avessero scavato meglio avrebbero scoperto che anche mia nonna materna era Croata. Ma tutto questo non ha alcun legame con quanto sostengo, ovvero, di essere assolutamente contrario all'immigrazione irregolare: una posizione limpida, coerente e soprattutto supportata dai dati statistici sulla criminalità e sulla distruzione del sistema sociale nazionale. Ma, si sa, quando non si trovano argomenti coerenti si inventano pretesti surreali. Mia moglie è Rumena, e io ne vado fiero! E lei stessa ne va fiera! E pur essendo cittadina italiana (per matrimonio) non si offenderebbe mai se qualcuno le dicesse che i suoi tratti somatici sono rumeni, anzi , ne sarebbe orgogliosa. Cari giornalisti e attivisti LGBTQ continuate pure la vostra accanita e livorosa ricerca...IO VADO AVANTI A TESTA ALTA!
Ma chi conosce bene Camelia Mihailescu, ex militare di professione, figlia di militare, sa che non ha bisogno di qualcuno che la difenda, sa che possiede un carattere forte e determinato, sa che non si piega di fronte a nulla e che possiede grinta e carattere da vendere. Così, anche lei ha voluto rispondere alle stupide e ridicole parole ricevute dal blog arcobaleno:
Prima di tutto, inviterei le persone che hanno scritto questo articolo a leggere il libro #ilmondoalcontrario e soprattutto a capirlo, cosi si renderanno conto che una persona che ha rischiato la propria vita decine di volte per difendere vari popoli in tutto il mondo non può essere razzista. Neanche una che ha la nonna slava e la moglie rumena. Poi, direi a questi ...giornalisti (anche) di informarsi meglio prima di scrivere, perché la moglie rumena ha da molti anni la cittadinanza italiana, non è mai stata una immigrante illegale, non ha mai commesso reati e ha sempre lavorato nell'ambito accademico. In più, senza falsa modestia, aggiungerei che la moglie rumena ha due lauree e parla 4 lingue. Un po' meno del marito che né parla 7, ma direi che non è male comunque. E chiuderei dicendo - BEN VENGANO in Italia gli stranieri come me!
Questa volta, però e inoltre, anche una nostra cara amica e senatrice di Fratelli d'Italia, Susanna Campione, componente della Commissione bicamerale contro la violenza sulle donne, avvocato che conosciamo e apprezziamo, romana, ma presente a Lucca per aver difeso Sabrina Landucci nella causa avverso l'ex marito Mario Cipollini, nota anche per la sua battaglia costante in difesa delle donne, ha voluto intervenire e schierarsi dalla parte di una donna, appunto la moglie dell'europarlamentare della Lega. Chissà dove saranno finite le femministe e le sinistrorse verniciate di rosso. Ecco le sue parole:
Nelle ore in cui aderiamo tutti convintamente, in pieno spirito bipartisan, alle manifestazioni contro le violenze sulle donne, trovo doveroso manifestare pubblica solidarietà nei confronti della signora Vannacci, fatta oggetto di vili attacchi su un blog Lgbtq, che pure dovrebbe essere particolarmente sensibile nei confronti di ogni tipo di violenza e di intolleranza. Apprendo dai social che la moglie del generale ed eurodeputato della Lega, viene fatta oggetto di un attacco per la sua nazionalità in relazione alle posizioni politiche del suo consorte. Trovo gravissimo tirare in ballo le donne, soprattutto quando non rivestono alcun ruolo pubblico, in questioni politiche e in battaglie ideologiche solo per colpire i loro partner. La lotta alla violenza contro le donne si attua anche denunciando i pregiudizi, tanto più allarmanti quando arrivano da coloro che si vantano di essere schierati sul fronte del politicamente corretto.